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LEGA PRO GIRONE A. Una distrazione difensiva condanna allo scadere una Racing spuntata e priva di idee contro un dignitoso Pro Piacenza.

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“Piange il taccuino” per le scarse emozioni.Tifosi poco calorosi e ridotti

La compagine di Giannichedda, uscita con l’onore delle armi dalla gara con L’Alessandria al “Moccagatta”, dove era stata piegata di misura, era chiamata a battere il Pro Piacenza, che la settimana prima aveva pareggiato in casa con la Lupa Roma, per continuare a coltivare la speranza d’evitare la retrocessione diretta ed  andare a giocarsi i “playout”. Pure un pareggio non sarebbe stato accettabile dalla società del presidente Pezzone in quanto le squadre che la precedono in classifica stanno tirando fuori le unghia e raccolgono quei punti necessari a tenersi a distanza di sicurezza dei Romani; proprio consapevole di ciò il trainer ex Juventino e laziale, come i colleghi Caso e Giordano osservatori, forse interessati, in tribuna autorità, aveva confermato il complesso base degli ultimi tempi, ovvero quello rinforzato dagli acquisti invernali, responsabilizzato dal successo sul Como,ma poi inopinatamente traumatizzato dall’ingiustificabile batosta di Carrara. Buone erano state per voglia, coraggio, grinta ed accettabile ritmo per almeno un tempo le prove interne contro l’Arezzo ed il Giana Erminio,per cui nessuno s’aspettava la prestazione sotto tono scialba ed incolore,priva di fraseggio avvolgente e velocità, trame pericolose e lampi geniali per offrire palle goal ed assist vincenti,agli attaccanti, alla maniera di quelli che fino a qualche settimana orsono il centrocampo con Ricciardi, Paparusso e D’Attilio, in rete contro i Grigi Piemontesi,riusciva in maggior o minor misura a costruire. Stavolta non si palesavano altro che lanci fuori misura da una parte all’altra del campo, senza idee ed un uomo “faro” ad illuminare le azioni, a dettare le operazioni da giramento sulle fasce dei Rossi del Pro Piacenza che, non avendo niente da perdere se non l’onore e l’ultima posizione ultima per i “play off”, cioè la decima, s’era sistemata sul terreno di gioco con il modulo preferito dall’allenatore Fulvio Pea il 3-5-2, pronta ad agire di rimessa con Barba e Bianco, cursori esterni a sinistra e destra,mentre in avanti si muovevano con pochi adeguati rifornimenti Pesenti e Pugliese, i due migliori goleador degli Emiliani. La difesa si leggeva su Capitan Bini ed il portiere Fumagalli,che militava in serie A con lo stesso Piacenza ai tempi di Luiso e F. Inzaghi, che ora sta vincendo il girone B con il Venezia ed è in finale di coppa Italia Lega Pro con il Matera, a cui deve rimontare un goal nella partita di ritorno in laguna. Sembrava d’assistere ad un incontro di tamburello con rinvii lunghi ed a casaccio o controlli effimeri della sfera sulle fasce di Barba o De Sousa, tuttavia da ciò non scaturiva nulla,pochè i due collettivi erano tecnicamente opachi,modesti ed incapaci di pungere, anche per lo scollamento tra i reparti, nonostante Mr. Pea si sgolasse dalla sua area tecnica per suggerire ai suoi uomini la posizione da assumere sul campo in precarie condizioni. Nel primo tempo registravamo una sola opportunità di rilievo quando al 13° Boni respingeva con i pugni in tuffo un diagonale di De SOUSA, che per il resto della partita rimaneva in ombra e senza raccordo con lo spento Majtan. Nella ripresa Giannichedda capiva che doveva lestamente per uscire dal grigiore generale ed avere qualche possibilità in più da aggiudicarsi l’incontro,altrimenti le speranze di salvezza si sarebbero ridotte al lumicino. Così al 54° toglieva Majtan ed  D’attilio per Loglio e Selvaggio onde allargare l’offensiva ed aumentare la pressione, tuttavia le giocate rimanevano confuse,nessuno si prendeva la responsabilità di calciare al volo o di potenza dalla distanza, oppure mancava la coordinazione dell’ultimo passaggio eppure sui calci piazzati dalla trequarti del Pro Piacenza Ricciardi non sapeva sparare quelle bordate a mezza altezza che avevano seriamente impegnato l’estremo Viotti del Giana. Di fronte a tanta povertà di schemi dei padroni di casa,in cui si segnalava per determinata volontà indomita e spunti in progressione del solo capitan Vastola, che tuttavia con più accortezza e lucidità nell’attimo decisivo avrebbe potuto fare di più, occasioni propizie per sbloccare il risultato non venivano che in un paio di circostanze su folate improvvise dei locali. Al 66° su cross di Paparusso dalla destra e favorevole opportunità per il citato Vastola a due passi dal portiere in beata solitudine, questi colpiva di forza con la testa il pallone ma troppo centralmente senza angolarlo nel giusto modo, permettendo perciò all’esperto e bravo Fumagalli, che registrava con grida la sua retroguardia di