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Al Teatro Stabile Sloveno di Trieste una compagnia bilingue interpreta “Qua e là”

Data:

Trieste, Teatro Stabile Sloveno – Sala del Ridotto. Dal 13 al 29 gennaio 2017

Immaginiamo di seguire uno spettatore frettoloso, distratto non per indifferenza ma a causa di una vita frenetica, mentre sta per arrivare a teatro all’ultimo minuto, senza aver approfondito ciò che andrà a vedere al Teatro Sloveno di Trieste.

Si siede e finalmente si rilassa, pronto a seguire lo spettacolo. Sa che il titolo è Qua e là e ormai è abituato ai sopratitoli che permettono a lui, di lingua italiana, di seguire senza difficoltà ciò che gli attori diranno in sloveno; questa volta le cose vanno in modo un po’ diverso perché è il cast ad essere bilingue: c’è chi si esprime in sloveno, chi in italiano, chi in entrambe le lingue.

La vicenda è attualissima e il nostro spettatore frettoloso si immagina sia stata scritta molto di recente; si svolge su di un ponte, costruzione solitamente realizzata per creare continuità ad una via di comunicazione, ma che in questo caso funge invece da terra di nessuno, a metà strada fra due confini. Il protagonista è Ferdinand Havlič (Daniel Dan Malalan, attore ospite) e viene accompagnato al confine dal gendarme Marsič, (Luka Cimprič) per esssere esiliato in quanto fallito; risiedeva “di qua” da cinquant’anni e non è sufficiente aver pagato le tasse per tre decenni per mantenere la residenza.

Corriere_dello_SpettacoloCostretto a ritornare “di là”, il paese dove era nato e che aveva lasciato ancora in fasce, scopre che non essendosi dichiarato al consolato competente, ha ormai perso la cittadinanza. Nulla vale per convincere Tomo Šamić (Vladimir Jurc), la guardia confinaria della sponda sinistra, il “di qua”, a farlo ritornare a casa, né per far chiudere un occhio a Costantino (Alessandro Mizzi), la guardia confinaria della sponda destra, il “di là”, perché lo lasci passare: “la legge è legge” e la vita delle persone o la logica vengono dopo; senza il timbro che attesti la cittadinanza nel paese “di là” non si può fare nulla.

A questa situazione assurda si aggiunge il fatto che Costantino è fidanzato con Eva (Nikla Petruška Panizon), figlia di Tomo Šamić che, ovviamente si oppone all’amore della figlia con il suo collega “di là”. Ferdinand, rassegnato, si ritrova così a vivere sul ponte, a fare da “piccione viaggiatore” portando messaggi alle due guardie confinarie di qua e di là, ad osservare quel che fanno due individui, Kontrabant (Primož Forte) e Gospa Leda (Tina Gunzek), entrambi contrabbandieri abituati a svolgere i loro loschi traffici facendosi passare per pescatori o travestendosi nei modi più fantasiosi o infine a diventare testimone involontario dell’incontro fra X, premier della sponda destra (Laura Bussani) e Y, premier della sponda sinistra (Romeo Grebenšek), ideato per trattare in gran segreto l’eliminazione del confine.

Il ponte, questo “non luogo” in quanto terra di nessuno, diventa a poco a poco sempre più affollato e il protagonista si ritrova pure ad essere oggetto del desiderio di Gospa Hana (Maja Blagovič), locandiera rimasta recentemente vedova e alla disperata ricerca di un nuovo marito, convinta che la presenza di un uomo nel locale possa favorire gli affari.

L’intera situazione, grottesca all’inverosimile, ricorda nella sostanza tante situazioni vissute o raccontate da chi vive in una città di confine; è facile quindi che il nostro spettatore frettoloso si immedesimi in quel che vede, magari anche con un po’ di nostalgia.

Dopo l’inevitabile lieto fine, lo spettacolo non termina immediatamente e, sullo schermo che fungeva da fondale e su cui erano proiettati i dialoghi nella lingua non parlata in quel momento, viene proiettato il breve  documentario “Meje” (Confine) di Damian Kozoje che mostra, per dieci minuti, una lunghissima colonna di migranti e rifugiati scortati da poliziotti e soldati mentre passa lungo il confine dell’Area Schengen tra Croazia e Slovenia per dirigersi verso un centro di accoglienza nella città slovena di Brežice.

