Bohemian Rhapsody – Sing Along Version al cinema il 22 e il 23 gennaio 2019

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L’incredibile marcia di Bohemian Rhapsody  al botteghino italiano non accenna  a fermarsi.

La pellicola ripercorre i primi quindici anni del gruppo rock dei Queen, dalla nascita della band nel 1970 fino al concerto Live Aid del 1985. Ovviamente presenta delle imprecisioni nella storia della band, rivisitazioni concesse perché sarebbe stato alquanto complicato fare dei salti temporali  cosi veloci in sole due ore di film come la progressione delle canzoni( visto e considerato che è questa la durata massima di un biopic).  Primo su tutti, l’annuncio della positività all’HIV da parte di Mercury non avviene nel periodo dell’Aid ( 1985) ma ben 6 anni dopo( arco temporale che il film non ricopre) , e l’artista morirà nel 1991, il giorno dopo il comunicato stampa in cui annunciava la sua malattia. Inoltre i tempi di rottura tra i Queen non sono lunghi come nel film, durarono meno di un anno e non solo Freddie ebbe ambizioni da solista, ma tutti e 4 incisero materiale inedito solista.

Durante l’ultimo week end la pellicola di Bryan Singer si è difatti piazzata al quarto posto Bohemian Rhapsody con 964mila euro, salendo a ben 26.4 milioni di euro in totale diventando il migliore incasso dai tempi di Quo Vado? di Checco Zalone. Dopo che un’assenza ingiustificata aveva bloccato le riprese per una settimana al posto di Singer  viene richiamato alla regia Dexter Fletcher, per finire le riprese e seguire la post-produzione. Nel giugno 2018 viene annunciato che l’unico accreditato alla regia del film sarà Bryan Singer. Il film è i il biopic musicale di maggior successo di incassi nella storia del cinema internazionale.

Oggi e domani la divisione nazionale della 20Th Century Fox riporterà il film nelle sale in versione Sing Along (in stile karaoke, in buona sostanza) quindi si potranno cantare le canzoni , intonando in sala le parole delle leggendarie note del gruppo rock più celebre di sempre. Non è un mistero, che queste canzoni  siano ancora oggi suonate e replicate tutt’oggi a distanza di decenni poiché sono sempre attuali, degli evergreen insomma, che tuttavia nessuno riesce a replicare. In fondo la voce di Freddie è unica ed è stata studiata per via della sua unicità ed estensione vocale, ancora più rara visto e considerano che è una voce maschile.

Ci sono nel film gran parte delle canzoni, siccome inserirle tutte  in sole due ore di film sarebbe stato impossibile:   Somebody to Love, We Are the Champions, Don’t Stop Me Now e Crazy Little Thing Called Love di Mercury, We Will Rock You, Radio Ga Ga I Want to Break Free e  ovviamente Bohemian Rhapsody. Nella colonna sonora del film sono presenti 11 pezzi inediti, incluse 5 tracce provenienti dal concerto del Live Aid, che in precedenza non era mai stato distribuito in formato audio. Un formato che farà molta gola ai fan accaniti della band.

Non tutti sanno le difficoltà di realizzazione che ha avuto questo film.  Nel 2010 infatti, già si pensava a questo film, la cui sceneggiatura era affidata a Peter Morgan, nei panni di Freddie Mercury ci sarebbe stato Sacha Baron Cohen. Nel luglio 2013 Cohen afferma di aver rinunciato alla parte a causa di divergenze artistiche tra lui e i membri della band, siccome la sua presenza avrebbe in qualche modo distratto gli spettatori e lo stesso Cohen criticò lo stile di vita di Freddie.

Ecco, in merito, la dichiarazione ufficiale di Paul Zonderland, AD di 20th Century Fox Italia

<<Non si arresta l’ascesa di Bohemian Rhapsody. E la musica, collante di questo successo globale, diviene ora la vera protagonista. Con la versione Sing Along offriremo agli spettatori un valore aggiunto, dando loro l’opportunità di cantare in sala e in compagnia questi brani che, da sempre, sono parte della cultura pop del nostro paese. Un’esperienza di condivisione sociale che solo il cinema può offrire>>.

Ci sono molte scene emblematiche nel film, realmente accadute anche se accorciate per via del tempo come la realizzazione dello stemma dei Queen, disegnato proprio da Mercury , che si diplomò al Ealing Art College di Londra, poco prima dell’uscita del primo album della band; infatti la versione originale del logotipo dei Queen, divenuto segno distintivo del quartetto, è riportato inoltre sul retro della copertina di Queen. L’immagine, comparve per la prima volta in copertina con A Night at the Opera nel 1975. Mercury aveva disegnato questo logotipo perché voleva per il suo gruppo “un simbolo dell’epoca”, basandosi sullo stemma reale del Regno Unito, integrando per questo motivo eleganza, patriottismo e regalità

L’immagine include i segni zodiacali dei quattro componenti della band; due leoni rampanti, che identificano Taylor e Deacon, presidiano la corona della regina al centro di una “Q” (Queen), sormontata da un granchio color bronzo metallico che indica il segno di May, il Cancro, sopra il quale si libra un anello di fiamme che dà l’impressione di una seconda corona. Due fate bianche, a rappresentare la Vergine, che identifica Mercury, contrapposte al color senape dei leoni, osservano dal basso la lettera. Tutti gli elementi sono sovrastati da una grande fenice con le ali spiegate, uccello mitologico conosciuto per la capacità di ritornare in vita dalle sue stesse ceneri, scelta in segno di immortalità e speranza.

