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Intervista all’attrice Rosalia Porcaro

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Rosalia Porcaro nasce a Casoria dove frequenta le scuole elementari e medie, per poi frequentare il liceo scientifico statale “Filippo Brunelleschi” della vicina Afragola, del quale oggi presiede l’Associazione ex studenti. Nel 1985 inizia la sua attività al Teatro Bellini di Napoli sostituendo un’attrice in uno spettacolo tratto dalle commedie di Eduardo Scarpetta.

Nel 1997 partecipa a una serata di giovani emergenti al Maschio Angioino, presentata da Francesco Paolantoni, come autrice e attrice comica nei panni di “Veronica”. Il personaggio riscuote successo in televisione grazie al programma regionale TeleGaribaldi, ma la notorietà nazionale arriva soprattutto con programmi televisivi trasmesse da Rai come Convenscion, Superconvenscion e L’ottavo nano, in cui interpreta il personaggio di “Natascha”; partecipa inoltre a Markette di La7, e il programma radiofonico Pelo e Contropelo su Radio Kiss Kiss.

Rosalia Porcaro appare inoltre in BRA – Braccia rubate all’agricoltura e in Zelig Off, dove presenta il personaggio di Assundam, donna afgana del Sud che parla della sua vita con il velo; l’attrice sarà presente anche nelle successive edizioni e in Zelig Circus nel 2005 e poi nel 2009.

Nel 2012 figura come comica nella trasmissione di Sabina Guzzanti Un due tre stella su La7. Il 1° maggio 2012 partecipa nel ruolo di Elena, moglie del ragioniere Luigi Iannello, alla commedia di Eduardo De Filippo Sabato, domenica e lunedì, andata in onda su Rai uno con la regia di Massimo Ranieri e Franza Di Rosa.

Oltre a Veronica, Assundham e Natasha, un altro personaggio è quello della suocera, madre di Genni, sedicente donna di cultura («je teng’ e libbr’ pe’tutt’part’») vive nell’orgoglio esagerato per i figli laureati in legge e nel disprezzo per il marito disoccupato. Cinica e meschina, indolenzita dalla vecchiaia riversa sui poveri malcapitati tutta la sua cattiveria.

Come si riesce a entrare ma soprattutto a “sopravvivere” in un mondo maschilista come quello della comicità?

Sicuramente il mondo della comicità, in realtà il mondo in generale è più maschile che femminile , ma questo potrebbe essere un punto a favore potendo offrire una nuova chiave di lettura, diversa dalla solita. E’ più facile dar credito al fatto che dietro a uno che scrive o a un regista ci sia un uomo anziché una donna.

La bellezza in un uomo è sempre un punto in più, un punto a favore, in una donna invece la bellezza è associato sempre a parole come “raccomandazione” “scarso talento”. Da donna cosa le suscita tutto questo?

Io penso che anche in un uomo la bellezza sia associata a queste parole. A volte alcune donne ne approfittano di questa bellezza, si dice che le attrici lavorino molto di più se sono belle.

Tanti personaggi nel corso di una lunga carriera, Veronica, Assundham e Natasha, la suocera, ci si affeziona a tutte allo stesso modo o c’è ne una che è entrata nel cuore maggiormente?

C’è qualche personaggio che è un po’ più autentico e vero e ciò viene percepito dal pubblico. Mi affeziono ai miei personaggi ma non troppo altrimenti a furia di ripeterli potrei annoiare il grande pubblico e dunque finisco per affezionarmi a quelli che faccio di meno.

Di solito quanto tempo richiede la costruzione di un personaggio e da dove si trae spunto e ispirazione?

C’è sicuramente qualcosa di me nei miei personaggi, a volte  quando crei un personaggio e ti trovi a parlare in determinati modi che assumerebbe uno di loro e ti fermi a riflettere pensando che in realtà quello è un tono tuo che però viene evidenziato dal tuo personaggio. Di certo ci vuole del tempo per farli nascere.

In tutti questi anni di carriera, come è cambiata la comicità rispetto ai suoi inizi?

E’ cambiato un po’ tutto con il web, siccome ci sono altri mezzi. E’ cambiata la televisione ma non i suoi programmi, siamo ancora a vedere programmi come Furore e Rischiatutto ma è cambiato il modo di vedere la tv grazie al web che ha portato a un nuovo modo di usufruire l’offerta televisiva.

Marco Assante

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