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“The Queen”, mostra personale dell’artista Sara Lovari alla Galleria d’arte Triphè di Roma

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La conosci la storia della bambola di carta ? E’ La bambola che da qualsiasi posizione tu decida di osservarla, lei ti guarda, con lo sguardo comprensivo tra il sensuale, il divertito e l’arrendevole.

La bambola di carta è la donna del 21 secolo, la speleologa irrisolta del sentimento. La bambola di carta è così perché non si spezza mai. Lei è una ‘’Queen’’. Sara Lovari, attraverso l’assemblaggio di carta,  cartoni,  immagini, macchie di colore bianco ci propone in una chiave tra l’ironico, il sapore retrò dall’impercettibile sapore vintage, la donna di oggi attraverso lo spirito degli anni 60.  L’utilizzo dell’assemblaggio che rimanda ad artisti quali ad esempio lo statunitense  Joseph Cornell  in Sara Lovari viene utilizzato con uno stile strettamente personale e ad alta identificabilità.

Sono installazioni dal sapore retrò, incastonate all’interno di teche di vetro con uno spirito quasi nostalgico, tra il romantico e l’ironico. Le immagini proposte da Sara Lovari sono quelle della donna anni 60; gli anni che preparavano alla contestazione del 68’, anni in cui la fiat 1100 diventava il nuovo status simbolo degli italiani e la donna, nel tumultuoso consumismo economico, viveva i primi  fermenti della sua emancipazione.

Le donne vengono incastonate in teche di vetro; quasi a salvaguardia della loro femminilità e fragilità .

Una sorta di baluardo contro l’interpretazione maschilista vissuta in chiave di dominio. Anche l’impiego della carta come materiale privilegiato nella realizzazione delle opere  non può dirsi casuale.

La carta infatti, rappresenta da sempre , un materiale delicato ,leggero, ma nel contempo duttile e dai molteplici impieghi.

E ‘proprio in questo connubbio  tra simbolo e materiale utilizzato che l’artista riesce ad offrire contenuti intensi con leggerezza e materiale povero. Tre delle 20 opere presenti in mostra sono centrali .Si tratta delle donne i cui abiti ricordano luoghi storici di Roma; quasi ad identificare l’idea  del sensibile  femminile come un qualcosa di immortale  come può esserlo un edificio storico  che ha consegnato  all’immortalità la sua infinita bellezza ; perchè una donna può essere un’insieme di tante affascinanti contraddizioni; dove insieme si fondano buon senso  e un po’ di emotiva sregolatezza. Come spesso si sente citare” la bellezza salverà il mondo”per cui la donna avrà sicuramente un ruolo fondante in questo processo vertiginoso che dovrà sicuramente compiersi in un prossimo futuro.

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