La convinzione di aver seguito uno spettacolo d’attualità diventa certezza.

Solo a questo punto lo spettatore frettoloso riesce a sfogliare il programma di sala e, sorpreso, scopre che Qua e là fu invece scritto nel 1934 da Ödön von Horváth, il drammaturgo ungherese nato a Fiume nel 1901, cittadino del mondo, che essendo diventato persona non gradita ai nazisti, fu costretto a lasciare prima la Germania e poi, nel 1938 anche Vienna a seguito dell’Anschluss, l’annessione dell’Austria da parte del Terzo Reich. Fu protagonista egli stesso di una situazione simile dovette richiedere un certificato che attestasse la cittadinanza ungherese, cosa considerata fino a quel momento ovvia, per la quale non fosse necessaria alcuna procedura burocratica.

Subito tornano alla mente le parole di Stefan Zweig, lo scrittore austriaco che ne Il mondo di ieri descriveva “quell’orribile condizione dell’essere senza patria, impossibile a spiegarsi a chi non l’abbia provata su sé medesimo, quel senso esasperante di procedere ad occhi aperti nel vuoto, sapendo che dovunque si appoggi il piede, ad ogni istante si può essere ricacciati indietro”.

Il documentario visto poco prima assume allora tutt’altro aspetto e lega in modo inquietante eventi di quasi cent’anni fa che ricordiamo certamente grazie a letture o a studi passati, ma per i quali abbiamo purtroppo perso la memoria.

Paola Pini

Trieste, Teatro Stabile Sloveno – Sala del Ridotto
Dal 13 al 29 gennaio 2017
Teatro Stabile Sloveno in collaborazione con Cooperativa Bonawentura-Teatro Miela
Ödön von Horváth
QUA E LA’
regia: Neda R. Bric
adattamento dall’originale: Žanina Mirčevska
adattamento drammaturgico: Neda R. Bric
traduzione: Bruno Hartman, Giulia Ghiretti
collaboratore artistico: Stefano Dongetti
costumi: Bjanka Adžić Ursulov
scene: Tine Tribušon
musiche: Aleksander Ipavec
luci: Andrej Hajdinjak
assistente alla regia: Jasmin Kovic
testi sloveni delle canzoni: Neda R. Bric
testi italiani delle canzoni: Stefano Dongetti
CON:
FERDINAND HAVLIČ: DANIEL DAN MALALAN (attore ospite)
TOMO ŠAMIĆ, guardia confinaria della sponda sinistra: VLADIMIR JURC
EVA, sua figlia: NIKLA PETRUŠKA PANIZON
MARSIČ, gendarme: LUKA CIMPRIČ
COSTANTINO, guardia confinaria della sponda destra: ALESSANDRO MIZZI
GOSPA HANA, locandiera: MAJA BLAGOVIČ
X, premier della sponda destra: LAURA BUSSANI
Y, premier della sponda sinistra: ROMEO GREBENŠEK
KONTRABANT, contrabbandiere: Primož Forte
GOSPA LEDA, contrabbandiera: TINA GUNZEK
Nello spettacolo viene utilizzato il cortometraggio “Meje” (Confini) del regista Damjan Kozole, produzione Vertigo 2016
PRIMA E REPLICHE
giovedì, 12 gennaio ore 20.30 – anteprima (per giornalisti e ospiti)
venerdì, 13 gennaio ore 20.30 – prima in abbonamento
sabato, 14 gennaio ore 20.30
giovedì, 19 gennaio ore 20.30
venerdì, 20 gennaio ore 20.30
sabato, 21 gennaio ore 20.30
domenica, 22 gennaio ore 16.00
venerdì, 27 gennaio ore 20.30
sabato, 28 gennaio ore 19.00
domenica, 29 gennaio ore 16.00
con sovratitoli in italiano e in sloveno

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