Trieste – Teatro Miela, 18 e 19 maggio 2023
Al Teatro Miela di Trieste è andato recentemente in scena Life is a Cabaret – Benvenuti al Kit Klub, brillante riscrittura di un testo dalle molte vite: musical (il Cabaret del 1965 con le musiche di John Kander, liriche di Fred Ebb e libretto di Joe Masteroff); film musicale (Cabaret anch’esso, ispirato dal precedente e diretto da Bob Fosse nel 1972, con Liza Minnelli e Michael York); adattamento teatrale (I’m a camera del 1951, con il testo di John Van Druten); romanzo (Goodbye to Berlin del 1939 di Christopher Isherwood, che con Mr Norris Changes Trains del 1935 costituisce un dittico sulla vita di un inglese a Berlino – l’autore stesso – lucido testimone del nazismo in ascesa). Un soggetto che evidentemente funziona e si mantiene fresco nel tempo, forse anche grazie alla dichiarazione iniziale di Isherwood all’inizio del romanzo stesso: la volontà di essere un semplice spettatore che, come una macchina fotografica, registra e testimonia senza prender parte attiva a un periodo molto particolare della Storia (tra la fine degli anni 20 e l’inizio degli anni 30 del ‘900) in una Berlino vivacissima e trasgressiva, ignara di trovarsi sull’orlo di un abisso tremendo.
Questa volta, a produrlo in collaborazione con il Festival Internazionale dell’Operetta FVG, è la TMC – l’Associazione Trieste Musical Company.
Si tratta di una realtà vivace e fresca: perché fondata nel 2019, per l’età degli attori e dei volontari, ma anche per essere coordinata da un gruppo di giovani: Aliki Pappas (Direttrice Artistica), Davide Coppola (Direttore Musicale), Michele Amedeo (Regista) e Giulia Cechet (Coreografa).
È una compagnia semiprofessionale di teatro musicale – costituita cioè da professionisti e da appassionati – il che le permette di cogliere il meglio dai due ambiti del mondo artistico: la competenza di chi lo fa per mestiere e l’entusiasmo di chi calca le scene pur vivendo di altro. Tale vincente combinazione fa sì che si riesca a giocare seriamente puntando al massimo dell’eccellenza individuale e collettiva, senza dimenticare mai che lo si fa per divertirsi e divertire. Se ciò avviene, si cammina sul filo, in perenne equilibrio tra due componenti fondamentali e necessarie per ogni spettacolo. Ed è una situazione altamente instabile, che qui riesce appieno.
Il pubblico in sala, numerosissimo in entrambe le recite, si è divertito per la verve scanzonata e convincente, ha partecipato commosso e preoccupato nel seguire le vicende dei personaggi – tutti ben tratteggiati e interpretati con efficacia dagli attori-cantanti (Diletta Faggioni, la candida Sally Bowles; Mattia Sferch, il romanziere Cliff Bradshaw; Roberto Zuardi, l’inquietante EMCEE, maestro delle cerimonie del Cabaret; Elisabetta Cancelli, l’anziana acqua cheta Fräulein Schneider; Raffaele Antonio Tarditi, l’innamorato Herr Schultz; Ludovica Buri, la decisa Fräulein Kost; Luca Clai, l’impettito Ernst Ludwig; le esuberanti ragazze del Kit Kat Klub: Sofia Mangraviti, Rosie; Monica Messina, Texas; Ilaria Marzolla, Lulu; Ludovica Buri, Fritzie; Debora Manna, Helga; i Kit Kat boys/poi anche i nazisti: Riccardo Dalla Mora, Bobby; Matteo Ribolli, Victor/la scimmia; Edward Schembri, il marinaio Rudy).
Responsabili del successo anche le indimenticabili musiche ben eseguite, dal vivo e sul palco, dal TMC ensemble diretto da Davide Coppola (anche alla II tastiera), con Carolina Perez Tedesco, I tastiera; Camilla Collet, batteria; Kevin Reginald Cooke, basso; Andrea Corazza, clarinetto; Riccardo Pitacco, trombone.
Life is a Cabaret: recitiamo ruoli che crediamo stabili, fissi, decisi da noi stessi; ci illudiamo di essere gli unici artefici delle nostre esistenze, troppo spesso dimenticandoci di quanto dipendiamo gli uni dagli altri, nel bene e nel male.
Di quanto grande sia la responsabilità che ognuno ha nei confronti di chi gli sta accanto, non importa se conosciuto o ignorato, se odiato, amato o indifferente.
Paola Pini