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     Il poliziottesco… in pillole. Poliziotto solitudine e rabbia

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Gli appassionati del poliziottesco sanno come Maurizio Merli sia stato un’ icona di questo genere cinematografico, interpretando l’ attore romano, in una prima fase, quella con Lenzi e Girolami soprattutto, il ruolo del Commissario “ cazzuto “, per dirla alla Laura Belli, attrice piuttosto presente in queste pellicole, in una seconda fase, soprattutto con Stelvio Massi, un personaggio maggiormente riflessivo, sempre comunque dedito all’ uso di pistola e cazzotti. Il film di cui leggerete oggi rappresenta il Merli seconda fase, un film che, in qualche modo, rappresenta la fine di un genere cinematografico che, ormai, aveva ben poche cartucce da sparare, “ Poliziotto solitudine e rabbia “, con la regia di Stelvio Massi, con cui Merli instaurò un fortunato sodalizio, in quanto i due girarono insieme ben sei film.

Nicola Rossi è un ex poliziotto ormai ritiratosi a vita privata, ma viene richiamato in servizio da un suo ex collega, Tony, interpretato da Francisco Rabal, che chiede il suo aiuto per sventare un probabile attentato ai danni di un industriale tedesco in visita a Venezia il quale, però, viene ugualmente ucciso insieme a Tony. Il killer viene a sua volta gravemente  ferito e, dopo avergli estorto informazioni con i suoi vecchi metodi, Nicola parte alla volta di una cupa e grigia Berlino Ovest per capire cosa ci sia dietro a questo attentato. Qui, farà la conoscenza di un’ affascinante, misteriosa e triste donna, Vivien, grazie alla quale entrerà in contatto con i vertici dell’ Organizzazione, che gli affideranno come primo compito, non fidandosi completamente, quello di uccidere un poliziotto. Nicola tergiversa, accetta, ma l’ uccisione del poliziotto non convince appieno l’ Organizzazione che sospetta come Nicola nasconda qualcosa. Fra Nicola e Vivien nasce l’ amore, anche se lui nutre sempre qualche perplessità. Dopo che Nicola avrà avvisato i suoi capi in Italia, si rende conto che Vivien è realmente innamorata di lui e cercherà di salvarle la vita, non riuscendovi. Il finale del film vede il Capo tentare di fuggire in aereo, Nicola spara un ultimo colpo e si vede come, all’ interno dell’ aereo, questi sia stato ferito a morte. Il finale vede Nicola allontanarsi, senza dire una parola, amareggiato e deluso, proprio come un “ Poliziotto solitudine e rabbia “, vincente ma, al contempo, sconfitto.

Questa pellicola rappresenta l’ ultima collaborazione fra Merli ed il regista marchigiano, un film triste e cupo, quasi, forse, più noir che poliziottesco, con un Merli che, al canto del cigno del poliziottesco e, praticamente anche della sua carriera, fornisce una delle sue migliori prove attoriali.

Stefano Steve Bertini

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