respingere d’istinto a pugni con un balzo felino. L’allenatore Pea inseriva Pozzi per Martinez al 75° e poi Girasole per Aspas al 79°nel tentativo di sfruttare lo sguarnirsi nelle retrovie della Racing che si portava maggiormente in avanti con la caoticità sterile della giornata storta,il carico mentale eccessivo,il nervosismo e la sfiducia che s’impadroniva del complesso. Non portava  fresca vigoria atletica e chiara impostazione offensiva nemmeno l’ingresso di Calabrese per Corticchia, viceversa la contro offensiva Emiliana che già si era notata al 53° con un fendente di Barba deviato in corner da Reinholds, aumentava negli spazi vuoti lasciati dai bianchi di casa e perciò intorno all’80° Selvaggio doveva rinvenire con un brillante scatto per un ottimo salvataggio su Pesenti che si stava involando verso Reinholds e la formazione della città dei due cavalli collezionava corner a ripetizione,che poi saranno alla fine 7-1 a suo favore. La partita rimaneva sostanzialmente, comunque, corretta,essendo stati ammoniti unicamente De Sousa e Majtan da una parte e Martinez tra gli ospiti per scorrettezze dal sufficiente arbitro Di Gioia della sezione di Nola, la cittadina del filosofo Giordano Bruno e del collega più rinomato Russo che dirige nella massima serie; la giacchetta nera è stata correttamente assistita dal pugliese Pappalardo di Molfetta e dal sardo D’Elia di Ozzieri(NU).Tali avvisaglie di maggior predominio e ed aggressività dei Padani venivano tuttavia sottovalute ed inoltre anche la regola del calcio per cui chi sbaglia paga  si rivelava fatale per la Racing che all’88° mancava ancora una volta di concretizzare con Vastola una ghiotta palla goal: il capitano de filato sulla sinistra dell’area piccola con davanti il solo portiere Viotti invece di appoggiare indietro per De Sousa o qualcuno dei compagni proiettati all’attacco, anche se non sempre la manovra del possessore di palla veniva accompagnata dal resto della squadra, crossava troppo centralmente sul portiere e vanificava quindi la propizia opportunità.Come c’era da aspettarsi dal possibile vantaggio si passava alla maledetta beffa allorché un minuto dopo il nuovo entrato Pozzi,dimenticato in assoluta libertà ai limiti dell’area della Racing, s’impadroniva ad un pallone vagante e con un secco e calibrato diagonale trafiggeva sulla sinistra il portiere Reinholds, che si tuffava con un certo imputabile ritardo.Ancora una volta l’undici romano pagava una sua sbadataggine,un imperdonabile errore difensivo,ma pure il tributo al talento, alla classe, d’un trentunenne campione di categoria superiore, avendo acquisito scaltrezza e fine padronanza calcistica in serie A con Empoli e Sampdoria.Lui si aggiunge alla schiera dei terribili calciatori d’alta scuola che hanno diabolicamente segnato il cammino in negativo della Racing: Gonzales e Bocalon dell’ALESSANDRIA, Cinelli del Livorno, Brighenti, Berlinghieri, Stanco e SCARSELLA della Cremonese, Chinellato del Como,Moscardelli dell’Arezzo, Bruno e Iovine del Giana Erminio. La Lupa Roma,ha pareggiato al Livorno,il Prato ha perso a Pontedera come l’Olbia in rottura prolungata,in casa al Nespoli con la Viterbese,il Tuttocuoio è caduto a Pistoia, mentre la Carrarese ha strappato un punto a Como.Dunque la Racing Roma ha subito un brutto ed irrimediabile probabilmente pesce d’aprile dal Pro Piacenza, che ha rafforzato a 45 punti il decimo posto in classifica ed ha festeggiato il galvanizzante exploit con una foto ricordo a Casal del Marmo,riscattando le ultime due in certe esibizioni con la sconfitta di Lucca ed il pareggio al “Garilli” con l’altalenante Lupa Roma di Di Michele. La Pro vanta con una delle più esperte fomazioni con dieci elementi degli anni ottanta,di cui i più anziani sono Fumagalli ed il sostituito Aspas entrambi dell’82’. Ora  De Sousa e soci non potranno uscire sconfitti dal Porta Elisa della Cinta muraria di Lucca, pena il fatto che la residua fiammella della speranza si spenga quasi del tutto e dopo l’anticipo infrasettimanale di martedì le due consecutive partite interne di sabato prossimo e giovedi santo contro rispettivamente l’OLBIA ed il più titolato Piacenza siano praticamente vane,senza senso,come hanno compreso i fans gialloverdi sempre meno numerosi e più silenziosi e rabbuiati,adirati,per la strisciante amarezza che s’è infiltrata in loro.La lotta s’è invece riaccesa in testa per lo scivolone interno dell’alessandria e la clamorosa affermazione a Siena della Cremonese,che ora a tre punti dalla capolista Di Braglia punterà tutto per tutto e martedi ci saranno Carrarese- Alessandria ed il derby lombardo Cremonese Como.Le altre giocheranno per allenarsi in vista dei play off e la gara Prati-Olbia potrebbe far navigare verso la salvezza una delle due con Tiribocchi che allenatore dei sardi,da poco arrivato,potrebbe saltare prima di venire sabato a Roma.

