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“Così parlò Bellavista”, superare le diversità tramite la capacità d’intendersi

Data:

Al Teatro Quirino di Roma, fino al 3 febbraio 2019

Tra le arti frutto di preparazione scientifico-letteraria e filosofica, versatilità di spirito e geniale fantasia, si sta sempre più creando un corto circuito, per cui le creazioni d’un settore vengono rielaborate, riadattate e trasposte per il cinema od il teatro se prese, ad esempio, da un romanzo… come dimenticare ANNA KARENINA di Tolstoj, divenuto un colossal cinematografico, od oggi la pellicola ”I compromessi sposi” con SALEMME ed ABBATANTUONO dal capolavoro di Manzoni per non dire dell’operazione teatrale ”Il giorno della civetta” dal pamplet di L. Sciascia. In questa chiave, proseguendo sulla scia della BIBBIA RIVEDUTA E SCORRETTA degli oblivion, l’attore, capocomico e regista GEPPY GLEJESES porta in scena al QUIRINO, dedicato alla memoria di V. Gassman, il celebre libro di uno dei tanti simboli creativi di Napoli, a parte il rimpianto P. DANIELE, ovvero l’ing. L. DE CRESCENZO, che è appassionato di filosofia antica, per festeggiare, come gentile omaggio insieme a M. Laurito il 90° compleanno del Maestro. Siamo nel ”cuore di Partenope” in via Foria con uno di quei vecchi palazzi dalle scale interne in cui abitano numerosi condomini ed inquilini meridionali legati alle classiche superstizioni vigenti all’ombra del Vesuvio, ma tra quella tipologia classica di personaggi campani v’è pure il direttore dell’alfa sud di Pomigliano D’arco: l’ambrosiano Cazzaniga che ogni mattina s’alzava metodicamente alle 6,30 per essere puntuale in ufficio all’apertura. La sua puntualità imprenditoriale si scontra con la supponenza amministrativa e filosofica, la competenza culturale degli uomini del sud,del professor BELLAVISTA, incarnato istrionicamente dal talentuoso e signorile GLEJSES. I due s’ignorano incontrandosi mentre Bellavista tiene lezioni improvvisate ai portieri Salvatore e Saverio,discettando di Confucio e del TAOMISMO, della scuola cinese di pensiero di fronte a quella occidentale con l’emblema della statua di Socrate, dei concetti d’amore e libertà in rapporto alla patria. Sua moglie, un’impeccabile Marisa Laurito angelo del focolare domestico,fa la salsa di pomodoro e tutela il sentimento amoroso della figlia Patrizia,sostenuta dalla bella E.MIRRA, per l’architetto Milanese disoccupato Giorgio, cui G. De PAOLA dà l’impronta dei giovani senza lavoro.Nom mancano le scene chiave del romanzo e del film: il banco lotto con le signore che non ricordano i particolari del sogno per la SMORFIA; classica la 500 coperta da giornali e senza sportello per gli amanti,il taxi contravvenzionato da un vigile corrotto nel traffico corrotto di Napoli con semafori e multe relazionabili all’occorrenza. Icastiche sono le scene di  R. CREA con il tavolo dei pomodori,il cenacolo degli “adepti”di Bellavista con la bottiglia di vino e l’ascensore “galeotto,che rimane senza corrente e permette la conoscenza dei due protagonisti a lume di candela,rimuovendo la dialettica e pregiudizi e preconcetti, consentendo reciproche confessioni siglate con la degustazione dell’artigianale dolce lombardo-cazzaniga, denotando animo nobile, si rivela un buon  manager e “patron”per gli sposi,turbando la preoccupata mamma-massaia della Laurito e GIANLUCA FERRATO si palesa uno squisito galantuomo e giusto alter ego per GEPPY fino al 3/02.

Susanna Donatelli e Giancarlo lungarini

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