DIO PLUTO. Strategie della ricchezza

Data:

Al Teatro Vittoria di Roma, fino al dicembre 2018

La crisi economica dei PAESI del MEDITERRANEO, prima quella Greca con il commissariamento di Atene da parte della UE e la permanente difficoltà a riprendersi superando” il guado”,poi l’attuale italiana con la manovra del governo CONTE bocciata per eccesso del debito e calo del Pil, certificato pure dall’ISTAT, con relativo ”flop” dei BPT; ha indotto il commediografo JURI FERRINI a rivisitare il testo del classico Aristofane. Per renderlo consono alla divisione in classi sociali di oggi, con la fascia dei poveri che si sta allargando alla media borghesia per la perdita crescente dei posti di lavoro. Appunto sulla ripartizione della ricchezza è incentrato tale esilarante e pungente,sarcastica, creazione in cui il ”Dio della ricchezza” è ridotto ad un lacero mendicante cieco, che s’imbatte nell’artigiano Cremilo che, con il suo servo Carione, va a chiedere all’oracolo di APOLLO a Delfi come debba educare il figlio:onestamente od in modo intrigante? Allorché Pluto, il dio del denaro e dell’ADE, ci vedeva arricchiva gli uomini giusti e pii, ma ZEUS gli ha tolto la vista affinché tutti potessero beneficiare della sue fortune, con il risultato che,diventati tutti ricchi, l’inflazione è salita alle stelle. Molti che prima erano stati lucrosamente agevolati, ora che la povertà è stata allontanata ed è costretta a comparire esule con vesti dimesse,si lamentano della nuova situazione: il faccendiere non può più porre i suoi interessati buoni uffici, la vecchina aristocratica ripiegata su sé stessa, impersonata insieme alla povertà da una vispa e graffiante Rebecca Rossetti,è respinta con sdegno dal giovane Gigolò che prima la sfruttava a piene mani. Grazie a CREMILO, che gli spiega come lui sia paradossalmente più importante di Giove perché batte moneta, Pluto torna a favorire i potenti come la BLE, LA BMI, IL FMI e la FED Americana,per incrementare lo sviluppo ed il progresso delle nazioni del terzo mondo e sostenere programmi sociali e lotte ai mali che ancora affliggono l’umanità.In chiave favolistica,come nella commedia sociale di Aristofane da  cui l’autore trae spunto, HERMES, messaggero degli dei,non sarà più trascurato da osti e contadini che gli faranno sacrifici per propiziarselo: i potenti torneranno a contare e ci sarà lo strozzinaggio, l’usura. Quale dei due mali è minore? La disinvolta e spigliata sinergia del cast,oltre a Ferrini vi sono F. Gargiulo, F. Palumeri ed A. Peròn, rafforza l’allegra e didascalica pièce.

Giancarlo Lungarini

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