Beethoven in Vermont, di M. Letizia Compatangelo, Teatro Lirico, Milano , 28 settembre 2023

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M. Letizia Compatangelo scrive e dirige uno spettacolo da non perdere per più motivi. Innanzitutto per la storia che racconta. Una storia sconosciuta al grande pubblico che tuttavia ha rivoluzionato il modo di “fare” musica da camera fuori dagli stilemi e anche dai luoghi canonici della tradizione. In breve nel 1939, in Germania, un famoso trio composto dai fratelli Adolf ed Herman Busch, violinista e violoncellista e dal pianista Rudolf Serkin, ebreo, decidono di rinunciare alla cittadinanza tedesca e di emigrare negli Stati Uniti perché disgustati dalla politica criminale nazista. Si stabiliscono così nel boscoso Vermont e vi fondano la “Marlboro school of music” dove sperimentano con i loro giovani allievi un diverso modo di apprendere la musica da camera scritta dai grandi Compositori europei. Questa inedita modalità di approccio avrà risonanza internazionale a partire dal’8 luglio del 1951, cioè da quando il famoso trio inaugurerà il “Marlboro festival” con l’Opera 97 di Beethoven, un’opera scelta soprattutto per il suo alto contenuto ideale di pace e di fratellanza. E dunque lo spettacolo che Compatangelo inscena, alternando dialoghi a brani musicali, è una immaginaria ricostruzione dei dubbi e dei conflitti, anche personali, che si svilupparono fra i tre protagonisti quando dovettero scegliere il brano d’apertura del concerto inaugurale del Festival. Ad impersonare, anche come attori, i tre musicisti tedeschi, vediamo un nostro trio di musica da camera altrettanto famoso, il trio “Metamorphosi”, composto da Mauro Loguercio e dai fratelli Angelo e Francesco Pepicelli. I nostri eccellenti musicisti hanno anche recitato le parti dialogate con quel sicuro piglio attoriale che si attiva quando la parte da recitare va a confluire nella passione personale.

In conclusione uno spettacolo da non perdere perché, oltre a ricordare un evento poco noto della storia della musica, ha permesso al pubblico che gremiva la sala di assistere ad una inusuale e felice combinazione fra dialogo e musica da camera.

Ombretta De Biase

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