Dopo aver incantato oltre 700.000 spettatori nelle edizioni realizzate nelle Grotte di Pertosa e di Castelcivita, “L’Inferno di Dante” continua il suo emozionante viaggio con un nuovo fantastico allestimento realizzato in esclusiva nel Museo del Sottosuolo di Napoli. Il Museo si trova a piazza Cavour, in piena Napoli centro, ed è sempre bello constatare quanto Napoli sia immersa nell’arte in ogni suo luogo, dal più piccolo al più grande, dalla superficie fino nel sottosuolo.
Il Museo del Sottosuolo, sito in Piazza Cavour e scavato nella pietra tufacea, consiste in un antico ricovero antiaereo risalente alla Seconda Guerra Mondiale. Al suo interno, nel corso delle operazioni di ripulitura, tra i molteplici materiali sono stati portati alla luce gli strumenti dei cavatori, come piccozze e lucerne, ed ancora ampolle e contenitori impiegati all’interno delle farmacie dell’epoca. Al suo interno si leggono sui muri anche scritte di carattere fascista, in linea con quei tempi.
Basato sulla Prima Cantica dell’Opera di Dante Alighieri lo spettacolo racconta il viaggio del Sommo Poeta tra i dieci cerchi dell’Inferno alla ricerca dell’Amore perduto, quello dell’indimenticata, e indimenticabile Beatrice. Il poeta di Firenze, come noto a tutti, nel suo viaggio onirico nel regno dei morti è accompagnato da Virgilio, autore di uno dei testi epici più conosciuti di sempre, ovvero l’Eneide, che racconta in tempi precristiniani il proseguo del popolo greco, di Enea, fondatore di quella che sarà poi Roma.
Il viaggio onirico all’interno del museo è strutturato in tre livelli: Il primo incontro con il Poeta è nella prima Sala, la “Sala Bianca”, e da li si inizia il viaggio seguendo la voce innamorata di Beatrice. Poi nella seconda Sala il Pubblico vedrà come, Cerbero prima e Pluto il Dio della ricchezza poi, tenteranno invano di fermare il cammino del Poeta e della Sua Guida. Nella terza e ultima sala Dante, Virgilio e il Pubblico incontreranno gli ultimi personaggi provenienti da tempi e da epoche precedenti: Ulisse, il Conte Ugolino e Lucifero, il Male Assoluto, rappresentato in un modo da far riflettere chi lo incontra.
L’Inferno di Dante è un spettacolo fuori dal comune, assolutamente caratteristico nella recitazione, per nulla banale, a tratti attuale così come sono le tematiche affrontate che evidenziano come, in fondo, il Male Assoluto sia tuttora odierno.
Fa riflettere ed anche rabbrividire di come le tematiche che affrontiamo oggi nel 2019, non siano tanto diverse da quelle che Dante viveva a cavallo tra il 1200/1300. Il bene ma soprattutto il male è lo stesso: la guerra, quella che distrugge ogni cosa intorno a se e non lascia vincitori ma solo sconfitti.
Numerose sono le considerazioni che possono scaturire partecipando ad un viaggio sensazionale dal forte coinvolgimento emotivo. Colpiscono non solo le atmosfere dei luoghi, ma anche la temperatura, fredda, che non riesce però a sovrastare il caldo degli inferi. Lo spettatore diviene a tutti gli effetti protagonista del “cammin” dantesco; attraversa i cerchi infernali dove vi sono le anime dannate: s’imbatte in Francesca da Rimini, nelle Fiere, per poi incontrare Farinata degli Uberti, Pier delle Vigne, Ulisse, il Conte Ugolino e restare successivamente ammaliato dalla bellezza di Beatrice.
Grande nota va data alla bellezza dei costumi, alla bravura degli attori, sia interpretativa ed espressiva e anche alla velocità nel cambiarsi d’abito ed anche alla bellezza delle musiche e dei video sullo schermo.
