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Louis Lortie tra Fauré e Ravel. Il danzatore del pianoforte

Data:

Festival delle Nazioni, Chiesa di San Domenico, Città di Castello. Giovedì 1 settembre 2016

Come si sa, quest’anno il tema del Festival è proprio “La Francia” e quindi non potevano mancare gli autori del cosiddetto, almeno popolarmente, “impressionismo musicale”. Si è rinunciato a inserire Satie e Debussy, dando privilegio a delle composizioni meno conosciute di Fauré – non tanto come le “Barcarolle”, piuttosto come i “Préludes”-, affiancandole ad altre più famose di Ravel – “Gaspard de la nuit” e “La Valse”. A interpretare i pezzi è il pianista franco-canandese Louis Lortie, dotato indubbiamente di una grande tecnica e di un’ottima “dizione” sonora, tramite la quale egli fa uscire in modo chiaro i suoni anche in quei frangenti più concitati. La sua tecnica è varia, le sue movenze cambiano di volta in volta (sembra non compiere mai lo stesso movimento), le sue mani si appoggiano ora aggressive, ora dolci sulla tastiera, mentre il suo corpo a tratti sembra danzare seguendo il movimento delle avambraccia. A volte una mano si alza come per dettarsi il tempo, a mo’ di “auto-direttore di orchestra” e questo aggiunge al musicista ancora più eleganza di quella che già ha. Bene su tutto, su Fauré, su Ravel, riuscendo a eseguire per il meglio anche quelle parti che sono più complicate, sia a livello di rapidità sia a livello ritmico, dando prova della sua grande capacità strumentale. Se proprio dovessi fare un appunto, direi che delle volte questa superba tecnica supera la trasmissione emotiva, che non sempre arriva al pubblico; d’altra parte quando la forma è perfetta non è difficile che questa superi la sostanza e questo accade in particolar modo in quei brani più intimi, dove il pianista sembra geloso delle sue emozioni, preferendo tenersele per sé piuttosto che donarle al pubblico.

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Foto Monica Ramaccioni

Nonostante questo si è assistito a un bel concerto ed è stato apprezzato da parte di Lortie l’aver preso il microfono per spendere qualche parola sui “Préludes” di Fauré, scritti dal compositore negli ultimi anni della sua carriera, quando stava già affiorando a grandi passi la sordità, che come Beethoven investì anche il musicista francese. Si tratta di una serie di nove piccoli pezzi su diverse tonalità, contraddistinti da una delicatezza straordinaria e da un’alternanza di modulazioni che ci portano dal pianismo classico a uno estremamente moderno, immaginativo, da scoprire. Al pari di Schumann, qui Fauré vuole parlare attraverso poche righe musicali; righe contemplative che potrebbero farci pensare a uno schizzo di Monet, dipinto con qualche grande pennellata qua e là, ma non per questo privo di fascino e di profondità artistica. Il concerto si conclude con un brano più d’impatto: “La Valse” di Ravel nella versione per pianoforte solo. Un walzer moderno lo definirei, che non rinuncia al classico tempo ternario, al ritmo ballabile, all’andamento tipico di questa danza, ma ridistribuendo questi elementi in modo tale che non risultino più ottocenteschi, ma contemporanei – in questo senso si potrebbe danzare un walzer dal sapore contemporaneo e dalle sonorità squisitamente raveliane. Anche questo pezzo viene eseguito in modo eccellente da Lortie, a suo agio anche nelle parti più virtuosistiche, che sembra avere un debole per quei brani dal gusto danzante, tant’è che anche il suo corpo riecheggia il brano, divenendo esso stesso molleggiante come un ballerino.

Il musicista si alza e dopo averci deliziato di un altro delizioso fuoriprogramma esce tra gli applausi accesi del pubblico.

Stefano Duranti Poccetti

 

GABRIEL FAURE’
Barcarolle n. 5 in fa diesis minore op. 66
Barcarolle n. 7 in re minore op. 90
MAURICE RAVEL
Gaspard de la nuit
Ondine: Lent
Le Gibet: Très lent
Scarbo: Modéré
______
GABRIEL FAURE’
Préludes op. 103
Prélude in re bemolle maggiore
Prélude in do diesis minore
Prélude in sol minore
Prélude in fa maggiore
Prélude in re minore
Prélude in mi bemolle minore
Prélude in la maggiore
Prélude in do minore
Prélude in mi minore
MAURICE RAVEL
La Valse (versione per pianoforte)

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