La Mamada al Napoli pride

Data:

Quando la forza dell’arcobaleno e della passione spazzano via tutto il resto…

La settimana appena trascorsa è stata importantissima per la comunità Lgbt: sabato 24 giugno si son tenuti  i Gay pride in tutte le città più importanti d’Italia: Catania, Milano, Latina ed anche la bella Napoli non si è sotratta. Certo rilegare eventi del genere a importanti solo al mondo Lgbt sarebbe troppo riduttivo, eventi come questo dovrebbero avere la partecipazione di ogni singola persona del globo. Il pride, benché se ne dica, nasce per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti delle persone omosessuali e non è una “carnevalata” come alcuni definiscono o un’occasione per spogliarsi in piazza o indossare glitter e lustrini ma serve a far capire quanto la comunità Lgbt ha lottato per avere parte dei diritti che oggi possiede, e che di solito tutte le persone hanno già, volendo conquistare le stesse opportunità degli altri, nulla più nulla di meno.

In questo pride napoletano si son visti sì lustrini, glitter, abiti sfavillanti e tanto altro ancora ma si è visto anche tanto amore, quello che vince sempre e che in fondo è solo uno. Famiglie arcobaleno, ragazzi che baciavano ragazzi, ragazze che baciavano ragazze, trans che sbandieravano con orgoglio la propria femminilità ma anche coppie etero che appoggiavano la comunità lgbt a testimonianza del fatto che certe differenze possono unire.

Quest’anno il Pride napoletano è stato vicino a tutti i bellissimi Paesi che affacciano sul mar Mediterraneo ed è questo il motivo del nome che ha quest’anno: Mediterranean Pride of Naples. I temi centrali del Mediterranean Pride of Naples 2017 è stato  il Corpo e la capacità di autodeterminarsi e, ovviamente, il Mediterraneo. Il corpo inteso come laboratorio di libertà e intima e rivoluzionaria fucina della propria autodeterminazione.

Il pride quest’anno, come anche da un paio a questa parte, ha avuto un grosso supporto spirituale e anche materiale da una delle associazioni clubbing più importanti e imponenti di tutta la regione Campania: La Mamada.

La Mamada è un gruppo che organizza serate disco gay-friendly e ha avuto luce due anni e mezzo fa, partorita dalle menti di Giovanni Caccavale e Ferdinando Notarnicola, più altri due ragazzi che han dovuto lasciare per esigenze personali e lavorative la loro creatura quando era solo agli arbori, ma in cosi pochi anni Ferdinando e Giovanni hanno reso La Mamada una delle serate più popolate, note e affollate di Napoli e non è un fenomeno rilegato solo tra i gruppi a serate gay-friendly. Così facendo quest’anno, serata dopo serata, questi ragazzi son riusciti a raccogliere fondi per poi usarli per finanziare il Pride napoletano, fornendo pure un favoloso carro da mettere a disposizione durante la manifestazione. Un carro che ha girato  per tutta la zona del centro di Napoli, partendo da Piazza Municipio fino ad arrivare sul lungomare più famoso del mondo, su cui son saliti gli organizzatori, i pr e tutto lo staff della Mamada, senza lasciare “a terra” i loro clienti più affezionati e anche i loro ospiti più assidui, come le star di migliaia di visualizzazioni di Youtube: Sharon e Deianira che hanno infiammato ancora di più l’atmosfera. Più di cinquantamila persone si son contate e vi posso dire che cosi è stato, le ho viste coi miei occhi. Ho visto tante persone sorridere e applaudire le esibizioni dei ragazzi e le parole di Giovanni Caccavale che più volte dal carro ha speso parole di sostegno a tutte quelle persone che nel 2017 ancora devono accettarsi e lottano contro l’emarginazione talvolta con quella paura di essere giudicati e emarginati dalla società. Tra tanti coriandoli dalle mille sfumature Giovanni ha urlato << Questi sono i colori dell’arcobaleno li vedete? Son tutti diversi da loro perché la diversità è la vera forza e lo dobbiamo sempre ricordare>>.  Gli organizzatori de La Mamada hanno fatto aggiungere il colore rosa, che sulla bandiera simbolo della comunità è assente, perché da sempre il rosa rappresenta il mondo Queer (letteralmente “strano” o “eccentrico“) siccome l’associazione è da sempre additata come una serata queer e dunque hanno ben pensato di aggiungere ulteriore colore all’evento.

