Si pubblicano le liriche di Enrichetta Giornelli, vincitrice della sesta edizione del Premio di Poesia Pierluigi Galli.
Madre
Fisso il tuo sguardo
madre,
oltre l’inferriata del tempo,
addolciva di malinconia
la carezza
d’un meriggio assolato
che riavvolgeva il nastro
d’una vita,
spesso spezzato
da vuoti di silenzio.
L’ estate vacillava
nel rantolo dei rondoni,
nei fiori di campo
sgualciti,
sul prato ingiallito
… e poi le tue labbra
serrate
nel tremito d’un respiro
posato
sull’ultima rosa
d’agosto.
Cleofe
Sonnecchiava il borgo
a sera
quando si spegnevano
i rumori del giorno
e il silenzio dipanava
pause
tra stanche nenie.
Cleofe ricamava trine
sui vetri
che zampillavano neve
dagli infissi stremati
quando l’inverno
incrinava il ghiaccio
nella scarsa brace
su cui tendeva
le rigide palme.
Era
Il portone della casa
sempre aperto,
solo il vento
lo serrava per giorni
finché si perdeva
in lontananze montane,
e solo allora Cleofe
riappariva sulla soglia
col fazzoletto scozzese
legato alla nuca
e il volto bianco
di solitudine.
Carillon…
Il mare questa sera
inonda di salsedine
la spiaggia
del mio pensiero
con spruzzi di memoria
mentre raccoglie trucioli
riportati dalle onde del tempo.
Era febbraio…
lieve mareggiata
sulla soglia di una infanzia
protetta dalla rete dell’illusione
dove tu, pallida bimba,
ancora ignoravi il dolore
puntando lo sguardo
sulle piroette della ballerina,
drappeggi caricati
dallo sguardo del sogno
sulle note di un carillon
mentre i flutti accendevano
l’urlo della tempesta
che incrinava i battenti del vivere.