Sold-out per il concerto da Oscar che ha chiuso il BCT, il festival che, per il secondo anno consecutivo, ha impreziosito l’estate sannita con volti noti del panorama televisivo e cinematografico italiano.
Fra questi, il Maestro Nicola Piovani, che non avrebbe bisogno di presentazioni. Insignito di una pletora di Premi, dai David di Donatello – di cui ricordiamo almeno quelli per le collaborazioni con Moretti, ai Nastri d’argento – con le composizioni per Fellini, Benigni e Monicelli, per citarne solo alcuni. Piovani è ricordato soprattutto per quell’impennata d’orgoglio nazionale che ha fatto scattare in ogni italiano, non solo nei cinefili, nel 1999, agguantando l’Oscar per la miglior colonna sonora, con La vita è bella. L’orgoglio si ravviva ad ogni ascolto della partitura servita a Roberto Benigni per ripercorrere quella struggente storia d’amore e di paternità ambientata in un campo di lavoro nazista.
Il direttore artistico del BCT, Antonio Frascadore, ha – giustamente – individuato nel Maestro Piovani il nome di punta del festival. Dopo una carrellata di nomi – fra cui Barbara D’Urso, Riccardo Scamarcio, Christian De Sica, Stefania Sandrelli e Alessandro Siani -, la chiusura della kermesse è stata affidata a Piovani, in una cornice molto suggestiva: il Teatro Romano, costruito sotto l’imperatore Adriano e ampliato da Caracalla.
Piovani dirige Piovani ha presentato tre suite sinfoniche riassemblate ad hoc per un’esecuzione teatrale. “Quando lavoro per il cinema” ha spiegato il Maestro “in una prima fase compongo le partiture musicalmente in sintonia con la poetica del film. In una seconda fase, queste stesse partiture le scompongo e le ricompongo al montaggio del film. Perché in una sequenza c’è bisogno della sola frase melodica; in un’altra, della sola trama armonica; in un’altra, del solo ritmo. Ma poi, nella sala da concerto, penso sia opportuno presentare le partiture nella loro interezza originaria, nella veste in cui di solito si ascoltano solo in alcune sequenze e nei titoli di coda.”
In effetti, ascoltando le suite, che devono il nome a tre registi con cui il compositore ha collaborato negli anni, la memoria emotiva del pubblico si è accesa, raggiungendo anche picchi incandescenti.
L’Orchestra Filarmonica di Benevento, che vanta di essere la più giovane d’Italia, ha ben “traghettato” il pubblico in un viaggio attraverso titoli dei fratelli Taviani (Fiorile, Il sole anche di notte, La notte di San Lorenzo, Good morning Babilonia), Benigni (Pinocchio, La vita è bella) e Fellini (Intervista, La voce della luna, Ginger&Fred).
Concerto riuscito, performance applauditissime, standing-ovation finale.
Maria Vittoria Solomita