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A Trieste il clima inclemente non ha fermato l’apertura del Festival Approdi

Data:

Trieste – Festival Approdi – Rotte artistiche senza bussola, Chiesa Evangelica Luterana – Kleine Berlin – Magazzino 26, 25 e 26 agosto 2018

Dopo le anticipazioni dei mesi scorsi è ufficialmente iniziata la seconda edizione del Festival Approdi, dotato fin dalla nascita di un singolare sottotitolo, “Rotte artistiche senza bussola”.

Pur essendo stato parzialmente decriptato rispetto allo scorso anno, il mistero intorno a quel che di sera in sera si sarebbe visto un po’ rimane non essendoci, a parte l’essenzialissimo programma generale, alcuna ulteriore informazione sugli artisti o sul soggetto degli spettacoli proposti che, dieci più uno, si dividono in tre tour – spirituale, industriale e storico – in base ai luoghi scelti per ospitarli e due ditali itinerari sono stati proposti nel primo fine settimana.

Uno degli intenti dichiarati da Lorenzo Acquaviva, direttore artistico del festival, “valorizzare i luoghi attraverso gli artisti e viceversa”, si è ben realizzato attraverso un coinvolgente viaggio spirituale compiuto attraverso opposte suggestioni innescate dall’incontro tra la neogotica chiesa evangelico luterana e gli ambienti della “Kleine Berlin”.

La prima è testimonianza tra le tante della libertà di culto presente a Trieste e nell’Impero Asburgico a partire dal 1781, humus per una benefica abitudine alla convivenza tra persone portatrici di culture e modi di pensare diversi, preziosa e fragile base per il benessere e lo sviluppo  armonioso di ogni comunità. È stata scelta per l’intensa performance di Jennifer Cabrera Fernandez, sintesi sincretica tra danza contemporanea e musica elettronica creata dall’artista messicana a partire dallo sciamanesimo dei “curanderos” che tutt’ora operano nel territorio di Veracrúz e che con le loro pratiche fanno dialogare i quattro elementi fondamentali (aria, acqua, terra e fuoco) con il quinto: il nostro essere umani. L’ambientazione dona ulteriori dimensioni evocative alla già satura coreografia, sostenuta com’è dal canto della danzatrice elaborato attraverso un processore vocale, dalla musica eseguita da Giorgio Schiavon e dalle luci lasciando una sensazione di pienezza catartica.

Tutt’altra atmosfera si è respirata entrando nella seconda parte della serata dopo aver percorso la breve distanza tra i due luoghi guidati, sotto una pioggia battente che già aveva accompagnato lo svolgersi della “stazione” precedente, da un marinaio (Lorenzo Zuffi), rassicurante ed emblematica figura che riassumeva in sé ogni mitico navigante fosse Achab o Ismaele, Ulisse o magari Long John Silver.

La Kleine Berlin è una rete di cunicoli costruita tra settembre 1943 e  dicembre 1944 dagli occupanti nazisti sotto il colle di Scorcola, in pieno centro cittadino.

Capitale dell’Adriatisches Künstenland, il territorio comprendente il litorale Adriatico che i tedeschi annessero al Terzo Reich dopo l’8 settembre, Trieste fu sede del comando generale delle “SS und Polizei”, il cui capo supremo era stato nominato Odilo Lotario Globočnik, nato a Trieste da una famiglia slovena di lingua tedesca (a dimostrazione di quanto la pluralità linguistica sia una semplice occasione, sfruttabile da ogni singolo individuo per il bene o per il male) che già si era distinto per aver aperto e gestito con zelo assassino i campi di sterminio di Bełzek, Sobibor e Treblinka. Costruite dai lavoratori coatti della Todt, le gallerie servirono come rifugio antiaereo, ma anche come collegamento sotterraneo “segreto” tra Villa Ara (residenza del comandante) e il Tribunale.

La continuazione della serata è stata allestita proprio nella prima parte di questo non complesso ma articolato labirinto, reso accessibile da tempo al pubblico grazie alla dedizione della Sezione Studi e Ricerche sulle Cavità Artificiali – Gruppo Grotte del Club Alpinistico Triestino.

Gli ambienti che ancora oggi sono capaci di evocare momenti molto bui del recente passato sono stati testimoni di uno scorcio lieve e drammatico al tempo stesso.

Accolto dall’elaborazione di Massimo Favento per violoncello e percussioni di un preesistente Kaddish (la preghiera ebraica di santificazione del nome di Dio, presente in molte parti della liturgia e pure nei rituali del lutto), il pubblico ha potuto assistere a “Nel profondo dell’anima”, toccante quadro di Massimo Favento stesso ideato a partire dall’ultima lettera di Pino Robusti scritta il 5 aprile 1945 alla fidanzata Laura, testamento spirituale del giovane arrestato e fucilato due giorni dopo dalle SS che ne bruciarono il corpo nel forno della Risiera di San Sabba.

È proprio Laura (Cristina Ferri) che in un dialogo immaginario con Pino dà voce ai sentimenti di sconforto e di speranza provati in quei giorni dalla giovane  mentre aspetta l’amato in un rifugio, al riparo dai bombardamenti aerei e si fa coraggio cantando  brani che conosce: alcuni Lieder di Schumann accompagnata “dall’insolita strumentazione per violoncello (Massimo Favento) e percussioni (Marco Jugovic)”.

La sera successiva ha visto svolgersi – purtroppo monca della danza verticale di Elisa Tessarotto (posticipata alla settimana prossima) a causa delle avverse condizioni metereologiche – il “tour industriale” che ha portato il pubblico in una zona del Porto Vecchio e in particolare tra il Magazzino 26 (il più grande dell’area, già a suo tempo rimesso a nuovo e sede di mostre ed eventi) e la Centrale Idrodinamica (in uso fino al 1988, anch’essa oggetto di restauro conservativo per ospitare il Polo museale del Porto vecchio e l’Istituto di cultura storica e di formazione marittima portuale). Qui, Andrea Trapani ha dato voce ai numerosi personaggi del poetico e brutale “In punta di piedi”, prima parte della “Trilogia dell’inettitudine” in cui “Mastino”, il protagonista, è un giovane incapace di imporsi nella vita come nelle partite, escluso dal gioco e dall’amore.

Si attende ora il prossimo fine settimana che vedrà svolgersi la parte centrale di questo avvincente e affascinante viaggio intorno alla nostra storia e alle nostre vite.

Paola Pini 

Trieste – Festival Approdi – Rotte artistiche senza bussola
Chiesa Evangelica Luterana – Kleine Berlin – Magazzino 26
25 e 26 agosto 2018
Jennifer Cabrera Fernandez: Sciamanica
Lumen Harmonicum: Nel profondo dell’anima
Andrea Trapani: In punta di piedi
Sciamanica
Con Jennifer Cabrera Fernandez
e Giorgio Schiavon
Nel profondo dell’anima – Itinerario spirituale alla ricerca di Laura e Pino Robusti – 5 aprile 1945
Cristina Ferri voce
Massimo Favento violoncello
Marco Jugovic percussioni
In punta di piedi
Con Andrea Trapani
Compagnia Biancofango
Foto Massimo Tommasini

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