L’uso della virgola

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I segni d’interpunzione a sostegno della grammatica italiana sono diversi, ma, la virgola è senza dubbio, quello più utilizzato; cerchiamo ora di capire come e quando si usa.

Oltre a rappresentare una pausa breve tra le parole che compongono una frase, la virgola svolge anche altre funzioni, che, quasi sempre, risultano determinanti affinché il messaggio contenuto nell’enunciato in questione venga percepito in maniera corretta, vediamo quali sono:

  • separa i termini presenti in un elenco, per enumerare (Chiara, Sara, Gloria, Marta e Lucia hanno la stessa età);
  • isola un inciso (a mio avviso, l’Italiano è la lingua più bella del mondo):
  • segue una vocazione (Maria, affrettati!) o una interiezione (Ho perso troppo tempo, ahimè!);
  • divide frasi connesse per asindetola figura retorica con la quale si coordinano proposizioni senza l’uso di congiunzioni (c’era il sole, l’aria era calda);
  • Quando invece il procedimento è inverso e a legare unità sintattiche sono le congiunzioni o, ma, e, né (sindesi), generalmente, la virgola viene omessa;
  • divide una proposizione subordinata dalla principalesostituendosi alla congiunzione (L’ho sentita mercoledì, le ho raccontato tutto);

solitamente, la virgola NON mette tra la preposizione reggente ed una con funzione di complemento oggetto o di qualsiasi altro complemento.

Infine, è nostro dovere ricordare che, di norma, La virgola andrebbe omessa anche tra aggettivo e sostantivo (Un bel romanzo d’avventura e non Un bel romanzo, d’avventura), tuttavia, chi scrive talvolta, può intendere questo segno d’interpunzione come pausa intonativa e quindi, adoperarla per mettere in rilievo una determinata parte di testo.

La rubrica Rispettiamo l’Italiano vi dà appuntamento a giovedì prossimo con altre curiosità riguardanti la nostra lingua.

Martina Naccarato

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