Jon Fosse al Teatro Strehler

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La ragazza sul divano, da poco pubblicato da Einaudi, è un testo del Premio Nobel 2023 per la Letteratura Jon Fosse, scritto nel 2002 per il Festival di Edimburgo. Messo in scena da Valerio Binasco, ha debuttato in Prima nazionale al Carignano di Torino nel marzo scorso mentre ora è al Teatro Strehler. Il regista Binasco da tempo mette in scena con devota passione i testi dello scrittore norvegese, un’occasione per conoscere la sua drammaturgia attraverso uno dei suoi testi più acclamati e rappresentati nel mondo. La ragazza sul divano mette a nudo l’ossessione di una donna, un’artista forse, quasi sepolta in casa, che si sdoppia in una se stessa da ragazza, pietrificata sul divano, che non fa che riguardare con reiterata passione a quella che è stata la sua vita, consumata e bruciata in attesa di un calore o di uno sguardo dagli appartenenti il suo paesaggio famigliare. Una donna in scena in un tagliente jeux au massacre, si giudica capace di disegnare ma accusandosi di non saper “vedere”e trasportare sulla tela. Ama stare da sola, ma non sa stare da sola, travolta com’è da un’ossessiva contemplazione delle traumatiche ferite inferte al suo animo, incapace di liberarsi dai fantasmi che la circondano. Inizia allora un alternarsi di personaggi e fatti concreti, doloroso quanto lucido affresco di un campione d’umanità che percorre la vita in punta di piedi, in un fluire in cui niente sembra avere la benché minima importanza. L’autore lo fa con una tecnica per così dire “pittorica”, da ritrattista, isolandone in maniera quasi poetica il lato qualunque. Jon Fosse nei suoi testi (e a maggior ragione lo applica in scena il regista) suggerisce agli attori di guardarsi negli occhi, di non impostare la voce, ma di vivere un momento di riflessione tra una parola e l’altra. E’ inoltre uno sguardo sulla vita, tutta in solitudine, che conducono gli artisti e sulle loro nevrosi psichiche di cronica insoddisfazione, costante che li accompagna riconducibile ai tormentati rapporti famigliari. La famiglia è il centro, in cui si cerca quel calore vivificante che, venuto a mancare o disperso, si deve cercare altrove, nell’arte come nel mercimonio o cessione del corpo, pur surrogato di affetti. Un’oasi di pace appare sul finire, scena di struggente pietas dal dolente fondo di amarezza, in cui la donna sa venir a patti con la figura paterna in commovente duetto, e poi anche materna, nel suggello della morte. La ragazza sul divano è coproduzione del Teatro Stabile di Torino e dal Teatro Biondo Palermo, regia Valerio Binasco, scene e luci Nicolas Bovey, costumi Alessio Rosati, suono Filippo Conti e video di Simone Rosset. Tutta da lodare la compagnia, capitanata da un’intensa Pamela Villoresi che “dipinge” con una partecipata caratterizzazione la poliedricità dell’animo della Donna. Isabella Ferrari è una vivida e ancor piacente Madre preoccupata di non lasciarsi sfuggire gli ultimi fuochi di bellezza, Michele Di Mauro un ottimo Zio di gustosa ed espressiva mimica facciale, Fabrizio Contri un intenso e umano Padre, esuberante e travolgente Sorella di Giulia Chiaramonte, Giordana Faggiano una Ragazza di raggelante ossessività, per chiudere con Valerio Binasco che si ritaglia il compassionevole personaggio dell’Uomo che dà e non giudica. Calorosi applausi del pubblico, al Teatro Strehler di Milano.

gF. Previtali Rosti

Foto Virginia Mingolla

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