Marco Capretti, comico romano, dallo stile garbato, da qualche anno è ospite fisso in tv nel programma Made in Sud su Rai Due che gli ha regalato grande popolarità. Da anni nelle piazze di tutta Italia, nei teatri e nei locali romani, e in altri programmi televisivi come S.C.Q.R (Sono Comici Questi Romani), Seven Show, lo abbiamo visto anche in alcune puntate di Stracult su Rai Due. Ha recentemente pubblicato un libro, edito da Rai Eri in cui si è divertito a scrivere le assurdità della rete, soprattutto di Yahoo Answers: Ma come si riproducono i Puffi? Lo abbiamo raggiunto e lui molto gentilmente si è concesso al Corriere dello Spettacolo.
Marco, tanta tv con Made in Sud, ma anche tante piazze italiane, tanti teatri, mai fermo. Un’annata particolarmente soddisfacente questa per te!
Sì sì, non posso lamentarmi. E’ da qualche anno che le cose girano per il verso giusto, ma sai bene che il nostro rimane un mestiere molto particolare, per cui bisogna sempre guardare al domani e anche al dopodomani. Ho girato tante piazze, soprattutto al Sud, trainato dalla trasmissione Made in Sud che è particolarmente seguita dal centro Italia in giù.
Ecco, visto che hai citato Made in Sud, parafrasando un tuo tormentone ti chiedo: perché Marco Capretti è “preoccupatissimo”?
(ride – nda) Quello è un tormentone che nasce dalla prima edizione di Made in Sud, quando io leggevo le notizie strane dalla rete. Essendo, come tutti, un navigatore assiduo di internet, quando mi incontravo con queste realtà il mio sentimento era di profonda preoccupazione! Da lì nacque il tormentone “sono preoccupatissimo”, che mi sono portato dietro negli anni perché la gente mi riconosceva subito con quella frase.
Marco, ma le assurdità di Yahoo Answers sono tutte vere o qualcuna te la inventi per farci ridere?
Assolutamente tutto vero! Poi, è chiaro, alcune rispose le ho aggiustate con una metrica più comica, per renderle più televisive, ma vi posso assicurare che il mio autore, per quanto riguarda Yahoo Answers, sono gli italiani!
Tu, Maurizio Battista, siete quei comici che hanno costruito parte del proprio successo prendendo spunto dalle notizie vere. Maurizio con gli articoli di giornale, tu sul web. Perché la realtà è così comica?
Probabilmente dipende dall’occhio che la filtra. Un comico riesce per mestiere, per deformazione professionale, a dare un colore divertente alle vicende che incontra, anche a quelle paradossalmente più drammatiche. Quindi, nel momento in cui si va nel sociale più spinto, quindi nella carta stampata o, per quanto mi riguarda, nel web che ormai ne ha preso il posto, trovi tanto da analizzare. Se lo fai con i giusti recettori, con i giusti filtri, vai a scorgere quelle che sono le dinamiche comiche. Io, come tanti miei colleghi, riesco a trovare il comico un po’ dappertutto.
Ti conosco da qualche anno, avendoti prima incontrato di persona e poi seguito in tv, ma come nasce Marco Capretti comico?
Nasco nei villaggi turistici, da adolescente, poi mi sono fermato per gli studi, ho fatto l’università. Più avanti, per necessità economiche, ho ricominciato a fare l’animatore nei locali romani e ho riscoperto la passione. Da lì, scuola di recitazione, di teatro e tanta, tanta gavetta, che non finisce mai.
A proposito di locali: a Milano il Derby ha sfornato generazioni di comici, di artisti. Sbaglio, o Roma non offre le stesse opportunità, a parte il Puff di Lando Fiorini che però ospita comici già affermati? Eppure questa città è da sempre madre dell’umorismo, di una satira anche feroce a volte.
