Nunzia Schiano: l’attrice divisa tra teatro, cinema e televisione ci parla dell’essere un’attrice in Italia

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Nunzia Schiano nasce a  Portici, in provincia di Napoli, nel 1959 ed è tanto l’amore che la lega alle sue origini e alla sua città,che continua a viverci. Finito il liceo classico,frequenta l’università  e inizia subito a muoversi nel mondo teatrale,costituendo una cooperativa con altri colleghi proponendo testi di Viviani, Petito, Basile,Ionesco,Courteline,Lorca .Importanti sono gli incontri con registi del calibro di Renato Carpentieri(progetto Museum) Davide Iodice(Zingari),Luca De Fusco(Antigone), Andrea De Rosa(Maria Stuarda), Geppy Gleijeses(Così parlò Bellavista ), Liliana Cavani(Filumena Marturano) Arriva anche il cinema con varie partecipazioni. “Sul mare”di A. D’Alatri”, “Benvenuti al Sud” e “Benvenuti al Nord”, entrambi di Luca Miniero,  nel ruolo della mamma di Alessandro Siani.  “La kriptonite nella borsa”di Ivan Cotroneo. “Reality” e “Dogman”di Matteo Garrone. “Se son rose”di Leonardo Pieraccioni.Da annoverare anche alcune significative partecipazioni alle fiction  “la mia bella famiglia italiana”con Alessandro Preziosi per la Rai, “Rimbocchiamoci le mani” con Sabrina Ferilli su Canale 5, “I Bastardi di Pizzofalcone ”, “L’Amica geniale”,”Romolo e Giuly la guerra mondiale” per Sky.”Il commissario Ricciardi” per la Rai,regia di Alessandro D’Alatri.

L’attrice si racconta in quest’intervista per Corriere dello spettacolo parlando delle sue origini, di Napoli, di cinema televisione e teatro e del fare attoriale

Nata e cresciuta a Portici. Il ricordo più dolce legata a questo luogo e cosa conserva più gelosamente di Portici?

Oltre che nata e cresciuta a Portici io continuo a viverci dunque sono tanti i posti che mi legano a questa città, legata a momenti diversi della vita: al bosco, a Pietrarsa, alla reggia.

Sono attaccata a tutto ciò di bello che c’è nella mia città

Se le dico Napoli lei mi risponde…

Napoli è enigmatica. Ha diverse facce, non è una città facile da capire perché spesso si osserva la superficie come la bellezza del luogo ma c’è tanta arte e tanta capacità di creare arte. Tuttavia si associa anche a una criminalità anche micro che si diffonde senza senso alcuno. Ragazzi che escono armati e dal coltello facile ed una movida selvaggia e senza alcun rispetto. E’ una città complicata e trasversale.

Il televisione e al cinema è conosciuta più per personaggi e ruoli comici eppure ha interpretato anche ruoli drammatici,anche a teatro. Il teatro permette forse ad un attore di essere più versatile rispetto al cinema?

Al cinema dipende dai registi che incontri. Io ho fatto il cinema divertente cominciando da “ Ti lascio perché ti amo troppo” di Alessandro Siani e i due Benvenuti ma ho recitato anche in realtà tutt’altro che comiche come Gomorra o le tre commedie di De Filippo. Spesso dipende dalla capacità dei registi e delle produzioni di  saper guardare oltre. Lo stesso vale per il teatro dove ho interpretato sia ruoli comici che ruoli dove la comicità non c’era affatto.

L’Italia è un paese per attori versatili?

Questi sono retaggi un po’ vecchi. In Italia ancora stentiamo a far riconoscere il ruolo dell’attore come un lavoro vero e proprio perché spesso si confonde il  rispettabilissimo fare amatoriale con la professione e cosi i due piani si intrecciano. Ancora si usano definizioni vecchie come “caratterista” o “attore primario” e dobbiamo scrostarci questa roba qui e pian piano stiamo migliorando da questo punto di vista. Dobbiamo migliorare ancora sul genere e dobbiamo trovare più donne che facciano il capocomico. Noi abbiamo avuto l’esempio di Luisa Conte che era un capocomico in un mondo di uomini. Invece oggi a Napoli ne abbiamo soltanto una: Lara Sansone. Le prime attrici spesso sono affiancate ad un ruolo maschile ma poco a poco riusciremo a superare quest’aspetto.

Il film che le ha cambiato la vita e invece il film in cui avrebbe voluto recitare…

Il film che mi ha cambiato la carriera è senza altro Benvenuti al sud che è diventato un vero cult movie e ancora oggi quando viene mandato fa record di ascolti e poi mi ha regalato grande popolarità. Avrei voluto recitare nella serie di Peaky Blinders ed anche in un film di Federico Fellini essendo lui un visionario che usava il cinema per raccontare e immaginare anche se sono stata fortunata perché ho potuto lavorare con grandi registi, da Garrone che mi ha diretta in Reality e Dogman ad Edoardo De Angelis e su tutti Alessandro D’alatri che mi manca tanto da un punto di vista lavorativo ma soprattutto da un punto di vista emotivo essendo tanto legata a lui da una profonda amicizia e ha lasciato con un vuoto incolmabile.

Da poco l’abbiamo vista in Rai nel rifacimento di Napoli milionaria. Le commedie di Eduardo per alcuni napoletani sono intoccabili e non vedono di buon occhio questi rifacimenti. Cosa sente di dire loro?

Basterebbe leggere i titoli di testa e si vedrebbe la scritta “tratto da”.  Un ‘opera non si vede mai con un preconcetto altrimenti essa non mi piacerà mai perché il preconcetto è superiore alla mia voglia di capire. Se si osservano le opere cinematografiche di Eduardo troveremo più versioni della stessa commedia e cosi lo stesso autore non ha rispettato la sua versione. La forza di Eduardo, essendo un vero drammaturgo, è quella di essere sempre attuale e cosi i registi che si approcciano ad un suo scritto danno una propria versione che può piacere o meno.  Se diamo adito alle critiche allora non potremmo neanche rifare Shakespare perché nessuno sa come sia stato fatto Shakespeare eppure lo stesso cinema ha preso tantissima ispirazione da lui. Dobbiamo essere più aperti a questi rifacimenti e far entrare in campo solo il proprio gusto personale. Ho trovato  poi di cattivo gusto i commenti da parte dei leoni da tastiera rivolti alle capacità attoriali di chi ha fatto l’ultima versione di Napoli milionaria.

Ha preso parte a moltissime fiction della Rai. Qual è il tocco che la Rai da alle sue fiction?

Non mi piace fare paragoni con altre serialità ma sulla fiction Rai posso dire che sta investendo moltissimo su personaggi femminili protagoniste, basti vedere titoli come Mina Settembre, Lolita Lobosco, Blanca ed Imma Tataranni e questa cosa mi piace tantissimo. Io sono cresciuta con gli sceneggiati Rai che oltre ad essere belli erano anche educativi, prendendo spunto dalla letteratura ed ultimamente la televisione sta riprendendo una sua funzione pubblica che poi anche gli ascolti stanno dando ragione a questa direzione.

Marco Assante

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