Le arie liriche della speranza risorgimentale di G.Verdi per combattere la corruzione in ”Va pensiero”

Data:

Al Teatro Argentina di Roma, fino al 18 novembre 2018

Continuando nello studio e nella riflessione sociale,etica e psicologica, sulla nostra penisola,iniziato con la produzione in due parti di: ”Viva l’ITALIA”. Progetto diviso in regioni con le precipue particolarità distinte,il tempo di  Roma ha ospitato in questa settimana la creazione drammaturgica di M. Martinellli ed E. Montanari ”Va pensiero”, fondatori nel 1983 della compagnia del teatro delle ALBE di Ravenna. In questo lavoro, riprendendo le migliori e più significative arie delle opere del sommo maestro Emiliano G. Verdi come cornice ideale del soggetto rappresentato, contrappongono come ossimoro nobile la virtuosa spinta risorgimentale alle guerre risorgimentali contro gli AUSTRIACI per la nascita della nazione e del popolo Italiano. Qui siamo nella zona del Marecchia, quella della RIMINI e Ravenna,dell’indimenticabile Tonino Guerra, precisamente a Brescello di Guareschi dove lo scontro laico-religioso tra Don Camillo e Peppone, con i memorabili Fernandel e G. Cervi, diventa la lotta del vigile urbano Donato Ungaro nei primi anni del 2000 contro l’amministrazione Comunale guidata dalla cinica,arrogante,opportunistica, sindaca, detta “la zarina” dal padre vecchio gerarca comunista che le ha lasciato la poltrona imponendola al partito,abituata ad insultare e tenere al guinzaglio la ossequiosa segretaria Licia ed il giornalista E. Siroli, perché stipendiati. Lei una grintosa E. Montanari, consente violazioni e delizie al P. R. G, vuole costruire una centrale elettrica sul margine del fiume, nega che vi sia la mafia del nord,mentre desidera realizzare affari con imprenditori disonesti ed altezzosi, ingiuriosi, sprezzanti della legge, per cui permette ad Ungaro di scrivere sul giornale locale, sperando che l’appoggi, mentre costui legalmente ne denuncia agli intenti e riporta l’ostilità popolare per la centrale causa di tumori,come la protesta del pasticciere e gelataio Rosario partenopeo in esilio che denuncia la richiesta del “pizzo”. La sindaca messa alle strette dopo la spartizione delle tangenti nello studio della consulente finanziaria e mediatrice Stefania Sacchi, incarnata da M. Mastronardi, ordina al vigile di pensare solo alle multe, ma di fronte al suo rifiuto lo licenzia ed è obbligata a firmare il provvedimento, che dopo 12 anni di vertenze giudiziarie è stato ritenuto illegittimo condannando l’amministrazione al risarcimento dei danni al vigile, mentre il corrotto imprenditore Dragone è fuggito all’estero da cui sostiene il gioco delle slot machine altro lavoro di MARTINELLI, recentemente regolato e viceversa, l’altro più corretto s’è ritirato, BARAVELLI, nei suoi terreni.La coppia di riflesso giuridico opposto era costituita da E. ORRICO ed A. Renda, mentre L. Radaelli l’ex segretaria che ha aperto la palestra ”ARTE DEL VIVERE, e R. Magnani il “pennivendolo” lui sì, giornalista. S. Caruso e T. Garante i baristi tornati a Napoli, con O. Tassinari a cercare di sfruttare l’amicizia infantile con la zarina, condannata al carcere insieme alla Sacchi per associazione a delinquere di stampo mafioso. Il vigile urbano V. Benedetti, emblema della risorgente democrazia legale nel nostro Paese come da coro perché si era il valoroso alter ego, A. Argnani. IL CORO POLIFONICO di ANZIO diretto da S. Nanni sempre presente, ha cantato arie da ”Rigoletto” e “Cortigiani, vil razza dannata” dalla “Traviata”. Nel primo atto: ”Lombardi alla prima crociata”, MACBETH con PATRIA OPPRESSA e resa dei conti finale, NABUCCO con Va Pensiero. Un ottimo spettacolo da cogitare per una sola settimana: troppo poco!

Susanna Donatelli e Giancarlo Lungarini           

Foto Silvia Lelli

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