Assolutamente si, hai ragione, Roma lo è! Locali storici a Roma ci sono stati, lo stesso Palaseven, dove è girato il Seven Show ha permesso alla penultima generazione di comici di venire alla luce e direi anche molto bene. In passato ci sono state delle realtà importanti che purtroppo per problemi di crisi che ben conosciamo sono stati costretti a chiudere. Mi viene in mente il Tina Pica, il Mastroianni, che prima si chiamava il Fellini…oggi sono rimasti il Puff che tu hai citato e Re per una notte che hanno dato i natali a parecchi comici romani e che tuttora ospitano i nostri spettacoli. Resta il rammarico che in una città come Roma in cui…quanti siamo…cinque milioni più i cinesi, i locali del genere siano pochi. Forse manca anche una trasmissione che invogli i giovani a riempire i locali, come faceva il Seven Show. Sai una cosa? Io penso che se si riuscisse a formare un polo di comici che tiri su una trasmissione o un grande evento teatrale che ravvivi la vogli di tornare a ridere in romano e in romanesco, probabilmente ci troveremmo anche di fronte al rifiorire di nuovi locali, nuovi imprenditori pronti ad investire.
Marco, hai parlato della romanità. La tua è una comicità priva di volgarità, quindi a Roma si può far ridere anche senza parolacce? Ho l’impressione che spesso invece la comicità romana sia stata travisata.
Ma sai, dipende sempre da come la porgi, la comicità. Quella di Verdone, ad esempio, è una comicità che piace in tutta Italia. Il romano di Alberto Sordi, quello di Gassman, anche quello di Verdone stesso, per certi versi possiamo dire che è quasi estinto, ma non hanno mai dato problemi di antipatie di linguaggio, a livello linguistico sono rimasti sempre simpatici. A me non piace dire le parolacce, ma non voglio fare del classimo, attenzione. Io penso che un comico debba far ridere. Se poi lo fa con una barzelletta o con un testo altissimo, per me l’importante è che faccia ridere comunque. Poi è ovvio che ognuno ha il suo stile. Io parlo di cose abbastanza quotidiane, ma non mi piace essere volgare, tutto qui.
Hai recentemente pubblicato un libro, “Ma come si riproducono i Puffi?” (edizioni Rai Eri – collana spettacolo – nda). Come nasce l’esigenza di mettere su carta alcuni dei tuoi testi? E’ un tributo al popolo della rete che tu analizzi per farci ridere?
Era un sogno che avevo nel cassetto, senza avere la presunzione di dire chissà cosa. Sono quasi otto anni che lavoro su Yahoo Answers tirando fuori dinamiche comiche col gioco di domanda e risposta, che erano da tanto tempo catalogate sul mio computer, divise per argomento, e che poi porto nei miei Live. Quindi l’idea di scrivere un libro leggero che contenesse tutte quelle battute comiche ce l’ho sempre avuta. Diciamo che la RAI mi ha dato questa bella opportunità e ne sono felice. Mi sono divertito anche a scrivere un capitolo iniziale, che è narrativo, dove ho immaginato la storia dell’umanità, dalla preistoria in poi, se ci fosse stata la Rete. Pensa se tutti avessero potuto sempre consultare internet o, appunto, Yahoo Answers!
Per concludere Marco, tu che sei un attento osservatore delle dinamiche sul web, sempre usando un altro tuo tormentone con cui inizi i tuoi show ti chiedo: nel futuro prossimo, chi è che starà in mezzo a noi?
Ma guarda Paolo…innanzi tutto mi auguro di starci io in mezzo a voi! Considerata la vita che faccio, quattro giorni a settimana vivo a Napoli per fare Made in Sud, mi faccio due volte a settimana il rientro in macchina da solo alle quattro di notte, ecco, mi aguro come in effetti sta accadendo, che tutti questi sacrifici mi portino ad essere apprezzato, a farmi voler bene dal pubblico e far capire che dietro ad una risata, dietro ad uno spettacolo, c’è una vita di fatica. Quindi, spero di continuare a stare in mezzo a voi, augurandomi di cuore di continuare a riempire delle arene, delle piazze, dei teatri, dei locali, con gente che ha ancora voglia di farsi quattro risate.
Paolo Leone