Roma, Teatro Marconi, 4 luglio 2017 (Marconi Teatro Festival)
Ci sono spettacoli che rincorri per anni senza mai riuscire a vederli e forse, chissà, ci sarà una ragione nascosta, un motivo non casuale se l’appuntamento viene sempre rimandato. La foto del carabiniere, di e con Claudio Boccaccini, era uno di questi. Fino al 4 luglio, data di inizio del Marconi Teatro Festival, eccellente manifestazione che nella sua composizione (per qualità e quantità di spettacoli proposti, all’aperto e in sala) va a sostituire quello che per più di 20 anni fu il glorioso Fontanone Estate. Non poteva iniziare meglio questa lunga kermesse organizzata dal direttore Felice Della Corte insieme a Riccardo Bàrbera, Davide Sacco ed Ilaria Ceci.
La foto del carabiniere è un lento avvicinarsi al senso del titolo, poco alla volta, con sapienza teatrale, ma nel mezzo c’è tanta vita vera, ci sono gli odori e i rumori della vita di un bambino (l’autore stesso) e della sua famiglia nel 1960, di una Roma sparita che ha sostituito la veracità dei rapporti con una indifferenza figlia della modernità. Un bellissimo monologo sul senso e i valori che dovrebbero, anzi sono, le colonne portanti di una società che voglia definirsi solida. Uno spettacolo dedicato ai padri, alla loro importanza spesso scoperta quando non ci sono più. Una storia vera nei minimi particolari, ci tiene a sottolinearlo Boccaccini, che termina andando a ritroso nel tempo, fino a quel 23 settembre del 1943, giorno del sacrificio di Salvo D’Acquisto che fece risparmiare le vite di ventidue innocenti. I gesti, che sono più importanti delle parole. Gesti d’amore, di rispetto, d’amicizia, di estremo sacrificio. Il senso del dovere. Un gesto in particolare, di straziante dolcezza, con cui si chiude la fase drammatica del racconto, del giovane carabiniere rivolto al suo amico Tarquinio (il papà dell’autore) rimasto su quella spiaggia, incredulo, sconvolto, a vedere una giovane amicizia cadere sotto i colpi di fucile nazisti. “Hai tutta la vita davanti” è una frase sciocca in fin dei conti. “Si nasce una volta, si muore una volta” disse un giorno il giovane Salvo a Tarquinio.
Claudio Boccaccini tiene il palco per quasi due ore, dosando sapientemente i momenti divertenti nel raccontare gli anni dell’infanzia, con la scoperta casuale e fonte di turbamento di quella foto di un giovane carabiniere nascosta nella patente del padre, fino all’ultima parte di spettacolo, in cui prepotentemente il dramma si fa strada. Ma quasi a sorpresa, come fu in effetti quella tragica giornata a Torrimpietra, in provincia di Roma. L’emozione e la commozione arrivano potenti sul pubblico, senza mai cedere alla retorica. Vere come questo lungo racconto. La necessità dell’uomo di raccontarsi, da lì nasce tutto il teatro. La necessità dell’uomo di emozionarsi e di arricchirsi col racconto, da qui la garanzia per il teatro stesso. La foto del carabiniere è da vedere, condividerne i valori, suggerire, consigliare. Si replica l’11 luglio, sempre al Marconi Teatro Festival. Non perdete occasioni come questa.
Paolo Leone
La foto del carabiniere
di e con Claudio Boccaccini