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ANFITEATRO FESTIVAL 2016. Finalmente il teatro nell’ultima settimana

Data:

Albano Laziale, Anfiteatro Festival (Via dell’Anfiteatro 40). Dal 29 luglio al 15 agosto 2016

Ultima settimana di spettacoli, ultime pagelle del Corriere

GIOVEDI’ 11 AGOSTO. “Ambrogio Sparagna e l’Orchestra Popolare Italiana nella Taranta d’amore”. Con Ambrogio Sparagna: voce, organetti; Valentina Ferraiuolo: voce, tamburelli; Cristiano Califano: chitarre; Raffaello Simeoni: voce, fiati popolari; Diego Micheli: contrabbasso; Eleonora Bordonaro: voce; Ottavio Saviano: batteria; Erasmo Treglia: violino, ghironda, ciaramella; Annarita Colaianni: voce; Francesca Trenta: coreografie.

Sparanà_Corriere_dello_SpettacoloProfumo di cose buone e autentiche, con il concerto del grande Ambrogio Sparagna e la sua bellissima orchestra. Etnomusicologo di fama internazionale, collaborazioni in ogni dove e con tanti artisti, Ambrogio ci conduce per mano nell’affascinante mondo della musica popolare italiana. La ricerca della nostra cultura musicale, delle radici più profonde e dimenticate, quasi soffocate dalla chiassosa modernità, è guidata dai ritmi travolgenti delle tammurriate e della pizzica, ma anche da deliziose ninne nanne e struggenti canti d’amore, con la chicca di un testo di Giggi Zanazzo, noto poeta romano dell’800. Sotto un cielo di stelle, la luna e un insolito freddo pungente, le musiche di Sparagna & Co. Scaldano il cuore e ci lasciano un sottile velo di malinconia.

Giudizio: L’annuale appuntamento con la più bella musica popolare all’Anfiteatro è cosa buona e giusta. Ennesima serata di grande fascino e malìa. 

VENERDI’ 12 AGOSTO. “Orquesta Tipica Tanguera La Bordona”

Con Riccardo Balsamo: pianoforte e arrangiamenti; Mariano Navone: bandoneòn (e ballerino); Franco Gonzàlez Bertolino: viola; Hector Faustini: contrabbasso; Raul Dousse ai fiati. Ballerini: Ornella Parrino, Mariano Navone, Cinzia Lombardi, Luciano Donde, Luciano Santarelli, Sara Paoli.

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Lo confesso: all’inizio l’impatto non era stato dei migliori. Sonorità insolite, aspre, quasi sperimentali per un orecchio certamente non abituato ad una musica così. Col passare dei minuti invece, l’orchestra La Bordona conquista il cuore mio e del pubblico. Non molto, 260 spettatori circa, ma notevole per il tipo di spettacolo proposto, tutto da scoprire. Un Festival questo deve fare, proporre cose non conosciute alla massa, ma di assoluta qualità. Quella che abbiamo potuto conoscere in questa, ancora una volta fredda, serata d’estate. Ci hanno pensato i bravissimi ballerini a scaldare l’ambiente, coi loro magici volteggi che sfidano la legge di gravità.  Sonorità aspre, forti, si fondono magicamente coi movimenti sensuali dei danzatori in scena. Due parti di una stessa anima…i musicisti in nero sul fondo del palco, le tre coppie di ballerini in bellissimi costumi a volare sul proscenio. Il tango che non ti aspetti, quasi “jazz” negli arrangiamenti. Molto interessante.

Giudizio: Dopo il Roma Swing Quintet, dopo l’orchestra nazionale tzigana di Budapest della passata edizione, un’altra graditissima sorpresa musicale. Il quintetto de La Bordona conquista l’Anfiteatro. Un’unica pecca: nessuna presentazione dei brani eseguiti.

SABATO 13 AGOSTO. “Agamennone” di Eschilo, riscrittura di Fabrizio Sinisi.

Prodotto da Compagnia Lombardi-Tiezzi in collaborazione con AC Zerkalo

Con: Daniela Poggi e Paolo Graziosi, Elisabetta Arosio, Valeria Perdonò. Costumi di  Sara Bianchi, Scene di Elisabetta Salvatori, Musiche di Francesco Verdinelli. Regia di Alessandro Machìa; aiuto regia Sonia Merchiorri.

