LA REGINA DI GHIACCIO. Dalla Persia all’Europa

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Al Teatro Alfieri di Torino

Partendo da lontano, parliamo di una celebre fiaba persiana diventata poi opera classica, nacque così la partitura musicale di Giacomo Puccini della Turandot. Nel più immediato, intorno al 1926 alla Scala di Milano, il grande Arturo Toscanini diresse in esecuzione assoluta l’intramontabile componimento lirico, fermandosi su < Dormi, oblia, Liù, poesia > poiché su queste parole lo spartito s’interrompe, causa il decesso del compositore…

Venendo a giorni più attuali, anche il Teatro Regio di Torino propone una Turandot nella sua classica veste, diretta dal maestro Gianandrea Noseda, anche in questo caso voluta senza un finale, poiché su quelle note del terzo atto il Maestro Giacomo Puccini morì, lasciandola incompiuta. Durante lo spettacolo torinese, purtroppo ci fu un incidente, ne avevamo già parlato, quando cadde un “plaffone” raffigurante una testa scenografica interrompendo la recita serale.

A parte questo increscioso episodio, arrivando a fatti ancor più recenti e dopo i successi ottenuti in tutti i teatri italiani, è andato in scena al Teatro Alfieri di Torino un’altra versione: La Regina di Ghiaccio, interprete Lorella Cuccarini, il ruolo maschile è affidato invece a Pietro Pignatelli nella veste canora del principe Calaf.

Il primo quadro che si affaccia dopo l’apertura del sipario su questa meravigliosa favola, inizia con un atto di riverenza alle opere di Puccini, molto gradita dal pubblico e ottima come idea proposta da Maurizio Colombi, eclettico regista d’illuminata creatività (vedi articolo su Caveman, Corriere dello spettacolo), ispirata alla fiaba teatrale di Carlo Gozzi del 1762, che mette in piedi questo fantastico melodramma trasformandolo in un musical. Egli cura i testi insieme a Giulio Nannini, la recita si arricchisce così di canzoni inedite e non liriche, raccontando la crudeltà di questa regina dal cuore di ghiaccio. Viola Produzioni su questo progetto non ha pensamenti e riconferma la squadra del buon risultato precedente di Rapunzel il musical, trasferendo alla talentuosa Lorella Cuccarini il ruolo primario, passando da matrigna a quello di <malefica regina> che, vittima di un incantesimo da parte delle tre streghe, si trasforma in una perfida sovrana dai sentimenti gelidi. Sarà grazie al suo “amore e calore” che il principe Calaf proverà a rompere l’incantesimo con la complicità di due simpatiche figure dal nome “Sole e Luna”, che faranno in modo che possa risolvere i tre enigmi per averla così in sposa.

Il finale è ovvio, così com’è palese che Pietro Pignatelli interpretasse insieme alla Cuccarini “Nessun dorma” non potendo mancare quest’atto di ossequio nei confronti del grande Maestro, mentre lo spettatore, assistendo, si farà subito l’idea di quanta forza emana questo musical, sospeso tra fantasia fiabesca e racconto odierno. Le superlative varietà musicali in chiave moderna di Davide Magnabosco, Paolo Barillari e Alex Procacci accentuano l’intensità e l’emozione della messa in scena con un forte impatto su questa grande recita. Coadiuvati da uno straordinario cast artistico, creano vita alle situazioni dei personaggi quali attori, cantanti, ballerini, alternandosi nello spazio del palco a ritmo incalzante su una fiaba dalle sfumature audaci, in alcuni casi di forte impatto visivo come quella del primo contendente. Non mancheranno episodi dilettevoli per una conclusione felice e inaspettata. Le avvolgenti atmosfere composte di scenografie, effetti speciali e video tracciano la rappresentazione artisticamente riuscita in un’unità d’intenti tra tutti i componenti (così avrebbe scritto Harvey Sachs), coinvolgendo le persone in sala a donare il loro affetto con un sensazionale e interminabile applauso.

Daniele Giordano

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