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Fibre Parallele con “Duramadre” in un evento esclusivo al Teatro Galleria Toledo

Data:

Dal 31 marzo al 3 aprile alla Galleria Toledo di Napoli

Duramadre è uno spettacolo di Riccardo Spagnulo con Mino Decataldo, Licia Lanera, Marialuisa Longo, Simone Scibilia e Riccardo Spagnulo. L’atmosfera del teatro Galleria Toledo è incantevole, polvere e fumi invadono il palcoscenico e la platea rendendo il luogo onirico e mistificato. Le luci calano e la voce fuori campo di Rossana Marangelli si espande nell’aria raccontando la madre natura matrigna scorcio dello Zibaldone leopardiano. Il tema dell’intera pièce non smentisce l’inizio. In scena la storia dell’ inizio dei tempi, della conoscenza, della sperimentazione dell’essere umano. Tre uomini. Il parto dei tre gemelli che si presentano al cospetto della madre matrona che in un dialetto striminzito, barese, latino in alcuni versi, pressoché incomprensibile, spiega loro come devono vivere, detta loro i suoi dieci comandamenti dai quali non devono assolutamente prendere le distanze. La Duramadre “Voleva essere ricordata”. I gemelli, simbolicamente e in maniera palese rappresentano l’umanità. Essi giocano insieme come i bambini fanno, due escludono il terzo con la crudeltà che solo i bambini hanno, mentre la madre natura imbastisce le trame del tempo cucendole a macchina. Duramadre controlla, come fosse generale d’armata, cattiva inspiegabilmente, inacidita dal suo ruolo e dall’odio che prova. Non una madre accogliente, non giusta, palesemente leopardiana. Il gioco preferito dai gemelli è lanciarsi la palla, inizialmente è un pallone leggero che rimbalza, ma con la crescita e la consapevolezza la palla diventa nera e pesante come quelle del bowling. Ogni momento ludico si trasforma per Duramadre in un’occasione in cui bistrattarli e sfinirli. Quando uno di loro si ribellerà, sarà punito con l’asportazione del cuore dal petto. Finalmente Duramadre muore sotto il peso del suo stesso odio, viene ricoperta da tanti fiori, unico elemento colorato in una scena bianca, si apre la terra, la vita e il libero arbitrio per l’umanità. La regia di Licia Lanera è efficace e molto sensibile all’utilizzo dei suoni, non crea picchi alti di ritmo quasi mai, regalando al pubblico una visione abbastanza lenta e rilassante. La regista sceglie il nudo come rimando al concetto del primordiale. Forse un richiamo agli esordi del teatro contemporaneo del secolo scorso. La scelta del colore bianco è senza dubbio vincente, come la scelta delle luci disegnate da Giuseppe Dentamaro, eleganti ed efficaci. Da Bene, creato il metodo di ricerca, ci si aspettavano a cambiamenti almeno nel tema di esposizione, forse si tratta di un ritorno alle culture del sud Italia in una visione matriarcale della famiglia. “Voleva essere ricordata” e sarà ricordata, Duramadre, nello sgomento provocato dal fascino che le atmosfere di Fibre Parallele hanno ben affidato al pubblico tutto.

Marina Cioppa

“Duramadre”, di: Riccardo Spagnulo Con: Mino Decataldo, Licia Lanera, Marialuisa Longo, Simone Scibilia, Riccardo Spagnulo Voce narrante: Rossana Marangelli Luci: Giuseppe Dentamaro Realizzazione scene: Mimmo e Michele Miolli Sartoria: Modesta Pece Assistenti alla regia: Elio Colasanto, Rossana Marangelli Regia, spazio, scene: Licia Lanera Produzione: Fibre Parallele In coproduzione con: Festival Internazionale Castel dei Mondi di Andria e il Festival Operaestate di Bassano del Grappa Con il sostegno spaziale economico ed emotivo di: Res Extensa, Ass. Cult. Explorer, Es. Terni Festival, PimOff

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