“Io mi libro”. Giochi di parole per sorridere e per sognare

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Sono giochi di parole paradossali e divertenti, quelli tramite i quali Alessandro Pagani allieta i suoi lettori con il suo nuovo volume Io mi libro – titolo già di per sé controverso, con la parola che assume il doppio significato del verbo volare e dell’oggetto fisico, con la copertina composta da un uomo, le cui ali sono quelle dei due estremi di un libro. Esso è stato pubblicato nel gennaio di quest’anno da 96, rue-de-La-Fontaine Edizioni, con il quale Pagani ha raggiunto la sua seconda pubblicazione, dopo Perché non cento? .

La prima parte è composta da ben 500 brevi frasi, dove l’autore, attraverso un certo humor all’inglese, che gioca con l’assurdo e con l’insensato, riesce a strapparci qualche sorriso. Leggiamone alcune: la numero 7 afferma: Lite tra boscaioli scoppiata su Twitter. Ucciso a colpi d’#. La numero 33 recita: Bello questo quadro raffigurante una ballerina in discoteca, che stile è? – “Cubismo”. Vediamo anche la 48: Gioco tra cani “Bau… Bau… Setter!”. Da questi pochi esempi, si può già notare lo stile di Pagani, che sa rapportarsi con le parole astutamente, persino in modo sardonico, in grado anche di prendere per i fondelli – nel senso positivo – la società odierna, trovando attraverso la collimazione dei termini un senso compiuto diverso da quello che siamo abituati a leggere e ad ascoltare quotidianamente. Si avverte quindi un senso di inusuale e d’in-contestuale, che ci costringe ad aprirci prospettive cerebrali alle quali di norma non siamo abituati ad accedere. Quel senso di ironia e di presa in giro verso la lingua e la cultura si ha soprattutto nel capitoletto dedicato a I 10 ossimori più belli. Citiamone solo uno per non svelare troppo, il primo della lista: Cercasi apprendista con esperienza. E quanti ne sentiamo di questi ossimori nella realtà di tutti i giorni; è una vera e propria società che gioca con tali paradossi, a volte per superficialità, a volte per opportunismo. Vi sono poi altre sezioni: Dieci cose che sai di me, Dieci buone scuse per camuffare il cinquantesimo compleanno, 15 indizi per una giornata no, 10 libri alternativi da portare in vacanza, e poi, infine, vi è anche un breve racconto, il cui titolo è Piccolo raccorto onirico. Si parla di un sogno, dove il protagonista immagina di avere le ali e grazie a queste ha la possibilità di compiere cose che non ha mai fatto, incontrando personaggi eccezionali.

È un brevissimo volume di appena 70 pagine, scritto cono uno stile asciutto e fresco. Si può leggere tutto di un fiato, allo stesso tempo divertendosi e catapultandosi nel mondo dei sogni.

Stefano Duranti Poccetti

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