Teatro Carcano di Milano, dal 18 al 22 gennaio 2023
A chi scrive, da sempre innamorato delle bellezze armoniose del Canova, è capitato di affrontare un viaggio impegnativo per visitare una mostra a lui intitolata. Con grande stupore e disillusione, la mostra si rivelò, tra le altre cose, quasi esclusivamente una raccolta di fotografie. Non solo. Non erano state riprese le opere originali, ma i gessi preparatori, privi di tutta la inimitabile levigata brillantezza che costituisce una delle caratteristiche esclusive del Canova.
La titolazione fu una operazione di marketing artistico molto spregiudicata e molto sgradevole.
E’ un episodio ritornato alla mente dopo aver assistito allo spettacolo Canova Svelato, in scena al Teatro Carcano di Milano dal 18 al 22 gennaio.
In occasione dei duecento anni dalla morte dell’artista lo spettacolo, diretto da Cristiano Fagioli, si propone come un’interpretazione originale delle opere del massimo esponente del Neoclassicismo in scultura. “Una vera e propria traslazione in cui le opere d’arte del Maestro di Possagno prendono forma nel mondo contemporaneo”. E poi “solo un teatro intriso di evocative illusioni può essere il luogo di partenza per questa canoviana esperienza”.
Lo spettacolo è messo in scena da RBR illusionisti della Danza, nome mutuato dalle linee metropolitane di New York da Brooklyn a Manhattan, luogo in cui i veronesi Cristina Ledri e Cristiano Fagioli ogni giorno si recavano durante la loro esperienza newyorkese.
La successione di quadri è di grande e armonioso impatto visivo, grazie alle efficaci videoinstallazioni, alla originalità dei costumi di Raffaele Diligente, ai suggestivi giochi di luce di Giancarlo Vannetti e dello stesso Cristiano Fagioli, che ha curato anche le coreografie con Cristina Ledri.
Per citare alcuni gioielli, un effetto di luce molto efficace simula la presenza di fiamme tra le mani dei danzatori. Il fluttuare di un mantello rosso sangue disegna figure evocative, l’originalità delle tute mimetiche militari stravolge la banalità del realismo, la proiezione di ali sullo schermo regala l’ilusione di voli leggiadri e leggeri. Anche la musica di Diego Tedesco è una protagonista che sottolinea e drammatizza i vari quadri. Lo spettacolo dunque offre molti momenti di efficacia visionaria.
Tuttavia, non è sembrato facile cogliere il richiamo alle varie opere del Canova (al di là di un vago accenno a bellezza e armonia), pur avendone una discreta conoscenza. Da questa difficoltà nel cogliere i riferimenti nasce l’impressione di una forzatura nel titolo dello spettacolo, dal momento che le intenzioni suggestive di “animare la staticità delle sculture” non sono state a nostro avviso sufficientemente esplicitate e fruibili.
Piacevole sorpresa è stata la nutritissima presenza di giovanissimi tra il pubblico, che fa ben sperare circa la diffusione della cultura nelle sue varie forme.
Guido Buttarelli