Escher in mostra a Trieste: l’astrazione paradossale e complessa dell’artista olandese in un sofisticato gioco tra arte e scienza, percezione e filosofia

Data:

Trieste, Salone degli Incanti. Dal 18 dicembre 2019 al 7 giugno 2020

A Trieste, fino al 7 giugno 2020, sarà possibile entrare nel complesso mondo di Maurits Cornelis Escher, il geniale artista grafico olandese di cui sono esposte circa 200 opere, poco meno della metà della sua produzione, alcune delle quali messe a disposizione del pubblico per la prima volta.

Forse è da queste che merita iniziare: una serie di sei xilografie, realizzate tra il dicembre 1925 e il marzo 1926, alle quali l’autore ne aggiunse qualche mese dopo una settima a far da  frontespizio e che riporta, in italiano (giunse nel nostro Paese nel 1922, viaggiò molto e poi si stabilì a Roma, dove visse dal 1923 al 1935 con la moglie Jetta Umiker e i primi due figli), i titoli delle stampe e i versetti biblici di ispirazione.

Sono rappresentati i primi sei giorni della Creazione, uno per ogni stampa.

La totale attenzione è data agli effetti dell’Opera divina, in qualche modo sempre presente nella sua intera opera, soggetti da lui preferiti e proposti in vario modo: la creazione della Terra e della Luce; la separazione delle Acque; la creazione delle Piante; del Sole e della Luna; di Uccelli e Pesci; degli Animali e dell’Uomo.

Il fatto che queste sette xilografie siano poste nella prima delle otto sezioni in cui è suddiviso lo spazio espositivo, se da una parte evidenzia il legame con le precedenti esperienze dell’autore e al suo maestro, Samuel Jessurun de Mesquita (di cui sono presenti alcune stampe), dall’altra offre la possibilità di usare la forte impressione data da queste stampe come cifra dell’intero percorso in cui il visitatore si trova poco a poco totalmente immerso in un mondo in cui l’arte diventa strumento per l’analisi interiore e l’occhio, sempre più disorientato da simmetrie, paradossi geometrici e movimenti infiniti mai privi di un profondo e sofisticatissimo umorismo, ha la possibilità di partecipare a un gioco intellettuale che è frutto di un senso estetico di rara intensità.

Il lavoro di incisione su linoleum o legno, l’abilità finissima di dominare la magica alchimia sottesa alla pratica della litografia, l’incredibile attenzione per i particolari sempre più minimi costantemente connessi a una ricerca delle basi filosofiche – le teorie matematiche, ovviamente, ma anche ciò che costituisce il nucleo dei tanti paradossi percettivi studiati in psicologia e che grazie a lui si legano in modo indissolubile alle prime  – ne hanno fatto un artista amato e apprezzato dalla cultura accademica alta, attiva nell’ambito della ricerca e, dall’altra parte, alla controcultura hippie e pop degli anni Settanta del Novecento, di cui viene proposto un rapido ma significativo esempio verso la fine del percorso.

Si passa da una sala all’altra e la mente viene sollecitata in modo inarrestabile, sempre più vorticoso favorendo la creazione di tante connessioni sinaptiche con esperienze passate: ecco apparire alla memoria la figura di Gaetano Kanizsa, lo psicologo e – guarda un po’ – pittore triestino, fondatore dell’Istituto di Psicologia nella città di nascita, esponente della Teoria della Gestalt, colui che combinò arte e scienza alla ricerca della “grammatica del vedere”.

Si procede.

L’attenzione minuziosa per la precisione dei particolari, specie dopo la breve ma fondamentale tappa che riporta del suo viaggio in Spagna e la visita all’Alhambra di Cordoba, crea il legame tra il suo maestro e l’Andalusia, luogo magico in cui un tempo le tre religioni monoteiste vivevano in pace, traendo ognuna nutrimento dall’altra per creare o preservare opere letterarie e architettoniche di ineguagliabile bellezza; subito dopo è possibile apprezzare, esposta in vario modo, l’intrigante “Metamorphose II”.

Ma ecco apparire anche un’eco proveniente da un altro tempo e un altro luogo: Albrecht Dürer e le sue incisioni dall’altissimo significato esoterico.

Antico e moderno si incontrano ancora: il gioco di linee rette e curve che sta alla base del “fisheye”, il grandangolo estremo tanto presente nelle immagini attuali si sposa con l’illusione ottica dipinta da Hans Holbein il Giovane nel suo “Gli ambasciatori”.

L’amore per il paesaggio italiano e la pratica della rappresentazione di motivi astratti si unirono in Escher dando voce a una necessità di gioco rigoroso delle forme: le tassellature hanno una parte importante in questa affascinante esposizione, prima di esplorare il passaggio e il gioco infinito tra le due e le tre dimensioni, tra il reale e l’impossibile, abilmente realizzato.

Ci si trova a nuotare in un gigantesco gioco di specchi, un’infinita successione di scatole cinesi sempre più piccole, tendenti all’infinito, come nella meravigliosa “Galleria di stampe”, recentemente completata grazie alla tecnologia oggi a nostra disposizione e visibile nella mostra oltre che in rete:

E si sorride, con Escher e con se stessi, intuendo le illimitate possibilità di immaginare, di far incontrare natura, scienza, arte e, perché no?, poesia ricordando una delle tante belle frasi di Maurits Cornelis Escher: “Solo coloro che tentano l’assurdo raggiungeranno l’impossibile”.

Paola Pini

Trieste, Salone degli Incanti
Riva Nazario Sauro 1
dal 18 dicembre 2019 al 7 giugno 2020
Escher
Da lunedì a domenica dalle 9.30 alle 19.30 (ultimo ingresso 18.30)
Promossa e organizzata dal Comune di Trieste, Assessorato alla Cultura, e gruppo Arthemisia con Generali Valore Cultura
In collaborazione con M.C. Escher Foundation
Con il supporto di PromoTurismo FVG e Federalberghi
Special partner Ricola
Media Coverage by Sky Arte
Progetto di allestimento
BC Progetti di Alessandro Baldoni e Giuseppe Catania, con Francesca Romana Mazzoni
Allestimento Tagi2000
Grafica di mostra e immagine coordinata
Angela Scatigna
Biglietteria GRT
Audioguide Orpheo Group
Catalogo Maurits
Hashtag ufficiale #EscherTrieste
Ufficio Stampa Arthemisia
Foto di Salvatore Napolano
Info e prenotazioni:
+39 040 982831
www.mostraescher.it
www.triestecultura.it
OFFERTA DIDATTICA a cura di ADMaiora
  • Laboratorio per la scuola dell’infanzia e primaria “Giocando con Escher”
  • Visita guidata per la scuola dell’infanzia “Cacciatori di forme”
  • Visita guidata per la scuola primaria “Escherland”
  • Visita guidata per la scuola secondaria di primo grado “Artematica”
  • Visita guidata per la scuola secondaria di secondo grado “Forma mentis”
  • Visita guidata per gruppi non scolastici “Escher”

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