Jacaranda, fotografia è eleganza…

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Consulente aziendale per la contabilità, con in tasca una laurea in Economia e dotata di una straordinaria capacità di leggere e “far parlare” i numeri. Poi, come nel celebre strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, lontana dal posto di lavoro, Jacaranda si trasforma in una esplosione di sensualità ed eleganza. Fotomodella ma anche attrice di piccoli ruoli e presentatrice, con alle spalle diversi corsi di recitazione cinematografica e teatrale. Angela, 40 anni compiuti ed età che resta un mistero, è una di quelle donne difficili da decifrare. Sembra più giovane di quello che è, carattere equilibrato, fisico da sballo “anche se avrei voluto qualche centimetro di più in altezza”, e una passione incondizionata per la lettura e lo shopping. Ma la vena artistica non si esaurisce nell’arte, nella scultura e nella pittura, cui è profondamente devota. Cinema e fotografia l’hanno conquistata sin da giovanissima. Ed ecco che oggi il suo curriculum si è allungato a dismisura con alcune “chicche” che altre sue colleghe o aspiranti tali nemmeno si sognano.

Come nasce la vocazione per il cinema?

Avevo 13 anni quando all’auditorium della scuola di un paese del Nord recitai Francesca: il mio Paolo era un ragazzino dalla stretta di mano un po’ insignificante, molto timido, dal tono di voce bassissimo. Ma io ero carica di passione per questo ruolo da lussuriosa che avevo guadagnato: conoscevo i passi di Dante perfettamente a memoria e non ebbi alcun timore. Oggi invece sul set la fifa mi viene, eccome!

Come si è sviluppata questa passione?

Seguendo periodicamente corsi di recitazione cinematografica; mio marito, appassionato regista e fotografo, mi ha educata al cinema di Rohmer, Virzì, Sorrentino, Woody Allen, al punto che mi chiedo come abbia fatto a vivere prima.

Ed ecco che dalla teoria si è passati… alla pratica.

Ogni collaborazione, ogni set, ogni evento mi ha formata. C’è sempre tanto da imparare e sempre bisogna mettersi in gioco, perché non si è mai ‘arrivati’. Tra le collaborazioni che considero più importanti c’è la mia partecipazione in qualità di ospite a casa di Cupa a ‘Loro 1’ di Paolo Sorrentino. Ho passato una intera giornata sul set con un grande Maestro, per me è stato un onore. Ho girato anche con Grimaldi, altro grande del cinema. Ho fatto qualche piccola pubblicità. A breve presenterò, per il secondo anno consecutivo, il Catone Film Festival, una rassegna di corti provenienti da tutto il mondo. Ho partecipato, sia come attrice che come cosceneggiatrice, alla realizzazione di alcuni cortometraggi. Ricordo in particolare “Thalassa Thalassa”, in uscita nel 2019 e “Siamo tutti Gig Robot” in uscita a settembre 2018, che è un progetto pilota per le scuole relativo alla rianimazione cardiopolmonare. Infine, faccio parte di una giuria per la selezione di giovani talenti del mondo dello spettacolo e del cinema, in collaborazione con la Starcasting.

E poi c’è il fantastico mondo della fotografica…

Dagli scatti più impegnati, a volte di protesta, a quelli semplicemente glamour. Uno dei progetti che ho amato di più riguarda gli scatti dedicati a Klimt, pittore che adoro. Da modella ho partecipato anche al Photo&Beauty festival di Frascati, posando per vari fotografi. Diversi scatti sono stati pubblicati su Ethereal Magazine di Chicago. Alcune mie foto hanno ispirato dipinti di artisti, tra cui Sergio Cerra (che ha rappresentato Danae dal progetto di Klimt) e Vito Lentini (che ha interpretato uno scatto dal progetto Nikita).

Cosa ti ha dato la fotografia?

