La miliardaria e il marinaio innamorati in “Travolti da un insolito destino”

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L’acqua, come si sa, era uno dei 4 elementi costitutivi della Natura nella scuola ionica filosofica di Mileto con Talete, Anassimene, Anassimandro ed ha quindi un valore fondamentale nel globo mondiale, anche perché noi siamo formati prevalentemente di essa ed all’inizio il pianeta era ricoperto per lo più da codesto bene primario, che poi si ritirò permettendo la generazione evolutiva delle terre emerse. Pertanto non se ne può fare a meno ed è una risorsa preziosa tanto che dove manca v’è la siccità, la carestia e molti muoiono di sete o sono gravemente disidratati, al punto che le oasi sono una fortuna , per non dire un miraggio , nel deserto e talora bisogna ricorrere nei casi estremi a gesti d’estrema personale sopravvivenza, che altrimenti sarebbero logicamente ripugnanti. Pertanto non esiste solo l’oro nero , ossia il petrolio, ma anche la necessità di quello bianco, che trovi scavando pure le falde terrestri, in certe circostanze correndo comunque il rischio che sia inquinata od infetta come nei pozzi neri od artificiali di qualche Paese del Terzo Mondo ancora sottosviluppato. Spesso diventa gravemente nociva con le tempeste marine, gli tsunami, l’inondazioni devastanti, come nell’arcipelago indiano nel 1994 , oppure con l’alluvioni e lo straripamento dei fiumi e torrenti, di cui il nostro territorio ha fatto più volte esperienza sia al Nord che al Sud. In estate consente d’andare al mare a farsi i bagni e prendere la tintarella con il solleone, per non dire dell’amene crociere nel Mediterraneo o “Mare Nostrum” oppure nei Caraibi,  volendo parecchi vivere vicino al mare e facendo i tuffi od il windsurf dai primi della primavera fino al caldo autunno. Talora gli incrociatori ed i sommergibili affondano come avvenne al” Nautilus” di Nobile, al sottomarino russo con immani perdite  sul finire del XX secolo ed ultimamente ad uno della Royal Navy che per un’avaria è precipitato a fondo senza scampo, per non ricordare il naufragio della Costa Crociera con il comandante Schettino all’isola del Giglio, senza dover citare il bellissimo film di guerra con F. Favino e gli U-Bot tedeschi del secondo conflitto mondiale. Riflettendo su tutto ciò, la famosa regista italiana Lina Wertmuller da poco scomparsa in collaborazione con Valerio Ruiz realizzò negli anni ‘ 70 il meraviglioso film sociale in chiave romantica “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” interpretato dalla magnificaz coppia di straordinari attori formata dall’inossidabile Giancarlo Giannini e dalla rimpianta stella del firmamento recitativo Mariangela Melato,  che diede l’illusoria prospettiva d’una possibile fusione nel benessere delle classi sociali italiane, mentre ora la disparità economica si sta ampliando e molti che fino a qualche tempo fa appartenevano alla borghesia media dopo il Covid hanno perso il lavoro, anche per il decollo della tecnologia per cui non erano pronti e preparati, nonché per lo spostamento delle grandi fabbriche od imprese negli Stati dell’Est con minore costo della manodopera, per cui si sono ritrovati senza lavoro e perciò costretti a ricorrere alla Caritas od all’associazioni benefiche di volontariato altruistico. Perciò non desta sorpresa che Marcello Cotugno ed Irene Alison nell’adattamento teatrale di questa pellicola, con l’effetto d’una maggiore incisività sullo spettatore con una sua più coinvolgente partecipazione, abbiano apportato delle modifiche al testo originale : s’è inserita la mondanità con il suo sfrenato pettegolezzo e futili discussioni verbali con alterati litigi, la nota dell’omofobia e del sempre più sfrenato tradimento delle convenienze sociali od accettato conformismo, il cameriere non è più siciliano ma tunisino in quanto “c’è sempre un Sud per tutti” ed in tale ottica sussiste il rimando alla “Primavera Araba”, che non è che abbia arrecato sostanziali miglioramenti democratici nei Paesi che l’hanno vissuta. Lo spettacolo è concepito in due atti di poco più di due ore con una scenografia ed un’argomentazione della trama ben distinte : nel primo atto siamo sulla spiaggia del litorale di Dubai con un’ambientazione “soft” ed aristocratica tra sdraio per i signori che civettano e bevono alcolici, succosi party, serviti dai camerieri vestiti in abito spezzato bianco, con camicia o maglietta e pantaloni, con la facoltosa Raffaella che con il suo olfatto avverte l’olezzo di sudore di Gennarino e gli impone dispoticamente di cambiarsi  per il ribrezzo suscitato, lasciandosi abbronzare ed ordinando sussiegosi drink ai dipendenti, che bisticciano in preda alla loro ignoranza ed istintività tra loro: nella seconda parte siamo invece sull’isolotto scoglioso ed impervio, ma lussureggiante per le verdi piante, disabitato senza un minimo alimento o possibile approvvigionamento con la caccia. Sembrerebbe di stare sull’isola dove approdò C. Colombo a San Salvador nei Caraibi od in quella vergine di Robinson Crusoe di Daniel Defoe nei romanzi di viaggio della Letteratura inglese del Settecento, per non dimenticare J. Swift con “I viaggi di Gulliver”. La splendida ambrosiana Raffaella Pavoni Lanzetti è voluta uscire per una bella giornata di mare con il marinaio tunisino Gennarino Carunchio su un canotto non molto