ROSSO GIUNGLA. Un’idea non fa primavera

Data:

Teatro Roma (Via Umbertide 3), fino al 15 gennaio 2017

Ultimi giorni in scena, al Teatro Roma di via Umbertide, per lo spettacolo Rosso Giungla (dal nome di un rossetto – talismano della conduttrice), scritto da Cinzia Berni e Guido Polito per la sempre dinamica regia di Vanessa Gasbarri e con un cast di non poco conto nell’ambito della commedia. Interessante l’idea di partenza, quella di mettere in rilievo l’ipocrisia di un certo tipo di televisione. La TV del dolore, del dramma esibito davanti alle telecamere, meglio ancora se accompagnato da finti volti di circostanza della conduttrice o conduttore di turno, il cui unico interesse è l’audience. Originale anche l’ambientazione, e qui il lavoro registico funziona molto bene, con la trasformazione del palco e di parte della platea in un set di uno studio televisivo sull’orlo di una crisi di nervi a causa delle tante defezioni per un’epidemia di influenza (periodo quanto mai adatto) e costretto a ricoprire ruoli con personale adibito a tutt’altro.

Corriere_dello_SpettacoloTelecamere vere in scena, che inquadrano il pubblico in platea e la conduttrice con l’ospite in palcoscenico, dando l’impressione di partecipare sul serio ad una diretta tv, davvero originale. Gli attori in scena, va detto, fanno di tutto per tenere viva sì l’immaginaria trasmissione, ma altrettanto onestamente va detto che fanno l’impossibile per sostenere uno spettacolo che nel primo atto mostra il fianco allungando il tempo all’inverosimile su una storia che non decolla, in cui non accade nulla di sorprendente. La maestria e l’esperienza di Gabriella Silvestri (personaggio chiave) danno un po’ di verve nel secondo atto e la perizia della regia riesce a coinvolgere un po’ il pubblico “dello studio” in una vicenda che finalmente centra il bersaglio dichiarato all’inizio. E allora Guenda Goria emerge nel ruolo della conduttrice esaurita dalle sue vicende sentimentali e maniaca dell’astrologia, la Silvestri prende le redini del suo ruolo di ospite “sbagliato” col piglio che le riconosciamo; Alessandro Salvatori che è un attore molto bravo, nel pur piccolo ruolo del regista sognatore, da senso alle frustrazioni del personaggio; Federica Quaglieri e Clio Evans sono belle e brave nei rispettivi ruoli (autrice e truccatrice) di donne insoddisfatte dal loro ambiente professionale e Jonis Bascir (autore anche delle musiche) fa il suo nelle vesti del direttore di rete “provolone”, ambìto da chi in lui vede la possibilità di una svolta professionale. Enzo Casertano e Alessandra Merico sono rispettivamente l’assistente di redazione e la sua fidanzata, molto simpatica lei nel suo piccolo ruolo, sprecato lui, conoscendo le sue enormi capacità. Tutti, purtroppo, immolati sull’altare dell’evanescenza. Alla fine rimane il rammarico per un’occasione sciupata, in cui un cast numeroso (otto attori in scena, un lusso di questi tempi) e valido, è al servizio di una storia debole, che non riesce ad appassionare, ancor meno in un primo atto inutilmente prolisso e che nel secondo raggiunge appena la sufficienza. Peccato, perché l’idea c’era ed era interessante.

Paolo Leone

Pragma srl presenta: Rosso Giungla, di Cinzia Berni e Guido Polito. Con: Gabriella Silvestri, Guenda Goria, Jonis Bascir, Enzo Casertano, Clio Evans, Alessandra Merico, Federica Quaglieri, Alessandro Salvatori. Regia di Vanessa Gasbarri. Scene Katia Titolo; Costumi Marco Maria Della Vecchia e Maura Casaburi; Musiche Jonis Bascir; Luci Corrado Rea; Aiuto regia Vita Rosati e Barbara Giuliani; Capo elettricista Fabrizio Mazzonetto; Capo macchinista Francesco Costa; Direzione organizzativa Angela De Ruvo; Direzione generale Mario Minopoli. Ufficio stampa: Andrea Cova e Maya Amenduni

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