“Sinestetica”, il nuovo album del progetto Freddo

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É uscito venerdì 17 novembre 2023 su tutte le piattaforme digitali il nuovo album del progetto Freddo, un disco che prova a dare una personalissima definizione a una parola che non esiste: “Sinestetica“. Freddo l’ha infatti inventata per dare una forma a quella che gli piace immaginare come “larte della sinestesia”. La sinestesia è tecnicamente la capacità di percepire intrecciando i sensi, un’associazione espressiva tra parole pertinenti a diverse sfere sensoriali.

Noi lo abbiamo intervistato, tra aneddoti ancora inediti e particolari della sua vita a Londra, abbiamo scoperto qualcosa in più di “Sinestetica”, ecco com’è andata!

Abiti a Londra ma fai musica in italiano. Forse il tuo è anche un modo di rimanere a casa? Cosa dicono gli inglesi di ciò che fai?

E’ sicuramente un ritorno a casa, e’ vero. Scrivere in italiano e’ una forma molto profonda di conoscenza di me stesso, una sorta di indagine interiore, e puo’ essere fatto solo nella lingua madre. Dopo tanto tempo a produrre e suonare musica per gli altri qui in UK e’ stata proprio la mia lingua a spingermi verso il progetto Freddo. Scrivere e’ sempre stato un mio rifugio, ad un certo punto mi sembrava ovvio dover unire due cose cosi importanti come la musica e le parole. Poi l’inglese pero’ e’ la mia vita da anni e quindi in questo secondo album ho deciso di inserire frasi che sono degli “statement” veri e propri. Gli inglesi sono assolutamente curiosi del mio mondo, magari non capiscono certi riferimenti musicali che per noi italiani sono invece chiari, importanti e radicati, ma e’ bello vederli ascoltare e commentare le mie canzoni.

Ti è capitato altre volte di inventare parole per descrivere qualcosa che non sarebbe descrivibile in altro modo? E che cosa significa “Sinestetica”?

Più che inventare parole nuove diciamo che ho un forte legame con il mio dialetto di origine, il marchigiano, che come inflessione e’ forse tra i piu’ bruttini dei dialetti italiani, ma nasconde dentro un senso di terra e di antiche credenze di noce e caramelle alla menta delle nonne. Quindi in sostanza tra le lingue antiche studiate al liceo classico, le parole e i rimandi lessicali della mia terra di origine, il mondo anglosassone con i suoi suoni e le frasi idiomatiche, ecco diciamo che il mio cervello e’ ben popolato di suoni cui corrisponde un significato. Sinestetica nasce cosi, da una intuizione sonora legata ad un significato profondo che e’ diventato poi il concept di questo disco: mescolare i sensi lasciandoli fluire puo’ far nascere immagini e sensazioni nuove, e questa arte l’ho chiamata Sinestetica, un modo per riuscire a vivere sia la vita reale che quella sognata nell’intimo.

Come hai conosciuto Gianluca Amabili e Silvio Capretti, che hanno suonato con te in questo album? Hai dovuto spiegargli cosa volevi, oppure la resa è stata naturale e condivisa sin da subito?

Li conosco da un po’, già da prima dell’Album. Gianluca e Silvio insieme a Marcello Piccinini sono parte della fantastica band che ho in italia da quasi 3 anni. Mi seguono con pazienza e talento dall’inizio del progetto e insieme abbiamo fatto concerti piccoli e grandi. Conosciuti quasi per caso dentro il giro dei musicisti della mia zona intorno San Benedetto del Tronto, sono ragazzi che vivono di musica, preparatissimi e coinvolti in altri importanti progetti italiani. Silvio in particolare e’ l’ultimo arrivato nel team ma e’ quello che con i suoi mille talenti e conoscenze tecniche in studio mi e’ stato vicino anche dalla distanza aiutandomi sia come supervisore del missaggio, e sia nella produzione dell’ultimo live. Tra sequenze e i video in sync è uno show un po piu’ complesso e ambizioso e ha bisogno di un geek come Silvio Capretti!

