The Best European Show: quando il teatro parla di sé

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Cosa accadrebbe se il teatro avesse una reale ricaduta politica? Come sarebbe se a Bruxelles vi fosse una competizione teatrale in stile Eurovision, vissuta con la stessa risonanza della Notte degli Oscar? A queste e a molte altre domande tenta di rispondere The Best European show, che ha visto il suo debutto in prima nazionale il 21 ottobre al Teatro Due di Parma. Lo spettacolo nasce da una coproduzione di quattro teatri europei che aderiscono alla rete E.T.C- European Theatre Convention (Polonia, Kosovo, Malta e Slovenia) e sarà in tournée nei teatri produttori.

Scritto da Marko Bratuš e dal regista serbo Haris Pašović, la scena apocalittica ruota attorno ad una giuria che stronca ogni performance proposta, giuria corrotta da Richard, uno spietato tentatore e magnate, interpretato da Davide Gagliardini, che li manipola come pupi di pezza. Un direttore di teatro, un funzionario governativo, uno scrittore, un critico teatrale, una diva e un regista sono i suoi burattini, impegnati attorno un tavolo bandito per le nozze di qualche giorno prima. Trascorrono ore a passare al vaglio dei trailer di dubbio gusto promossi dalle varie nazioni in gara e il processo di valutazione è estenuante, tra un tetto che gocciola, una copertura di rete assente, una luce intermittente mentre fuori imperversa la rivoluzione: la gente è stanca di questo teatro. (Come sarebbe stimolante se il teatro avesse un’eco tale?!) A peggiorare ulteriormente lo stato d’animo della commissione la stanchezza e la fame, che si fanno sentire dopo un lavoro durato tutta una notte, sino ad arrivare ad un inaspettato finale…e ad un monologo che racchiude in sé tutto il senso dell’opera.

The Best European Show non annoia nonostante la durata, è una tragicommedia surreale, ricca di spunti di riflessione (molti i riferimenti a Brecht, Shakespeare e Artaud) che parla di teatro. E’ una messinscena irriverente e satirica che ci sveglia dal torpore, chiamandoci in quanto spettatori a chiederci soprattutto: “Il teatro di oggi può dirsi indipendente?”, “Qual è il suo ruolo?” “Quanto di quello che vediamo è frutto di scelte politiche?”.

Chiara Cataldo 

 

di Marko Bratuš e Haris Pašović
con Paola De Crescenzo, Ana Facchini, Davide Gagliardini, Ibrahim Koma, May-Linda Kosumovic, Weronika Kozakowska, Philip Leone Ganado, Felix Römer, Gianni Selvaggi, Armend Smajli, Błazej Stencel
dramaturg Sean Buhagiar
scene e costumi Krystian Szymczak
luci Branislav Milinković
musiche Trimor Dhomi
produzione esecutiva Aleksandra Kotapska
regia Haris Pašović
produzione Fondazione Teatro Due, Teatru Malta (MT), JK Teatro Opole (PL), Slovensko narodno gledališče Nova Gorica (SI) e Teatri Kombëtar i Kosovës (KS)
realizzato con il supporto di E.T.C. Development Grant – E.T.C. è sostenuto da EU
Foto Edgar de Porey

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