Agamennone_Corriere_Dello_SpettacoloAgamennone nella poetica riscrittura di Sinisi è la tragedia della solitudine, di una società sempre uguale a se stessa, capace solo di osservare dalla poltrona gli accadimenti per schierarsi poi col vincente. Un nuovo medioevo, di smarrimento totale, un muro cadente attraverso cui guardare il nostro fallimento. Le tensioni “del tutti contro tutti”, echi di guerre personali prima che comunitarie, condurranno all’ineluttabile eppur non necessario omicidio. Il dolore per quel che (forse) eravamo e non siamo più. Attori sul palcoscenico del mondo. Bella la regia di Alessandro Machìa, che muove i suoi attori come pedine sulla scacchiera di un mondo che cambia veste, ma che ciclicamente si perpetua. Regale Daniela Poggi nel ruolo di Clitemnestra, “regina dall’arroganza triste”.

Giudizio: Potrà non convincere i puristi, ma la riscrittura del giovane autore Sinisi è molto interessante, un faro puntato sulla rovina e lo smarrimento della società odierna attraverso una storia che attraversa i millenni. Certo, richiede attenzione e impegno anche per lo spettatore, ma rimane dentro. Come un dolore ancestrale.

DOMENICA 14 AGOSTO. “Brancaleone e la sua armata”, di Pippo Franco, liberamente ispirato ai film di Brancaleone. Con: Pippo Franco, Gigi Miseferi, Paolo Perelli, Tonino Tosto, Mauro Fanoni, Alessandra Flamini, Sabrina Crocco e Sara Adami. Regia di Giacomo Zito. Costumi di Saverio Galano, Musiche di Nicola Pignatello.

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Un Brancaleone insolito quello proposto da Pippo Franco. Per niente spavaldo e avventato (ricordando quello di Gassman), piuttosto introspettivo e saggio. E’ evidente dalle prime battute la sua impronta nel testo di questo spettacolo, perché il suo personaggio in più riprese lancia quelle convinzioni sullo spirito di cui Franco è, da anni, sostenitore e relatore in tanti seminari e convegni. Appurato questo, lo spettacolo (tutto da crescere, questa era solo la seconda replica) presenta luci ed ombre. Un primo atto che non convince, lento, senza guizzi, con due volgarità evitabili, mentre nel secondo si fa sicuramente più interessante e divertente, anche grazie ad una regia dinamica e a quell’unico elemento di scena che permette di cambiare ambientazione di continuo.

Giudizio: Un Brancaleone così assennato non si era mai visto e le sorprese ci piacciono. Ma non si ride molto e rimane la sensazione di aver assistito ad un ibrido. Ben fatto, colorato e movimentato, con un bel cast di bravi attori, ma ibrido.

LUNEDI’ 15 AGOSTO. “Vento del Sud”, con la Compagnia Nazionale di Raffaele Paganini.

Chiusura affidata ad un corpo di ballo di sette giovani elementi, alla voce di Arianna Castelli e ad un ensemble di musicisti a plettro. Tarantelle, pizziche e alcuni brani classici del nostro meridione, interpretati dalla calda voce della Castelli, altri su base registrata, permettono ai sette ballerini di eseguire delle belle coreografie in uno spettacolo da cui ci aspettavamo tutti, forse, qualcosa di più.

Vento_del_Sud_Corriere_dello_SpettacoloGiudizio:  Senza entrare  nel merito delle danze, agli occhi di noi profani comunque belle, è altro che non convince pienamente. Sarebbe stato emozionante, innanzi tutto, un saluto da parte di Raffaele Paganini, che molti credevano fosse presente. Le musiche registrate, in un Festival come questo, non piacciono e contribuiscono ad aumentare la sensazione di distacco tra interpreti e pubblico, accentuata dalla mancata esecuzione di un richiesto (e non concesso) bis.

A breve le interviste con il direttore del Festival, Renzo Renzi, e col sindaco di Albano Laziale, Nicola Marini.

Paolo Leone

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