La prima volta che ho posato l’ho fatto per mio marito. A dire il vero, non ero affatto convinta della cosa. Invece Marco ha saputo cogliere diverse espressioni e sfaccettature del mio carattere in modo originale, scoprendo la mia – inaspettata – fotogenia. All’inizio ero abbastanza impacciata, non è affatto facile posare, ma è molto importante in uno scatto: la giusta posa rende slanciate, leggere. La posa sbagliata ci fa sembrare goffe e rovina lo scatto.

Quali le tue collaborazioni principali?

Sono molto selettiva nella scelta delle collaborazioni e alla fine tutti i lavori sono importanti e ben ponderati. Ho lavorato con lo Studio Gattinarte, con Laura Daddabbo, con Francesco Todaro, Giuseppe Grossi, Stefania Valletta, Giorgio Astara e con altri. Le mie foto sono state oggetto di una importante mostra all’interno della fiera di Grottaferrata. Altri scatti, davvero bellissimi, dedicati al progetto ‘L’eleganza nel cinema’ sono stati esposti come installazioni d’arte al Mam, Museo delle arti e dei mestieri di Cosenza, grazie a Gianfranco Confessore e allo Studio Gattinarte.

Riavvolgiamo il nastro: cos’è invece per te la recitazione?

La recitazione è uno dei tanti modi per raggiungere il proprio sé. Per me è abbastanza naturale, mi piace e mi mette costantemente in discussione. Ognuno dovrebbe misurarsi con qualcosa che lo scuote e lo mescola. Le ragazze, semplicemente, dovrebbero ascoltarsi e capire se la recitazione è la propria strada o meno: non si perde né si guadagna, in senso assoluto, ognuno ha il proprio personale percorso. Alle ragazze consiglio una rigorosa selezione a monte dei progetti e dei soggetti, prima di accettare eventuali collaborazioni.

Come giudichi il mondo dello spettacolo?

È un mondo con pochi riferimenti fissi. Il set si sposta da un luogo all’altro, le persone vanno e vengono. Di certo non è un ufficio, con i suoi orari determinati e le sue sicurezze. Questo può essere visto come un difetto, ma è anche un pregio, per me che tendo ad essere molto inquadrata e precisa, perché mi aiuta ad acquisire altri punti di vista. E’ un mondo faticoso, anche se non si direbbe. Una volta ho girato uno spot con un famoso calciatore romano: ricordo che abbiamo iniziato alle 9,00 e alle 17 ancora non avevamo pranzato. E’ stato durissimo arrivare a sera: accade anche questo. Mi è capitato di ricevere diversi inviti a cena per discutere di progetti cinematografici; alcuni hanno avuto buon esito, altri erano tentativi di approccio che ho elegantemente declinato.

Lontana dalle luci della ribalta che persona sei?

Nel quotidiano non credo di essere esibizionista. Mi piace vestire elegantemente, con un tailleur se mi occupo di bilanci, con abiti comunque di stile se non ho impegni particolari. La sera mi piace molto il corto, abitini e tacchi altissimi a sopperire alla mia mancanza di altezza. In spiaggia un bikini succinto e se la situazione lo permette anche in topless. Se e quando mi differenzio dalle altre donne, credo sia per l’eleganza e il portamento, a cui tengo molto. In ogni caso cerco sempre di essere me stessa.

Tu e il futuro: dove ti immagini?

Tra i progetti c’è tanto studio, tanto sport. Ho alcuni short film da girare e tante tante foto da scattare. Tra 10 anni non so esattamente cosa farò. Mio figlio sarà abbondantemente maggiorenne e forse mio marito ed io andremo a fare film e foto all’estero, in un luogo avventuroso dove andremo ad abitare. Davvero, tutto può succedere.

Sui social come veicoli il tuo personaggio?

I social sono utili per diffondere i lavori e le notizie di eventi, cerco però di non farmi fagocitare diventandone dipendente. Non saprei dire se influenzo e in quale modalità: certo è che qualche posa e qualche foto mi pare venga riproposta con molta somiglianza da qualche collega (e me ne compiaccio). Potete trovarmi su instagram come “Jacaranda not a model”, su Facebook con la pagina Jacaranda. Per contatti lavorativi: jacarandamodel@gmail.com.

Luca Fina

Foto copertina Marco Gatta

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