attrezzato, simile alle piccole canoe con cui si va sul Rio delle Amazzoni, quando improvvisamente s’è scatenato un violento temporale e mare tempestoso che l’ha scaraventati tutti bagnati su quel fortunato appiglio e rimedio miracoloso alla difesa della vita. Lei gli rimprovera di avere il timone rotto, di non aiutarla a salire sulle rocce facendosi pure male, non cercare aiuto e non sperare soccorso con il cellulare che non ha campo e dunque non funziona, non potendo nemmeno ricorrere alla pistola lanciarazzi poiché è scarica. Non vi sono dunque vie d’uscita se non affidandosi all’intuizione grossolana ed alle maniere ingegnose, rurali , di Gennarino per cui i ruoli si capovolgono ed ora è lui a comandare, rinfacciandole tutta la superba arroganza iniziale e rispondendole per le rime con volgari offese ed insinuazioni quando lei lo tratta con disprezzo ed ingiurie dall’alto in basso. Non ci sono più regole, norme, leggi e consuetudini civili da rispettare, il censo non conta più, c’è solo la ripulsa o la naturale attrazione fisica tra due esseri che, dietro la maschera, l’ipocrisia sociale e l’ironia sarcastica , si cominciano a guardare nel bisogno con altri occhi e spontanea sorge un’empatia profonda, un desiderio d’avvicinamento e sensitiva unione che li porta a cancellare come d’incanto il passato per concedersi con piacere ed ardente amore focoso l’una all’altro, facendolo e cantandolo giulivi , festosi e felici con una gioia straripante  destinata  parrebbe a non finire. Si sa, il fato e la fortuna sono capricciosi, gli astri ti possono favorire come pure voltare le spalle, per cui la felicità immensa che c’era prima dopo due giorni non vale più, la disgrazia stradale o la patologia terminale c’attendono sovente inaspettatamente dietro l’angolo, per cui il domani sereno e positivo, che sembrava schiudersi, improvvisamente cambia colore e diventa cupo e fosco, basti pensare alla povera Giulia che stava per laurearsi a Padova in ingegneria ed al contrario è stata uccisa dal vile e turpe  amante respinto Filippo  Turetta,  che l’ha colpita appena uscita di casa  e poi finita con numerose coltellate che l’hanno fatta agonizzare per 20 minuti. Per colmo di sfortuna lei aveva pagato pure l’ultima cena e per la sua innata bontà non voleva lasciarlo in quanto temeva che potesse farsi del male, essendo incapace di controllarsi  come ha stabilito la perizia psichiatrica disposta dal magistrato tedesco.  Adesso alla sua “ubris” o terribile violenza disumana ed orrendo misfatto “ contra legem”, come dicevano i Greci, farà seguito la “nemesi” penale umana e la giustizia divina, avendo tempo vita natural durante per pentirsi dietro le sbarre. Comunque è inutile incolpare di tutto il patriarcato e ben venga la psicologia sessuale nelle Scuole Superiori, ma non si viene ad essere “lupi in una notte” come ha detto il professor Crepet e qui rientra la mancanza formativa ed educativa sul piano caratteriale e di coscienza delle famiglie. Infatti, per tornare alla piece osservata sul palcoscenico, dopo essere stati salvati da un’imbarcazione di passaggio per il falò acceso con  tronchi di legno da Gennarino, i due rientreranno nel sistema della convivenza sociale dove è più facile scendere le scale che salirle metaforicamente e Raffaella volerà via con un aereo, nonostante si siano giurati sul momento eterno amore fedifrago con Gennarino che l’aspetta  inutilmente al porto,  rinvenendo soltanto un biglietto d’indifferente addio per una passione senza rimpianti da parte di Raffaella  per la temporanea avventura. Hanno cantato dolcemente insieme un’oblazione reciproca del cuore che ha avuto il breve spazio della tregua tra Hamas ed Israele per  la liberazione di 50 prigionieri unicamente semiti contro 150 arabi e la proporzione dei due terzi di differenza tra gli uni e gli altri non ci sembra giusta. Splendidi interpreti che hanno focalizzato a tutto tondo le caratteristiche interiori e la mentalità dei loro personaggi all’estremo opposto, in una sfida da ring verbale della boxe dialettica simbolizzata pure con l’ausilio e l’appoggio della gestualità mimica e postura fisica, sono stati la superlativa ed affascinante Euridice Axen, con il nome tratto dall’ “Orfeo” mitologico di Poliziano ovvero Angiolo Ambrogini il cui pseudonimo fu desunto dal monte che sovrasta la natia cittadina di Montepulciano ,ben combattuta oralmente dal rappresentante della classe umile e semplice, tuttavia onesta e sincera, dei nullatenenti che è il tipo umano di Gennarino. La loro frizzante verve e grottesca, paradossale, resa dei ruoli predominanti è stata perfetta e fotografa esattamente la realtà odierna. Accanto a loro sono stati degni comprimari : B. Alesse, A. Angelici e F. Cordella, ben diretti dall’ideatore e regista Marcello Cotugno, che ha avuto il tempo per curare pure la colonna sonora. Le sfolgoranti scene prima in bianco del lungomare e poi in verde dell’aspra e rocciosa natura sono di Roberto Crea, mentre l’immagine del contemporaneo abbigliamento, specchio dei distanti strati sociali e delle facoltà economiche di ciascuno,   è di Lisa Casillo. Il lavoro, rivisitazione sofisticata ed attuale della celebre pellicola, sarà al Quirino alias Vittorio Gassman in omaggio all’insigne artista genovese fino al 3 dicembre.

Giancarlo Lungarini

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