Il dopo gara di Racing- Roma – Pro Piacenza

Giannichedda si dimette mentre Pea diserta per la fretta la sala-stampa

Aria da funerale, volti tesi e bocche cucite negli spogliatoi dello stadio delle fiamme azzurre, il club delle guardie carcerarie del Ministero di Grazia e Giustizia nel carcere minorile di Casal del Marmo, meglio conosciuto come compagine calcistica della Strea, al termine della vittoriosa partita del Pro-Piacenza contro i capitolini della Racing. Tra i dirigenti della compagine Quirite e i suoi più stretti sostenitori s’è diffusa la sensazione che il destino sia in gran parte segnato e che gli stessi calciatori non abbiano quella serenità e fiducia per lottare con spirito caparbio e forza di volontà fino in fondo. Il presidente Pezzone s’apparta a bordo campo con l’allenatore Giuliano Giannichedda e dagli addetti ai lavori nell’entourage della squadra romana si vocifera di due sole possibilità: l’esonero o le dimissioni. Siamo arrivati così al “redde rationem” di cui noi senza volerci considerare facili profeti,avevamo già parlato verso la fine del girone d’andata visti i numerosi risultati negativi ed il permanere stabilmente del collettivo all’ultimo posto in classifica. In quel delicato frangente siamo riusciti a parlare sul versante dei padroni di casade solo con l’intraprendente e volitivo segretario Marco BEVILACQUA che ci ha dichiarato: “Non è stata una bella gara e certamente non m’aspettavo una prova così negativa del complesso che sapeva di dover vincere a tutti i costi per continuare ad alimentare valide speranze di salvezza. Invece nessuno ha raggiunto la sufficienza contro un Pro Piacenza che è una delle spalle più quadrate perché con meno giovani,del girone e che dopo il giro di boa del campionato ha perso solo tre volte. Tuttavia oggi per la mediocrità generale nessuno meritava di vincere ed il risultato ad occhiali, cioè zero a zero, avrebbe meglio fotografato l’andamento dell’incontro”. Intanto il trainer euforico degli Emiliani il lodigiano Pea classe 67’ di Casal Pusterlengo cresciuto alla corte degli illustri allenatori Gigi Simone e Josè Mourino, vincitore del campionato primavera con la Sampdoria, del youth league under 18 e del torneo di viareggio alle sue prime esperienze tecniche, Mister in serie C con il Lumezzane, il Monza, la Cremonese ed infine attualmente il Pro-Piacenza ci faceva sapere di non poter venire in sala stampa in quanto aveva fretta di rientrare nella città padana in orario consono a dirigere l’allenamento di domenica mattina per preparare l’incontro di cartello di martedi con il Livorno di Foscarini. C’è sembrata una mancanza di cortesia verso la stampa non del tutto giustificabile con il lungo viaggio di ritorno con il pulman. Sasrebbero bastati pochi minuti per fornirci un suo prezioso e competente giudizio sulla gara. Nella giornata di lunedi abbiamo sentito telefonicamente il segretario Bevilacqua che ci ha ragguagliato sugli ultimi esiti della crisi tecnica della Racing:” il coach Giannichedda con viva sensibilità e profonda dignità senso dell’onore ha rimesso nelle mani del presidente il suo mandato che scadeva a fine stagione rinunciando economicamente ad alcuni migliaia di euro;questo sacrificio e gesto nobile non è da tutti in tale periodo di crisi. Pertanto lo ringraziamo caldamente per la sua coscienza umana e sportiva.Serviva un forte scossone alla formazione per svegliarla dal suo torpore e metterla senza alibi di fronte alle sue responsabilità.Il nuovo allenatore è Antonello Mattei, che era il secondo di Giannichedda e vice l’anno scorso nella Roma primavera di Rossi;suo assistente sarà Marco Chirico che guidava la Beretti. Martedi a Lucca e poi tra le mura amiche contro l’Olbia ed il Piacenza dovremo raccogliere  il maggior numero di punti possibili per confidare nei play-out, lasciando a qualcun altro il fanalino di coda e la retrocessione diretta,sennò il 14 c. m. sarà al 90 per cento metaforicamente un venerdi santo di passione senza Pasqua di resurrezione.A buon intenditore poche parole.

Giancarlo Lungarini

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