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La condanna della famiglia tradizionale e l’affermazione dei diritti omosessuali con la pretesa del figlio nella moderna commedia civile di QUATTRO MAMME PER CIRO di DI STASIO

Data:

Teatro delle Muse di Roma, dal 3 al 27 novembre 2016

Ancora una volta il bravo interprete ed autore psico-sociale ed etico civile Geppy Di Stasio, figlio d’arte, fa centro sull’emotività e l’interesse del pubblico, coinvolgendolo in un’amena e ponderata riflessione,nell’articolata strutturazione del copione, sul riconoscimento dell’uguaglianza dei diritti civili e le pari opportunità. Egli abbandona il repertorio classico partenopeo sua terra d’origine, con la maggiore o minore rielaborazione dei testi per trattare in chiave generale una problematica di pregnante sensibilità, che s’è venuta sempre più acuendo dopo l’introduzione della tematica dei PACS e la richiesta delle coppie gay di poter adottare, la quale richiesta è stata recentemente bocciata dal parlamento europeo. La questione è se bisogna inquadrare l’argomento sul piano divino o semplicemente umano: nel primo caso Dio ha voluto la famiglia come progetto complementare d’amore tra i sessi e solo per questo destinata alla procreazione, nel secondo bisogna rispettare le tendenze naturali dell’individuo senza scrupoli o pregiudizi. In quest’ottica lo scrittore “nuova corrente” vede la storia sentimentale incrociata di Joele ed Andrea, come di Romana e Ginevra, figli il primo e la terza della consolidata e vetusta coppia formata da Claretta ed Adolfo, cui Wanda Pirol e Rino Santoro imprimono una forte verve ironica nel mostrare come l’amore dei primi tempi sia passato e siano sorte liti ed incomprensioni,malumori e scontrosità, mentre il secondo e la quarta sono rampolli di Luigi, incarnato dalla coscienza critica di Antonio Lubrano,cui basta una bottiglia d’alcol per dimenticare i dolori dell’esistenza, tra cui la vedovanza. Romana sostenuta dalla grintosa Roberta Sanzò, preme sulla compagna Ginevra, la giovane di bella presenza C. Federica Petrella, perché si decida ad avere un figlio che renda piena la loro felicità, ma dove trovare l’inseminatore e mantenere la cosa segreta, dopochè già hanno violato il codice d’onore della famiglia con le loro trasgressive unioni. Romana, però, è pure egoista perché ha paura di partorire e non vuole portare il peso della gravidanza per nove mesi, per cui se non si vuole commettere un incesto, la risposta è semplice. Nel secondo tempo, stranamente,sono diventati tutti e quattro mamme dopo la nascita di Ciro, dalla quale sono passati 12 anni,per la loro effeminata inclinazione comportamentale e vorrebbero spingere,con una singolare condotta bifamiliare in cui manca la figura del padre oltremodo essenziale, la vita del bambino a divenire ambigua come la loro. Ma qui la spinta dei cromosomi naturali non c’è ed il fanciullo si rifiuta di giocare con la macchina da cucire, preferendo il pallone ed il trenino. Si discute pure sulla possibilità d’adozione da parte di Andrea e Romana, pensando il buon Luigi che siano esclusi dal fatto compiuto, ma sono complici per delega ed allora a Joele non resta che chiarire l’intreccio, o l’imbroglio come lo chiama Adolfo,che la perspicace intuizione femminile di Claretta,che odia sentirsi definire nonna,aveva ormai afferrato.La morale è che non contano i canoni comportamentali,ma la sincera spontaneità dell’amore ed eros,secondo il best-seller d’una nota scrittrice triestina: “Va’ dove ti porta il cuore”. Lo spettacolo si replica fino al 27c.m. al teatro DELLE MUSE per la regia dello stesso DI STASIO, che forse sta trascinando il teatro dal livello partenopeo a nazionale per idee e generi.

Susanna Donatelli

dal 3 al 27 novembre 2016
Wanda Pirol – Rino Santoro – Geppi Di Stasio in
Quattro mamme per Ciro
scritto e diretto da Geppi Di Stasio

 

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