Il film ha pieghe molte interessanti come le vere origini di Mercury a Zanzibar e il trasferimento a Londra, l’amore per i suoi 10 gatti,  il reale incontro con Mary Austin, sua fidanzata ad inizio carriera e per  ben 7 anni. Lo stesso leader dirà che è stata il suo unico vero amore e  la sua unica amica. Lo sviluppo dell’album   A night at the opera, contente la hit Bohemian Rhapsody  che i Queen volevano come singolo ma che il capo della Emi ( etichetta musicale) non voleva per via dell’eccessiva lunghezza e il testo criptico, mentre avrebbe preferito un singolo più accessibile al grande pubblico come I’m in Love with my Car, che tuttavia il gruppo considera scontata. Il primo declino di Freddie a inizio anni ’80 fino al litigio con gli altri membri della band e con Mary Austin avvenuto per causa dell’allora compagno, alla conoscenza durante una festa a casa sua  di Jim Hutton, un cameriere della festa.  Alla censura di MTV al  video di I Want to Break Free dovei Queen vi compaiono vestiti da donne e l’annessa aggressione da parte della stampa e dei media. Al periodo da solista di Freddie e il relativo abuso di droghe e di sesso e alla scoperta di aver contratto L’HIV. Infine si arriva al Live Aid che si rivela un enorme successo, Freddie Mercury trascina la folla su canzoni come Bohemian Rhapsody, Radio Ga Ga, Hammer to Fall e We Are the Champions, e proprio durante l’esibizione dei Queen si raggiunge la cifra di 1 milione di sterline, obiettivo che ci si era prefissati di donare in beneficenza. Durante l’evento c’erano anche gli U2, Madonna,  Sting e tantissimi altri ma tutti ricordano solo quel live.

Il Live Aid è stato il più grande collegamento via satellite e la più grande trasmissione televisiva di tutti i tempi: si stima infatti che quasi due miliardi di telespettatori in 150 paesi assistettero alla trasmissione in diretta dove si superarono gli obiettivi previsti. Ricreare la magia di quel concerto sembrava impossibile, ma il film si è avvicinato moltissimo, ricreando perfettamente la Wembley Arena, che oggi non esiste più. Lo stesso Rami Malek è stato bravissimo a ricreare i movimenti e i gesti originali, anche se non ha cantato con la sua voce.

In concomitanza, inoltre, con la riuscita nelle sale del film, ieri sono state annunciate anche le nomination agli Oscar 2019 e  Rami Malek e Bohemian Rhapsody sono stati candidati nelle categorie più ambite. Riusciranno a vincere la famosa statuetta?

Ultima nota la si dedica a “Bohemian Rhapsody”, non a caso la canzone da il nome al biopic. La canzone non è forse quella di maggior successo dei Queen. Infatti il brano ottenne subito un enorme successo, rimanendo al vertice della Official Singles Chart per nove settimane e arrivando a vendere più di un milione di copie nel gennaio del 1976.] Raggiunse nuovamente la prima posizione verso la fine del 1991 (dopo la morte del frontman Freddie Mercury. Grazie a questi ottimi risultati, sino al 2005 è risultato essere il terzo singolo più venduto di sempre nel Regno Unito. Nel 2004, inoltre, la rivista statunitense Rolling Stone ha collocato il brano al 166º posto della sua lista dei 500 migliori brani musicali ed oggi vanta quasi 900 milioni di visualizzazioni su Youtube.

Il brano è celebre per la sua particolare struttura musicale, composta da cinque diverse parti principali: un’introduzione corale cantata a cappella, un segmento in stile ballata che termina con un assolo di chitarra, un passaggio d’opera, una sezione di hard rock e un altro segmento in stile ballata che conclude su una sezione solo piano e chitarra. La Bohemian è una zona dell’Inghilterra celebre grazie al Faust di Goethe, mentre la Rhapsody ( rampsodia) è un sentimento che si prova quando si accostano l’uno dietro l’altro senza apparente motivo, diversi stili ed emozioni. Il testo di Bohemian Rhapsody è stato interamente scritto da Freddie Mercury e, secondo Lesley-Ann Jones (uno dei biografi dei Queen), è il mezzo utilizzato dal cantante per dichiarare la propria omosessualità. Per i componenti della band è sempre stato un mistero il vero significato del testo, rappresentando la complessità del cantante. Il brano contiene numerosi riferimenti religiosi e al passato di Mercury. In qualche modo Freddie dichiara alla madre la sua omosessualità, dicendo anche che non può tornare indietro e chiede scusa a lei e a Dio.

Nel film l’omosessualità di Freddie è curata benissimo, senza mai cadere nel clichè o nella censura come ha ammesso lo stesso Rami Malek, vincitore del Golden Globe,  durante le interviste. L’attore ha poi aggiunto la difficoltà di recitare con i denti finti sia a parlare che nelle scene più intime.

Sono passati ben 28 anni da quel 1991 eppure ancora oggi la musica dei Queen ci fa compagnia, vivendo con la certezza che non ci sarà mai più quella voce, non ci sarà mai più un Freddie Mercury che ha letteralmente stregato non solo la sua, ma tutte le epoche  e tutti gli artisti a venire.

Si ringrazia il cinema Metropolitan di Napoli, per la visione nelle sale di Bohemian Rhapsody Sing along e nella sua versione “normale”.

Marco Assante

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