Uno dei tanti motivi del successo di questa organizzazione, come mi è stato svelato dal proprietario della discoteca L’accademia Biclub, che ha da subito accettato senza timore e remore di ospitare nel suo bel locale una serata gay-friendly (non tutti i proprietari di un locale ospiterebbero una serata con tanti ragazzi gay all’interno per via dell’ “immagine” da far tenere al locale), è proprio il prezzo! Una loro serata costa massimo 5 euro, ovvero son quasi gratis, e sono quelle poche organizzazioni a non mettere il drink incluso nella prevendita, proprio a dimostrazione del fatto che alla Mamada ci si diverte anche senza bere. Giovanni e Ferdinando raccontano poi di come questa sia una scelta a favorire tutti: non si crea stress e malsana competizione tra i ragazzi del loro staff e inoltre il prezzo così basso favorisce a tutti di entrare, dal ragazzo del ceto alto fino ad arrivare allo studente fuorisede. Quello che colpisce e non si spiega è vedere tutte le amicizie, molte anche improbabili,  nate alla Mamada, tra ragazzi che almeno apparentemente non hanno nulla in comune, dal conto in  banca al tipo di educazione eppure in queste serate si respira tanto divertimento e sembra non esserci tensioni interne.

Non ci sono tensioni interne proprio perché all’esterno, invece, La Mamada sembra raccogliere non poche critiche. E’ spesso accusata di essere volgare, esagerata, troppo colorata e soprattutto Trash. A tutte queste critiche, i loro organizzatori e pr si difendono dicendo che ignorarle non sarebbe la cosa giusta da fare anzi questi ragazzi con grande ingegno hanno trasformato queste critiche in arte, dimostrando a tutti e una volta per tutte che si può e si deve sempre risorgere da chi ci accusa. La mossa di marketing ha del geniale, sta nel creare delle maglie con il logo Mamada che lo staff indossa durante la serata,  abbigliamento particolare il loro, hanno delle scritte rivolte proprio ai loro “Haters”, ma non trasmettono affatto odio, anzi il tutto è fatto con sana e intelligente ironia. C’è chi li accusa di  mettere brutta musica e loro indossano la maglia con la scritta “#CambiateMusica”, c’è chi li accusa di essere trash e fanno una serata intitolata “Aggia muri int’o trash” (devo morire immerso nel trash), c’è chi li accusa di essere brutti e poveri (economicamente parlando) e loro organizzano una serata intitolata I’am what i’am #Achivonn (io sono ciò che sono, a chi vogliono rompere). Con questi hashtag si è data la giusta risposta a chi ha cercato invano di fermare la rivoluzione firmata Mamada.

Ferdinando e Giovanni ci dicono che la loro serata è volutamente trash e non l’hanno mai negato e a chi li accusa di non avere alle loro serate gente di classe rispondono che il loro non è un format di classe come la maggior parte della gente intende la classe, ma loro hanno tanti clienti che possono ritenersi davvero di classe. I due sono dei veri e propri idoli ormai e molte volte ricevono complimenti dai loro clienti sulla professionalità e il brio portato nelle loro feste.

Un’altra cosa che colpisce molto di questi ragazzi è che a differenza di chi ha a che fare col mondo dell’arte, della bellezza e della movida nelle loro serate non vi è alcuno standard fisico da rispettare. Non si può rintracciare la figura di un cliente tipo essendo tutti così diversi da loro. Il concetto di bellezza sembra essere molto lontano da quei ridicoli stereotipi che la gente si ostina  tanto a rispettare e da cui molti fotografi sono ossessionati tanto da fotografare soltanto loro. A casa persone con qualche kilo in più, con qualche anno e ruga di troppo, con qualche capello in meno e via persone tozze e magre e donne troppo prosperose. Sfogliando uno qualunque degli album fotografici de La Mamada invece salta subito all’occhio l’imperfezione dei loro soggetti eppure così dannatamente belli. C’è spazio anche per persone che per anni non sono state accettate dalla loro famiglia per il loro orientamento sessuale ed anche per la loro volontà di non sentirsi al proprio agio nel corpo in cui si trovano e che in questa serata possono sbizzarrirsi ed essere ciò che realmente sentono di essere senza paura, senza vergogna.

Come fa la gente a dire che questi ragazzi dovrebbero vergognarsi, solo perché più stravaganti rispetto la norma o semplicemente se stessi. Se questo è il trash ben venga. Giovanni Caccavale spiega come il trash a Napoli non ha una connotazione negativa come c’è l’ha in America (Spazzatura). Qui a Napoli, trash deriva da pop, ovvero popular, tradotto come popolare poiché si rivolge ed è del popolo e non fa parte dell’élite. Tutto ciò qui diventa un fenomeno di costume, Mamada è il popolo, fin dalla scelta della musica come popolare è il prezzo, accessibile a tutti.

