Dal 6 all’11 giugno 2023 al Teatro Carlo Felice di Genova
Oggi pomeriggio, domenica 11 giugno 2023 è andata in scena al teatro Carlo Felice di Genova l’ultima replica del “Don Pasquale” di Gaetano Donizzeti, precisamente il matinée del turno C. La regia del giovane Andrea Bernard, si potrebbe sintetizzare magnificamente con una frase in genovese stretto urlata dalla galleria, evidentemente da un abbonato stanco di regie assurde e cioè: “A nu l’ è na bagascja” che tradotto per i non genovesi significa: “non è una prostituta”, riferendosi alla povera Norina che da gentile signorina di buona famiglia ottocentesca, diventa una escort da casino, che poi anche senza accento andrebbe bene ugualmente…
Siamo stanchi, come spettatori, come abbonati e come critici di opera d’assistere a tali inutili, ridicole oltre che di cattivo gusto regie di pseudo intellettuali. Basta! E sinceramente, se si continua su questa strada, non so quanti abbonati riterranno di rinnovare il costoso abbonamento alla stagione d’opera. Lo spettacolo in sé, a parte le volgarità gratuite e fuori contesto, avrebbe potuto benissimo essere trasposto in una epoca contemporanea, ma con gusto, garbo e intelligenza…
Veniamo ai cantanti, tutti giovani formati dall’accademia di perfezionamento del teatro genovese: Omar Cepparoli presenta un Don Pasquale ottimo dal punto di vista teatrale ma non del tutto convincente dal punto di vista vocale. Ottima Interpretazione scenica e vocale di Silvia Caliò, nonostante le scemenze registiche, che l’hanno trasformata in una olgettina “de noantri”… Buona presenza e ottima vocalità ha dimostrato Davide Maria Sabatino, interprete del simpatico nipote di Don Pasquale. Eccellente la prova di Francesco Samuele Venuti, uno scoppiettante Malatesta in ottima forma.
La direzione d’orchestra, affidata a Ivan Ciampa, spesso ha avuto cali, coprendo le voci degli interpreti. Nonostante la bravura degli orchestrali, si è risentito molto questo stacco tra buca e palcoscenico. Sempre bravissimi i nostri coristi. Pubblico numeroso e plaudente, nonostante qualche abbandono di sala anzitempo.
Capiamo la necessità di risparmiare e di proporre voci giovani e nuove, ma allora, si facciano rappresentazioni fuori abbonamento e a prezzi popolari: ne va della serietà di un teatro prestigioso come il Nostro.
Stefano Ceniti
