“Lear”. Cruda rivisitazione del dramma elisabettiano

Data:

Al Teatro India di Roma, fino al 9 aprile 2017

L’orrore della violenza fisica ed il muro come fortezza per la conservazione del potere e la rivoluzione popolare per eliminare il despota nel sanguinoso lavoro di Edward Bond con cui è iniziato il progetto confini, fatto di spettacoli futuristici,mise enspace, installazioni visive e sonore, balere galattiche,ha tenuto avvinghiato lo spettatore alla poltrona per la drammaturgia spietata sull’autoritarismo di Bond. Lo scrittore Britannico contemporaneo accentua lo scontro sul potere in chiave privata  e pubblica,civile,mentre Shakespeare era meno violento in quanto aveva già trasmesso il comando alle prime due figlie da Re Lear e la più piccola Cordelia si limitava a prendere le difese del padre con la guerra del marito, Re di Francia, contro l’Inghilterra. Qui invece Lear, interpretato da uno strepitoso Elio De Capitani, si sente assediato e minacciato non solo dal popolo, ma pure dalle sue due figlie Fontanelle ed anche Bodice, incarnate da Alice Palazzi e Pilar Perez, gelose e rivali tra loro, tuttavia legate nell’odioso inganno e verso il padre con l’appoggio dei rispettivi mariti del nord e della Cornovaglia impersonati da Emiliano Masala e Diego Sepe. Con tanta paura interna ed esterna si capisce come il sovrano si dia da fare per realizzare il muro dietro cui blindarsi. Come non pensare a quello che sta facendo Trump ai confini con il Messico, a quello tra Israele e Palestina, agli esistenti a Nicosia, Belfast, Leuta e Melilla con il Marocco, per non citare il primo di Berlino est nel 1951. Comunque il sovrano, dopo aver resistito agli spietati intrighi familiari, cade prigioniero del popolo guidato epicamente da Cordelia, la bionda ed apparentemente più sentimentale Anna Mallanaci, che ci ricorda la sommossa civile in Romania contro Ceasescu, a Berlino est nel 1989 contro Honecker, per finire con la “primavera araba”.Ora però, la democrazia non si concretizza in quanto la comunità si lascia  andare alla sommaria vendetta con orride scene brutali da barbara carneficina: alle figlie vengono trapanate le orecchie con rudimentali ferri acuminati;i generi sono trucidati e vivisezionati,mentre a Lear un medico, sostenuto in modo spregiudicato similmente al nazista Mengel da Francesco Villano, cava gli occhi,quasi fosse un novello Edipo abbacinatosi. Alla fine Lear, chiuso anche nel sordo e gretto muro del suo animo, accompagnato dalla giovanile innocenza d’un fanciullo fantasma, sarà fucilato mentre la pietà indotta lo spinge a distruggere il muro “barricata”. La regista Lisa Ferlazzo Natoli tende ad evidenziare proprio quest’anima nera, la tragica faida di sangue e terrorismo,integralismo fanatico, di cui fu testimonianza la giustizia populista dei coniugi Ceasescu e la mostra “wiallouwall” con foto esterne di gigantesca misura del tedesco Wiedenhofer sulle barriere razziali esclusiviste. Sarà in cartellone al teatro India fino al 9/04.

Susanna Donatelli

adattamento e regia Lisa Ferlazzo Natoli
traduzione Tommaso Spinelli
con Danilo Nigrelli, Fortunato Leccese, Anna Mallamaci
Emiliano Masala, Alice Palazzi, Pilar Perez Aspa
Diego Sepe, Francesco Villano
luci Luigi Biondi
suono Alessandro Ferroni e Umberto Fiore
scene, immagini e video
Luca Brinchi, Fabiana Di Marco, Daniele Spanò e
Alessandro Ferroni, Maddalena Parise
costumi Gianluca Falaschi
immagini a china Francesca Mariani
collaboratore alla regia e alla drammaturgia Roberta Zanardo
drammaturg Margherita Mauro
foto di Sveva Bellucci
orari spettacolo
ore 21.00
domenica ore 19.00
lunedì riposo
durata
2 ora e 10 minuti
Produzione Teatro di Roma
in coproduzione con lacasadargilla

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