Il tram

Data:

 
ITALIA  1973  50’  COLORE
REGIA: SIRIO BERNADOTTE [DARIO ARGENTO]
INTERPRETI: ENZO CERUSICO, PAOLA TEDESCO, PIER LUIGI APRA’
VERSIONE DVD: SI’, edizione RAI TRADE

Il commissario Giordani (Cerusico) è alle prese con una brutta gatta da pelare: una ragazza è stata uccisa su un tram durante l’ultima corsa notturna ma, incredibilmente, nessuno si è accorto di nulla. In assenza di testimoni oculari, Giordani decide di proseguire le indagini in maniera sperimentale, convocando le poche persone presenti al momento del delitto e ricostruendo con il loro aiuto la scena del crimine; i pochi indizi raccolti sembrano incastrare il bigliettaio del tram, però qualcosa non quadra, così il commissario decide di ripetere la simulazione dell’episodio, ma stavolta di notte e con la propria fidanzata nel ruolo della vittima…

Il migliore dei quattro episodi della serie televisiva La porta sul buio, ideata e presentata per la Rai da Dario Argento che ne Il tram, oltre a firmare soggetto e sceneggiatura, è anche regista, nascosto dietro un curioso pseudonimo (Sirio Bernadotte). Questa prima incursione televisiva argentiana è senz’altro l’opera meno conosciuta del periodo d’oro del regista, quegli anni ’70 nel corso dei quali, sulle orme del Maestro Mario Bava, ha reinventato il thriller all’italiana codificandone e imponendone le maniere (l’assassino con impermeabile, cappello e guanti neri, l’armamentario a base di coltelli e rasoi, le inquadrature in soggettiva che adottano il punto di vista del maniaco, le telefonate minatorie con la voce distorta o in falsetto…), divenute poi irrinunciabili stilemi per la pletora di epigoni che hanno tentato, invano, di imitarlo. Il tram trasferisce efficacemente sul piccolo schermo, in una sorta di riduzione-bignami, le atmosfere e gli ingredienti tipici dei primi gialli girati dal regista fino a quel momento (l’ottimo esordio de L’uccello dalle piume di cristallo, i successivi e meno riusciti Il gatto a nove code e Quattro mosche di velluto grigio): suspense, violenza contenuta e spesso stemperata dall’astrazione, geniale e suggestivo utilizzo delle ambientazioni, presenza di un protagonista (in questo caso, un poliziotto: una vera rarità nella filmografia di Argento) coraggioso e determinato a scoprire la verità anche a rischio della propria vita, alleggerimenti umoristici affidati a macchiette di contorno (come il mitomane che si autoaccusa del delitto) e, ultimo ma non per importanza, colonna sonora a base di un nervoso e ansiogeno free jazz, qui affidata a Giorgio Gaslini che, raccogliendo idealmente il testimone da Ennio Morricone, fa quasi le prove generali in vista dell’epocale Profondo Rosso, il cui successo è legato in buona parte alle partiture jazz dello stesso Gaslini, oltre, naturalmente, a quelle progressive-rock dei Goblin di Claudio Simonetti. Mancano soltanto, per ovvi limiti logistici e di budget, i funambolici virtuosismi tecnici (soprattutto a livello di inquadrature) che diventeranno un vero e proprio marchio di fabbrica nelle opere successive, anche se il finale all’interno del deposito dei tram deserto rende giustizia all’abilità del regista, oltre a costituire un esempio di pura tensione “alla Argento”. Semplice quanto ingegnosa la soluzione del mistero che, come rivelato nell’introduzione all’episodio dallo stesso Dario Argento, è ostacolata da un tentativo di depistaggio, messo in atto da… non ve lo dico!

L’edizione DVD a due dischi riunisce i quattro episodi de La porta sul buio, di cui Il tram, ripeto, costituisce nettamente il capitolo migliore: una vera chicca per appassionati e “completisti” argentiani, e tutt’altro che un’opera minore nella filmografia del mago italiano della Paura (per citare il titolo della sua interessante autobiografia).

Francesco Vignaroli

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