Al Teatro Ambra Jovinelli di Roma, fino al 3 dicembre 2017
Non sempre gli attori brillanti scelgono di far ridere il pubblico con delle commedie farsesche o caricaturali, ma talvolta mettono le loro doti artistiche e lo spirito frizzante al servizio della censura morale dei costumi e dei tipi negativi del conformismo d’una società civile. Ciò è quello che fa benissimo il bravo e simpatico partenopeo Biagio Izzo che, fino al 3 dicembre,mette in scena nello spazio di Piazza G. Pepe la continuazione del celebre film di successo di Nanni Loy ”MI MANDA PICONE” in cui il perno della trama è il raggiro che viene architettato da un senatore e da un parroco, simbolo della collusione della classe aristocratica- ecclesiastica, che tanto indispone Papa Francesco mentore della causa dei poveri, ai danni del figlio di Pasquale emblema della categoria operaia dell’Italsider, ormai smobilitati di Bagnoli, che si era dato fuoco perché licenziato, come parecchi ancor oggi che il paese sembra uscire dalla crisi economica; Antonio disoccupato e sposato con l’iberica Mara incinta, viene disturbato nella sua umile casa da un’affaristica coppia politica che desidera fargli firmare come presta nome delle carte che prevedono lo smantellamento d’istituti per orfani,ciechi ed anziani, al fine di costruire sopra lo spazio ricavato due grossi immobili commerciali. Il malcapitato,che non è così stupido come gli altri se l’immaginano, fiuta subito l’inganno ed il rischio della galera,mentre il cugino Raffaele sedotto dalla bella e piacente bruna consorte del senatore cerca di convincerlo con lusingante retorica prospettante i vantaggi connessi.Intanto s’insedia in casa Nicolino,un povero orfanello con qualche problema di sviluppo mentale, amante del ragù per cui, a suo avviso, ci vogliono tempo e coraggio per averne la prelibata squisitezza. Egli si serve di botti e rumori per far credere ad Antonio che tra le pareti domestiche aleggi lo spirito, il fantasma del padre per saggiare la sua maturazione e trarlo dallo squilibrio psichico e dubbio amletico sul da farsi che sta attraversando,minacciando in caso di passiva inettitudine di lasciarlo.Allorchè sopraggiunge da Antonio il presidente dei ciechi,reo d’una seconda losca operazione criminale, il padrone di casa non avrà più dubbi ed eletto a Montecitorio dalla fiducia popolare, in nome della memoria dell’eroismo civile paterno portato per i diritti intangibili degli ultimi nella scala sociale, saprà come trattare gli intrusi e presentarsi a Roma per la riunione della camera dei rappresentanti dopo l’insediamento. Da segnalare pure la colonna sonora del lavoro didascalico con i più profondi ”leit motiv” di Pino Daniele e la voce di Lina Sastri. Lo spettacolo prosegue al Teatro Ambra Jovinelli fino al 3 dicembre 2017.
Susanna Donatelli