Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: No alla mancanza di rispetto, Sì alla cultura per prevenire e cambiare

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Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: NO alla mancanza di rispetto _ Si alla cultura per prevenire e cambiare

Clementina Leone

La vita di ognuno di noi è molto simile ad un disegno, è un susseguirsi di avvenimenti, emozioni, pensieri. Prendendo tutti insieme questi frammenti vissuti, si forma un’immagine coerente con la vita che stiamo vivendo. Ma, spesso, siamo troppo occupati a vivere per riuscire a scorgere, subito, un quadro d’insieme.
Tale mancanza di prospettiva e di distanza, dagli eventi, ci costringe certe volte a cercare di indovinare un possibile significato, come il senso dell’essere donna, caratteristica che denota la nostra unicità. Per la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, la facciata di Palazzo Chigi è stata illuminata di rosso con 104 nomi. Sono quelli delle donne uccise dall’inizio dell’anno, il promemoria drammatico di un fenomeno trasversale per età, classe sociale, area geografica e livello d’istruzione. Il femminicidio è una piaga che fatichiamo a contrastare, nonostante le leggi, i piani nazionali, le campagne di sensibilizzazione, la rete di centri antiviolenza sui territori, l’impegno delle istituzioni, dei movimenti e delle associazioni. Tutti concordi, ormai, nell’indicare il tassello che manca, l’anello che non tiene: la prevenzione. Che significa non solo saper fermare la violenza prima che accada, ma anche imparare a riconoscerla. Il punto di partenza per iniziare questo difficile, ma allo stesso tempo non complicato percorso, è il dialogo e soprattutto l’ascolto. Ovviamente entrambi dovrebbero è essere sempre la base di ogni tipo di rapporto che sia esso d’amore, amicizia, oppure semplice e cordiale conoscenza. Mettersi in discussione, dare la possibilità di potersi spiegare, prestare attenzione ai piccoli dettagli che continuano a fare la differenza, sono solo alcune delle cose che non solo ci permettono di comprendere e capire l’altro, ma anche di evitare episodi spiacevoli. “Io so di non sapere” diceva il grande Socrate, ed è così visto che grazie anche alle altre persone che abbiamo la fortuna di poter incontrare sul nostro cammino, arricchiamo il nostro io imparando a vedere il mondo con altri occhi.  « È un problema prevalentemente culturale che ci riguarda tutti e ognuno deve fare la sua parte». Sul tema anche il Governo si sta dando da fare. Difatti, i pilastri d’azione dell’esecutivo saranno tre: «Prevenzione, protezione e certezza della pena».

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