In punta di piedi di Lucia Alba

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L’autrice Lucia Alba ha pubblicato per Bertoni Editore il libro di poesie “In punta di piedi”, (Collana di poesia contemporanea “Aurora” a cura di Bruno Mohorovich). La giornalista pubblicista Ilaria Solazzo ci ha scambiato quattro chiacchiere per conoscere meglio lei e il suo lavoro e renderlo pubblico per noi di “Corriere dello spettacolo”.

Cosa ti ha spinto a intraprendere l’avventura di realizzare un libro di poesie?

L’ho fatto per realizzare il desiderio di dar vita duratura alle mie riflessioni poetiche e poterle così trasmettere alla mia famiglia, agli amici e a chi leggendomi magari ci si ritrova.

Hai delle abitudini particolari durante il processo di scrittura?

Molte abitudini fanno parte di me tra cui quella di rifilarmi giornalmente piccoli spazi di silenzio accogliente; pormi, cioè, come in attesa della giusta ispirazione, della vocina interiore,che puntualmente arriva attraverso un’emozione e che può riguardare un colore, una nota musicale, il sorriso di un bimbo o gli occhi di un anziano…Da qui nasce il vagito poetico. Un’altra personale abitudine è quella di scrivere nel silenzio della notte, come pure affidarmi al ritmo affinché ciò che scrivo abbia cadenza musicale, armonia poetica e carattere.

Che messaggio hai voluto lanciare con “In punta di piedi”?

La vita è un viaggio che va fatto così, appunto “In Punta di piedi”. “La vita senza gentilezza è un sogno disincarnato”: ecco inizio a rispondere alla tua domanda con questi miei versi, che vogliono essere un invito all’uomo di oggi a fare propria una modalità relazionale basata sulla pratica dell’umiltà, della discrezione e della gentilezza. “Un cuore senza gentilezza, senza amorevolezza è un cuore snudato”. Quindi il mio messaggio è una invocazione a creare un mondo migliore basato sul saper portare avanti rapporti relazionali gentili e pacifici.

Una curiosità: qual è il libro più bello che hai letto fino ad oggi?

Devo molto alla letteratura per l’infanzia, perché ha contribuito a strutturare in me il senso dello stupore, dell’immaginazione e della capacità di emozionarsi ed entrare in empatia. Da adulta ho letto un po’ tutti i generi, dal classico al moderno,dalla narrativa alla saggistica. Ma i libri che vivono sempre nel mio cuore sono:
“I dolori del giovane Werther” di Goethe, “Diceria dell’untore” di Gesualdo Bufalino, (che è stato anche mio professore di italiano) e “Siddartha” di Herman Hesse.

Come hai scoperto la tua passione per la scrittura? Come l’hai coltivata?

Sin da piccola ho amato la scrittura e quando leggevo le favole, le reinventato a mio piacimento, le trascrivevo usando la fantasia di bambina che si immedesimava ed entrava in empatia con personaggi e contesti. Da allora la scrittura ha fatto sempre parte rilevante della mia vita, anche perché svolgendo la professione di insegnante avevo perennemente la penna in mano. E così, pur scrivendo argomenti tecnici o di didattica, veniva fuori sempre la versione emozionale e poetica.

A tuo avviso quali differenze ci sono nello scrivere libri di poesie rispetto a testi di altra natura?

Secondo me la poesia è l’alito del cuore, la forza generatrice dell’inconscio,la tempesta che si scatena dalle emozioni. È una danza coevolutiva tra parola e immagine interiore in cui entrambe si muovono armoniosamente sotto l’impulso delle emozioni. Ora,chi ha la fortuna di possedere queste consapevolezze, le farà emergere tanto nella scrittura poetica che nella narrativa o altro genere letterario e, cosa di primaria importanza, riuscira’, arriverà ad emozionare il lettore ,il quale vi si ritroverà!

Come è cambiata la tua vita scrivendo?

Inizialmente la mia musa ispiratrice ha trovato la via nel sentimento forte dell’amore per il mio amato, al quale è dedicato quasi il 50% dei versi della raccolta “In punta di Piedi”. Ma anche il mio mettermi in empatia con il mondo circostante, con aspetti della natura, il comportamento umano, la difficile condizione esistenziale di oggi, la senilità, la solitudine,la morte e la sofferenza disumana causata da contesti sociali in cui oggi manca la volontà di costruire la pace. Ecco,anche questi aspetti riescono a sollecitare significativamente la mia ispirazione.

Che sensazione si prova dopo aver scritto un libro?

Posso rispondere a questa domanda parlandoti della gioia smisurata che ho provato quando mi sono trovata a Roma, in Calabria, in Umbria e in varie città siciliane con il volume tra le mani a parlare della mia poesia, al cospetto degli spettatori e tra grandi poeti della casa editrice Bertoni; della grande emozione al sentire le lodi a me indirizzate dai lettori a cui la raccolta è molto piaciuta, lettori ai quali va sempre la mia gratitudine e i miei sentiti ringraziamenti. Gli stessi che vanno sempre a Jean Luc Bertoni e al mio curatore, il caro poeta e coordinatore Bruno Mohorovich.

 

Quando hai capito di essere portata per la scrittura?

Ho capito di amare la scrittura, come ho già detto, tramite la letteratura dell’infanzia ma soprattutto quando il mio professore di italiano Gesualdo Bufalino, riportando in classe i temi corretti, mi chiedeva: dove hai trovato il materiale e le notizie del tuo scritto, che hai saputo ben esporre e con tale dovizia di particolari?

Se potessi fare un regalo all’umanità per cosa opteresti?

All’umanità regalerei la “capacità di emozionarsi” profondamente, che fa dell’uomo il possessore della bellezza del mondo; che tutti si possa vivere dicendo, “Ho un rapporto molto sentimentale con la vita e ovunque si posi lo sguardo mio, lì germogliano emozioni”.

Quale sogno è tuttora nel tuo ‘famoso’ cassetto?

Di continuare a scrivere e poter pubblicare il mio nuovo lavoro che ha in sé qualche sfumatura di classicismo: e poi continuare a emozionarmi ed emozionare.

In soli tre aggettivi come puoi descrivere “In punta di piedi”?

Gentile, umile e sentimentale.

Ilaria Solazzo

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