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Al Teatro Stabile Sloveno “Il giardino dei ciliegi” di Anton Cechov per la regia di Igor Pison

Data:

Al Teatro Stabile Sloveno di Trieste 27-29 ottobre, 4-6 novembre, 10-13 novembre 2016

Ci sono opere teatrali che, dotate di mille sfaccettature, possono essere lette in modi molto diversi fra loro, anche opposti, magari lontani dall’idea che l’autore aveva quando la scrisse. È quanto avvenne e continua a succedere con Il giardino dei ciliegi, pensata da Anton Čechov come “una commedia, non un dramma, a tratti una farsa” e rappresentata spesso invece, fin dal suo debutto nel 1904, con toni completamente diversi. L’autore non fu contento della messinscena in chiave tragica data proprio in quell’occasione da Kostantin Sergeevič Stanislavskij e da Vladimir Nemirovič-Dančenko, mantenuta molto spesso in numerose interpretazioni date in seguito.

Il regista triestino Igor Pison, coadiuvato da Eva Kraševec e da Tatjana Stanič, ha voluto invece rispettare l’idea originaria offrendo, in questo adattamento che riduce di molto i tempi classici dello spettacolo, una prospettiva in qualche modo surreale, favorita dalla scenografia opportunamente ridotta all’essenzialità, facendo divertire e dando ulteriori spunti di riflessione anche grazie alla trasposizione della vicenda nella nostra contemporaneità.

Il numero dei personaggi è limitato: ai quattro familiari, Ljubov’ Andreevna Ranevskaja (Saša Pavček), la figlia Anja (Tina Gunzek), la figlia adottiva Varja (Nikla Petruška Panizon) e il fratello di Ljubov, Leonid Andreevič Gajev (Vladimir Jurc), si affiancano il mercante Ermolaj Alekseevič Lopachin (Primož Forte) e l’eterno studente Petr Sergeevič Trofimov (Tadej Pišek). L’assenza dei servitori e dei personaggi marginali accentua l’idea dello scontro fra mentalità completamente diverse e prive della possibilità di comunicare fa loro: da una parte quella dei “signori”, ancorati al passato, con i loro discorsi completamente fuori dalla realtà, non soltanto nostalgici di quando potevano vivere senza alcun pensiero perché altri si occupavano di tutto, ma incapaci di immaginare e di attuare un altro modo di affrontare i problemi nemmeno di fronte alla necessità di salvare quanto da tutti affermato essere irrinunciabile; dall’altra il pragmatismo ancorato al presente di Lopachin, che mostra un ambivalente sentimento in cui il senso di rivalsa tipico di chi si è affrancato da una condizione subordinata si unisce l’antica abitudine al rispetto servile del figlio e nipote di contadini indegni pure di entrare nella cucina della villa padronale; in tutto ciò si inserisce la figura di Trofimov, lo studente che continua a parlare di un futuro ideale, di un tempo che verrà e che supererà sia l’una che l’altra visione della vita.

nikla-panizon-primoz-forte-sasa-pavcek-vladimir-jurc-f-tonestojko-1280x853La vicenda estremizza tutto questo: il giardino dei ciliegi, la meravigliosa proprietà conservata di generazione in generazione, sta per essere venduto, non essendo nessuno in grado di pagare i debiti contratti per mantenere uno stile di vita esageratamente dispendioso e attuato nel disinteresse verso la ricerca delle entrate necessarie; la realistica proposta di Lopachin di vendere il terreno a lotti per far costruire dei villini viene da tutti rifiutata, ignorata, derisa perché considerata inaccettabile; a causa di quest’inanità alla fine tutto andrà da loro perduto. Il trionfo di Lopachin è limitato alla materialità, scoprendosi inadeguato ad abbattere la barriera sociale tra signori e servi e l’idealismo di Trofimov si avvicina, nella sua irresponsabilità, al mondo passato da lui pur, sempre a parole, rifiutato.

La Compagnia Stabile del Teatro Sloveno, cui si affianca in questo allestimento la bravissima Saša Pavček, attrice ospite, è ancora una volta molto ben affiatata, anche grazie alla regia di Igor Pison e unisce alla recitazione, ironica e autoironica, una presenza in scena molto fisica, che spazia anche al di là del palcoscenico.

Il Teatro Sloveno di Trieste è parte di una realtà culturale presente in città da più di cent’anni (risale al 1850 la prima rappresentazione, storicamente documentata, di uno spettacolo in lingua slovena e al 1874 la creazione di una compagnia teatrale che metteva in scena i propri spettacoli nei diversi teatri cittadini; la nascita del Teatro Sloveno è datata invece 1902) ed è importante il suo ruolo di “ponte” fra la realtà locale e quella di oltreconfine, con particolare attenzione alla vita teatrale di Ljubljana, Maribor e Nova Gorica; molte sono le coproduzioni transfrontaliere, ad ulteriore dimostrazione del ruolo centrale della città di Trieste come crocevia di tre mondi culturali e linguistici: italiano, tedesco e slavo. Nel corso delle ultime stagioni c’è stato un notevole impulso ad aprirsi anche al pubblico della maggioranza italofona affiancando, alla storica ospitalità data per spettacoli in lingua italiana ed ai concerti, anche la possibilità di assistere a rappresentazoni in lingua slovena grazie ai sovratitoli in italiano, permettendo così di accedere, restando tranquillamente nella propria città, ad un modo di recitare molto diverso da quello cui si è abituati ad assistere.

Un’occasione in più che amplia ulteriormente la già grande offerta data dagli altri teatri cittadini, gradita da un pubblico tradizionalmente interessato alle diverse forme di spettacolo teatrale, si tratti di lirica, prosa o di concerto.

Paola Pini

Trieste, Teatro Stabile Sloveno
27-29 ottobre, 4-6 novembre, 10-13 novembre 2016
Sala principale
Il giardino dei ciliegi
Di Anton Pavlovič Čechov
 
Regia di Igor Pison
Traduzione in sloveno di Milan Jesih con sovratitoli in italiano
Adattamento di Igor Pison, Eva Kraševec, Tatjana Stanič
Dramaturg: Eva Kraševec
Scene e costumi: Petra Veber
Assistente alla regia: Juš A. Zidar
Lettrice: Tatjana Stanič
 
Ljubov’ Andreevna Ranevskaja: Saša Pavček (attrice ospite)
Gli attori della Compagnia Stabile del Teatro Sloveno di Trieste
Anja: Tina Gunzek
Varja: Nikla Petruška Panizon
Leonid Andreevič Gajev: Vladimir Jurc
Ermolaj Alekseevič Lopachin: Primož Forte
Petr Sergeevič Trofimov: Tadej Pišek
 
Direttrice di scena e attrezzista: Sonja Kerstein
Direttore tecnico: Peter Furlan
Fonico: Diego Sedmak
Elettricista: Rafael Cavarra
Capo macchinista: Giorgio Zahar
Macchinista: Marko Škabar
Guardarobiera: Silva Gregorič
Adattamento sovratitoli: Tanja Sternad
Suggeritrice e sovratitoli: Neda Petrovič

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