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“Una moglie da rubare”. Felicità nata dal tradimento

Data:

 

Al Teatro Manzoni di Roma, fino al 25 febbraio 2018

Tradimento dell’amicizia e criminalità comune causano la realizzazione d’una nuova felicità esistenziale nella brillante commedia una moglie da rubare con S. Masciarelli e P. Pellegrino.

Una delle penne più felici della scrittura neorealista Italiana del dopo guerra, l’unica dei tre grandi maestri ancora viventi in questo campo,dopo la scomparsa del patron del Sistina passato nelle mani del regista ed impresario M. Romeo Piparo, ha ideato una geniale ed estrosa commedia musicale su alcuni temi d’attualità, quelli di Jaja Fiastri è una spiritosa analisi sociologica di come per il sesso ed il denaro si possano distruggere tante famiglie, violare codici comportamentali ed offrire il destro involontario a fresche e rinnovate relazioni coniugali, che si basano sulla disperazione di esseri apparentemente più fragili ed indifesi. Oggi per incassare”lo sterco del diavolo”alias denaro, non si guarda tanto per il sottile e pragmaticamente, senza farsi scrupoli morali, s’agisce con la spregiudicatezza machiavellica. Ecco dunque che l’imprenditore commerciale di televisori a colori Giovanni Angelucci,impersonato dall’istrionico Stefano Masciarelli che ludicamente canta e balla, viene privato del suo bene più prezioso, la moglie Viola di cui è psicologicamente dipendente tanto d’averle riservato il suo amico Fabrizio come”cavalier servente”, ma egli che non ha il bernoccolo degli affari, è sull’orlo del tracollo e del dissesto finanziario,per cui non può soddisfare la richiesta dell’esoso riscatto: quanto gli è capitato è l’ispirazione del suo operare:ricambiare”pan per focaccia”come si suol dire in chiave dialettale ed allora eccolo sequestrare la provocante ed affascinante bionda Patrizia Pellegrino,che impersona con la seduzione femminile,Anna consorte titolata del più prestigioso e ricchissimo business man, Filippo, che corteggia le segretarie,una delle quali era proprio lei; delusa del fatto che ora tocca a Ginevra il ruolo di”sexy amante”ciò induce lei,rinchiusa nel magazzino dei televisori, a prendere il comando dell’operazione strategica vista la timidezza titubante di Gianni di cui di notte il custode Priamo, reso con pacata e serafica intelligenza da Luigi Tani,illustra le squisite doti umane ed affinità elettive, contribuendo a suscitare una sentimentale simpatia tra i due. L’unione fa la forza ed insieme escogitano un piano che dovrebbe risolvere con buona pace la questione di fondo. Tuttavia sotto c’è una verità ben più profonda che ostacolerà il piano studiato,consentendo però una differente possibilità di vita a codeste dolci,bizzarre,stravaganti persone,che decideranno di rimettersi in gioco. Quale accadimento, deus ex machina Euripideo permetterà tutto ciò dopo un cocente smacco,alle loro coscienze? Le musiche di tale struggente e romantico lavoro, che ci ha ricordato: ”The woman in red”, sono di S. Magnanensi, le scene d’interno o rimessaggio di S. Manciagli con la fedele ricostruzione di un deposito. La regia è di Diego Ruiz. Lo spettacolo prosegue fino al 25 febbraio.

Susanna Donatelli

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