Roma, Teatro Lo Spazio (via Locri 42/44 – Metro A San Giovanni) dal 2 al 4 maggio 2016
Tre serate al Teatro Lo Spazio per il recital “Io non so mai chi sono”, dal 2 al 4 maggio, un interessante sorvolare a suon di canzoni sull’identità umana che spesso trae linfa, per la sua piena manifestazione, dallo smarrimento, dalla perdita. Ce lo fa ben capire soprattutto l’inizio dello spettacolo, grazie ad una serie di canzoni che Grazia Di Michele interpreta, concentratissima, portandoci nella vita di tante donne, ognuna alla riconquista del proprio essere. Donne sfruttate, umiliate, sottomesse, ingannate, innamorate o malate. Canzoni intense che fanno breccia anche grazie ai bravissimi musicisti sul palco. La lettura di un decalogo di agghiaccianti regole imposte alle donne afgane, da parte di Barbara Alberti, ospite della serata, è il prologo per la bellissima “Cuori di tenebra”, cantata dalla Di Michele insieme a Daniela Iezzi, un brano davvero toccante. Poi entra in scena Platinette, che con la sua proverbiale schiettezza ed autoironia infonde allo spettacolo un quid, ammesso dalla stessa, di “caciara”, sotto il controllo preoccupato di Grazia. Io non so mai chi sono, titolo ripreso dall’inciso di “Io sono una finestra”, il brano che i due portarono a Sanremo nel 2015, vincendo il premio Lunezia per il miglior testo ed il premio Le cento radio per la miglior interpretazione, ed eseguito anche in queste tre serate, è sembrato una prova aperta (come argutamente ha osservato Platinette) di uno show da sviluppare. Se la prima e la seconda parte dello spettacolo riuscissero ad amalgamarsi con discrezione, senza la palese differenza di toni (pacati, serissimi nella prima, decisamente sopra le righe nella seconda), potrebbe essere godibile pienamente. Per adesso, ci portiamo a casa qualche bel brano di Grazia Di Michele e la prorompente personalità di Platinette, che non ha sfigurato nelle interpretazioni canore. Da migliorare.
Paolo Leone