Lo spettacolo inizia con una sorta di danza tribale che introduce l’ingresso Dante in scena( tutto è recitato in piena lingua fiorentina del 1200) e da li il poeta subito si misura con le tre bestie (la lupa, la lonza, il leone ) e subito dopo entra il consigliere Virgilio e dopo poco fa il suo ingresso la bellissima Beatrice.
Virgilio è la guida di Dante per tutto il viaggio, e lo è anche per il pubblico all’interno di questa mostra, di fatto inizia il suo racconto narrando come nacque l’Inferno per mezzo dell’Angelo caduto, ovvero Lucifero e ne spiega poi la struttura. Il primo “avversario “ che trova è Caronte che si rifiuta di portare i due dall’altra parte del fiume (l’ Acheronte) vedendo che Dante fosse un non morto e dunque non avrebbe diritto a viaggiare su quel corso d’acqua.
Prima di entrare all’Inferno si passa per il limbo, la zona di mezzo dove sono tutti coloro che non hanno creduto in poche parole i non cristiani sia perché vissuti dopo l’avvento del Cristianesimo o perché atei. All’Inferno si trova Minosse, ovvero il giudice dell’Inferno . Poi ci addentriamo nei vari gironi e all’interno della mostra ci vengono mostrati Paolo e Francesca, condannati a stare nel girone dei travolti da una costante bufera di neve per essersi baciati durante la lettura del Lancillotto proprio durante il bacio tra Lancillotto e Ginevra , qui parte un ballo ed anche una canzone eseguita da Francesca. Dopo ci spostiamo di sala ed entriamo nella seconda stanza, dove troviamo Cerbero il cane a tre teste protettore delle porte dell’Inferno e sempre in questa stanza troviamo nel girone dei golosi il fiorentino Ciacco che rivela di non essere l’unico fiorentino a trovarsi li. Dopo troviamo la Medusa che con la sua chioma di serpenti riesce a pietrificare chiunque osi guardarla. Dopo appaiono Farinata degli Uberti collocato tra gli eretici epicurei e Cavalcante dei Cavalcanti anch’egli accusato di eresia. Il viaggio nell’Inferno si sta per concludere e lo fa con i violenti, in questo girone si trovano gli assassini, i suicidi tra cui Pier Delle Vigne , Dante lo assolve dall’accusa di aver tradito l’imperatore. Egli, insieme ai suicidi, è condannato ad essere un arbusto secco per l’eternità e anche durante il giorno del giudizio non potrà tornare nel suo corpo. Gli ultimi due gironi sono quello dei fraudolenti e l’ultimo ovvero i traditori.
Passiamo cosi alla terza ed ultima sala dove troviamo Ulisse, del celebre “fatti non foste a viver come Bruti ma per seguir virtute e conoscenza” il Conte Ugolino che piange la sua disperazione e Lucifero, il Male Assoluto( il Diavolo) , rappresentato in un modo da far riflettere chi lo incontra. Lucifero è il primo angelo, anche noto come l’angelo caduto dal Paradiso e andato all’Inferno dopo la battaglia con Dio. Nell’Inferno tra i primi gironi, a tal proposito vi sono gli ignavi, coloro che in vita non si sono mai schierati o preso una posizione, i più famosi furono quelli che durante la battaglia tra Dio e Lucifero non si schierarono al fianco di nessuno dei due. Sempre nell’ultima sala ci troviamo con una grande metafora, che dopo un’intensa performance attoriale, unisce il mondo dantesco a quello in cui viviamo oggi e il tutto culmina con la frase impressa sullo schermo e mandata dopo tante immagini dei giorni nostri di guerra, come bambini uccisi, campi distrutti e tanto altro ancora ” E’ quindi uscimmo a rivedere le stelle”, come metafora che da quella grotta si possa e si deve uscire.
Straordinario è soprattutto un aspetto che il più delle volte è difficile da sottovalutare: uno spettacolo simile non ha bisogno della grandiosità di effetti speciali ma semplicemente della maestria di professionisti.
Marco Assante