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QUENTIN CRISP, La speranza è nuda

Data:

Al Teatro Filodrammatici di Milano, fino al 21 maggio 2023

Sul palcoscenico del Teatro Filodrammatici Quentin Crisp. La Speranza è nuda di Mark Farrelly, una produzione Teatro Elfo Puccini (dove è andato in scena in prima nazionale nel gennaio del 2022), con un intenso Luca Toracca sotto l’attenta cura di Ferdinando Bruni. La speranza è nuda è un monologo che Farrelly, attore e scrittore britannico, ha intelligentemente montato utilizzando pungenti aforismi e geniali paradossi, mischiati a vetrioleschi bon mot, che trovano in Oscar Wilde un blasonato ascendente. Quentin Crisp si racconta senza false reticenze o inopportuni trionfalismi, partendo da una lucida quanto spietatamente distaccata descrizione dell’ambiente famigliare che l’ha visto nascere. Lasciando da parte i pregiudizi che l’hanno accolto sin dalla nascita, a sconcertare è la completa anaffettività delle figure genitoriali, ancor più del perbenismo e delle convenzioni sociali. Inevitabile la fuga dal claustrofobico milieu per un’anima simile – che diverrà un’icona gay nel mondo anglosassone – passando per continue difficoltà nella Londra degli anni ’30: dagli insulti agli arresti per non tacere dalla violenza finisca subita. Per vivere dovrà prostituirsi o far ricorso, qual magra alternativa, al posare come modello di nudo, nelle scuole d’arte. La seconda parte del racconto ce lo mostra, trasferitosi negli Stati Uniti, in uno dei suoi irresistibili one-man-show a New York. Quentin Crisp raggiungerà notorietà pubblica grazie a un film televisivo del 1975 in cui John Hurt interpreta il protagonista in maniera brillante, tanto che lo stesso Crisp arriverà a definirlo “molto più credibile di me”. Nel film Orlando di Sally Potter sarà la Regina Elisabetta I, a consacrazione definitiva della sua notorietà. La pièce di Mark Farrelly mostra la ferrea quanto logica presa di coscienza che sostiene la “poetica” di questo personaggio che, per sua stessa ammissione non ha nessun talento se non quello di essere se stesso. Emerge però la personalità e l’acume di cui è dotato, bastanti a distinguerlo e, purtroppo, a farlo minoranza nella minoranza. La bellezza del testo è di non essere confinato alla sola tematica omosessuale, ma avere un valore universale, parlando a tutti quello che si sentono separati in qualunque modo dal resto dell’umanità. Un “kit di sopravvivenza”, un suggerimento di tecnica di difesa per ogni dolorosa situazione umana che ci si trovi a vivere, per costruire una corazza fatta d’intelligenza e sagace distacco. Drammatiche verità sempre dette con ironia e leggerezza, pur su un ordito di una costante e sottesa violenza del mondo esterno, che non accetta la persona per quello che è. Da qui il grido messo in bocca a Quentin Crisp: di “essere”, essere sempre se stessi, scoprire chi siamo e soprattutto esserlo! Le qualità di brillante ironia, gustose abilità di tenuta di scena e ammiccante coinvolgimento del pubblico, rendono Luca Toracca attore ideale per portare in palcoscenico la sorprendente e fiammeggiante figura di Crisp. Si cala nel personaggio (che gli calza come un guanto) con febbrile e convincente immedesimazione. Mai esagerato, mai patetico, scevro da etichette di sorta, non si ride mai sguaiatamente, si sorride – quello sempre – anche nei momenti più drammatici. Commovente quando ci partecipa le sensazioni provate in tempo di guerra, festino di morte e vita; o negli accenti di empatia provati, quando posa a modello, per le vedove. Ferdinando Bruni drappeggia Toracca in fantasiose mises, vividi trucchi, ed elaborate pettinature, lo porta a esibirsi in passi di danza e mimare la morte del cigno. Riveste il protagonista di un’umanità che ben fa percepire il mito di cui si è aureolato Quentin Crisp, rispettato per il coraggio nelle prese di posizione, onestà, oltre che per l’acume sfoggiato nei monologhi televisivi. Luci e suono di Roberta Faiolo e Lorenzo Crippa, scene e costumi di Roberta Monopoli. Travolgente tributo di applausi e affetto a Toracca (ricambiato) di un pubblico che, purtroppo, non riempiva la sala. Da non mancare.

gF. Previtali Rosti

ph Laila Pozzo

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