Quali sono i luoghi di Londra che più ti rappresentano?

Londra come la vivo io e’ forse un po’ diversa da come la conosce magari chi l’ha vissuta solo per turismo. Ma ve li dico lo stesso, poi magari chi legge e dovesse passare quassu verra’ a toccare con mano…

Il primo che mi viene in mente e’ il Vibe Bar, un postaccio a Brick Lane che oggi non frequento piu’, non so se esiste ancora o se magari e’ diventato una roba fighetta grazie alla gentrification..ma nei primi anni 2000 e’ stato un centro live della musica indie molto attivo, con bands e artisti e personaggi vari. Ci passavo molto tempo, la mia carriera da musicista a Londra e’ partita da li.

Poi c’e’ il Cafe’ Boheme a Old Compton Street a Soho, il mio “osservatorio sociale”: un bar ristorante francese con i barman e i camerieri piu’ antipatici del

West ma praticamente un affaccio sul mondo. Ho passato domeniche intere a bere Picon Biere guardando il passeggio di gente strana, immaginando la loro vita, la londra di un tempo. Li ho dato appuntamento a tante persone importanti e seduto sui banchi in legno ho conosciuto una Londra non facile da spiegare.. Poi c’e’ Abney Park a Stoke Newington che e’ un antico cimitero ebraico dove mi piace sempre passeggiare e sedermi per ascoltare il silenzio dell’infinito, leggendo le incisioni sul marmo di sconosciuti vissuti 150 anni fa. Curiosita’, li hanno girato il video di Back to Black di Amy Winehouse. E per chiudere le Wetlands di Walthamstow che in un periodo chiave della mia vita sono state il passaggio segreto dietro la citta’.. una riserva di acqua con laghi artificiali e questa camminata lungo il River Lea, un affluente del Tamigi, che si fa percorrere svelando una Londra invisibile ai piu’. Ecco diciamo che mi piacciono i punti di vista alternativi, quelli mi rappresentano sicuramente.

Un particolare nerd della produzione che non potremmo mai immaginare, e che hai voglia di raccontarci? Sentiti libero di essere il più possibile tecnico.

Vabe’ qui stiamo mezzora adesso ahaha!! Allora una cosa affascinante forse sono le parti di synth e di voci che sono nate senza pensare e sono rimaste nel disco come registrate la prima volta. La Regola Del Fiume e’ praticamente tutto cosi, le parole le ho scritte cantandole e registrandole, in 20 minuti. Poi in Sinestetica Morale c’e’ una session di chitarre elettriche registrate in modo un po’ sperimentale a casa di Gianluca Amabili, l’ho costretto a registrare una lunghissima coda in feedback con il revenbero della stanza che chiude il pezzo e’ poi diventa il suono di sottofondo che sentite in Sinestetica (Reprise). In quest’ultimo brano poi ho suonato un Oud egiziano, mentre in Francamente nello special suono un mandolino italiano dell’800 (entrambi registrati in diretta senza poi ritoccarli). Le ultime due cose poi giuro smetto! La seconda stranissima parte di Rainbow ha delle voci campionate che si rincorrono: quelle in inglese vengono da una spiegazione scientifica sulla rifrazione della luce che forma appunto l’arcobaleno e quelle italiane da un vecchio documentario di Silvano Agosti. Rappresentano il post orgasmo (di questo parla Rainbow!) in cui abbiamo dentro sia la voce della ragione che la voce del bambino interiore. E per chiudere: andate alla fine di Sinestetica Morale, quei “oh” “ah” non sono fatti in studio ma e’ la registrazione di me che grido dentro una stanza acquedotto all’interno della Fortezza di Civitella del Tronto in Abruzzo.. Non so se questa e’ roba da nerd ma sicuramente c’e’ un flusso creativo trasversale per mettere insieme prospettive sonore e liriche surrealiste cercando di produrre un album come fosse un viaggio dentro un quadro di De Chirico…

Morgana Grancia

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