La Mamada è diventata una famiglia e nessun membro di questa colorata famiglia considera questo come lavoro, tutto viene spinto dalla loro forte passione ed è stato proprio questo che due anni e mezzo fa Giovanni e Ferdinando e altri due membri decisero di creare questa nuova realtà tutta made in Naples. Nei loro precedenti lavori nel mondo della discoteca, sia Giovanni che Ferdinando ebbero modo di incontrare persone che facevano quello che facevano mossi solo dall’ottica di “facciamo questo per lavoro” e senza quella passione loro due si sentivano frustrati. La loro visione artistica era molto più ampia e per troppo tempo hanno avuto le loro ali bloccate a terra. Quando Ferdinando si esibisce, ad esempio, sfoga tutto il suo estro artistico. C’erano gruppi troppo rigidi, gente che faceva serate ma che non era mai stata a serate, gente che voleva organizzare il pride senza esser mai stata al pride e questo era troppo riduttivo per loro idee. Se chiedi a una persona come Giovanni non ti risponderà mai che lavora nel mondo delle discoteche ma che lavora in Wind dal 2000 e da lì prende la busta paga e da lì si mantiene. La Mamada per lui è diventata una seconda famiglia, quella che si è scelto, chiama fratello Ferdinando, cognato Guido, i suoi pr lo chiamano affettuosamente “papi” o “Zio Gio” e non ci potrebbe essere nulla di più dolce e paterno. Giovanni ai suoi ragazzi insegna con grande responsabilità il rispetto anche con chi sta dietro le quinte di chi lavora nei locali, come quando alle Terme di Agnano i ragazzi pulirono dopo la serata tutto il camerino, ricevendo i complimenti dello staff. Sia Ferdinando che Giovanni non vietano ai ragazzi di andare a ballare da organizzatori di altre serate, come fan la stragrande maggioranza delle organizzazioni, oltre che per non far respirare aria di dittatura anche per poter trarre ispirazione dalle performance della “concorrenza” per far fare ai ragazzi “l’esperienza del cliente protagonista”, perché solo così puoi capire cosa l’ospite davvero desidera e si aspetta da una serata. Giovanni non nega dunque il suo essere tanto vicino ai giovani e li lascia essere loro stessi mentre Ferdinando ha portato molti dei pr vicino alla loro serata. I due hanno aiutato anche alcuni dei pr ad accettare loro stessi in primis e cosi parlarne liberamente in famiglia.

Di famiglia si tratta quando vedi che i loro clienti hanno un nome ben preciso, così come le famose popstar come Lady Gaga e Beyoncè, ovvero i Mamadores. Loro sono persone che han voglia di divertirsi e sono autoironici. Little monster, katycats, Navy ed ora anche Mamadores.

Questo senso di unione e libertà i ragazzi lo han portato sul carro del Napoli Pride. Chiedendo loro cosa significasse la parola Pride, tutti mi hanno risposto allo stesso modo, associandola a parole come unione, combattimento per i propri diritti, sacrificio, speranza, e  liberarsi dai tabù. Tutte bellissime, che stanno benissimo accanto alla parola Pride.

La Mamada quest’anno aveva un grande obiettivo, quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e di avvicinarla alla comunità Lgbt, troppo spesso dimenticata, anche da chi ve ne fa parte. C’è un senso di lascito, ovvero donare alle nuove generazioni quel senso di libertà, il senso di appartenenza, senza avere mai paura di esporsi e del giudizio degli altri, senza paura di essere discriminati, senza vergognarsi di essere diversi solo perché si ama una persona dello stesso sesso, come è accaduto almeno una volta nella vita a un ragazzo omosessuale. Vien subito da pensare: chi prenderà il lascito di  Giovanni e Ferdinando nel mondo del clubbing e dell’attivismo LGBT?

La Giornata Pride è  proseguita all’Ippodromo di Agnano con L’official party con la favolosa Nancy Coppola (reduce dalla partecipazione all’Isola dei Famosi) come guess star alla serata Olimpo. Sembrerebbe banale ma è doveroso ricordare che nell’Antica Grecia l’omosessualità era apertamente accettata, grandi filosofi e imperatori avevano storie con altri uomini. I Greci da sempre e su tutto hanno fatto scuola e paradossalmente abbiamo, su questo ed altri aspetti, ancora molto da imparare. I ragazzi hanno eseguito delle bellissime esibizioni tra cui spicca quella sulle note di Lady Gaga (da sempre paladina dei diritti LGBT) con G.U.Y. per poi lasciare spazio alla favolosa Nancy, che ha cantato ben tre brani. La serata, così come l’intera giornata, ha avuto enorme successo di critica e direi anche di pubblico.

Mamada is a State of Mind.

Marco Assante

Seguici

11,409FansMi Piace

Condividi post:

spot_imgspot_img

I più letti

Potrebbero piacerti
Correlati