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I sentimenti della lirica tradizionale siciliana con la brillante performance di INCUDINE e SPARAGNA

Data:

Auditurium, Sala Sinopoli di Roma, il 13 ottobre 2018

La poesia volgare nacque nella corte di Federico 2°di Svevia nel corso del tredicesimo secolo con i funzionari di servizio che, dilettandosi durante il tempo libero, a scopo ludico, a comporre dei versi su cui poi si sfidavano a ”tenzone poetica” per la corona d’alloro. Da queste prime forme auliche sorse la tipologia del sonetto con una forte carica emotiva di pulsioni, da dove derivarono le raccolte popolari moderne, tra cui quelle neoclassiche e romantiche che l’orchestra dell’auditorium di Ambrogio Sparagna ha voluto celebrare in occasione dell’XI OTTOBRATA ROMANA. Dai florilegi di Leonardo Vigo, Giuseppe Pitrè e Salvatore Marino sono stati estrapolati canti di dolore, di coccole per i fanciulli e serenate per i matrimoni. Del primo genere erano quelli per il compianto dei caduti nella prima guerra e della promessa di fedeltà all’amata oltre la morte,intonati con una superba e potente voce dal chitarrista isolano Mario Incudine mentre ANNARITA COLAIANNI direttrice del coro popolare ha eseguito una dolce ninna nanna. Dopo Incudine ha ricordato come allorché le ragazze da marito non s’affacciavano alla finestra per le serenate al portone,i padri venivano definiti “cornuti”ed ha commemorato con la sua vibrante ugola i sindacalisti Turiddu Carnevale ed altri uccisi dai banditi come Giuliano a Portella della Ginestra, quando la mafia era alle dipendenze dei Baroni latifondisti.Incudine ha fatto risaltare con la sua intensità drammatica la perenne forza evocativa rielaborata nella dimensione strofica. Con la sua impetuosa vocalità ci trascina oniricamente ad immaginarci splendidi scorci di paesaggi e cieli della sua cara Enotria,su cui sfolgora lo spicchio di luna argentea,pensata liricamente da ANDREA CAMILLERI. Ulteriori struggenti passioni erano nelle corde dei cantastorie come Ignazio Buttita, ricordato appunto per la strage citata,mentre per il maestro Sparagna si dovrebbe operare meglio e di più per valorizzare i linguaggi poetici contemporanei nel solco della tradizione. G. Onorato è stato accolto con una autentica ovazione ed ha cantato ”Vitina Crozza“ .

Susanna Donatelli e Giancarlo Lungarini       

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