Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Sala Assicurazioni Generali. Dal 27 al 31 marzo 2019
A volte uno scherzo provocatorio, gioco non troppo innocente nato forse dal desiderio di mettere allo scoperto i nodi irrisolti di un amico di sempre, può sfuggire di mano all’autore ed essere causa di un domino di irreparabili disastri minimi che si espande inesorabilmente e colpisce tutti i presenti.
Vincent (Aldo Ottobrino), personaggio e narratore, è il diretto responsabile di questa piccola catastrofe, generata durante una sera tra amici a casa della sorella Elisabeth (Alessia Giuliani). Rappresentano tutti la buona media borghesia, colta e di sinistra.
La vittima iniziale è il cognato Pierre (Alberto Giusta), docente universitario di francese, al quale Vincent confida, di voler chiamare Adolphe il figlio che sta per nascere, ben sapendo che ciò avrebbe scatenato una immediata e furibonda reazione nell’amico, scandalizzato per la scelta, a suo avviso infelice, dato l’inevitabile collegamento che verrebbe fatto da chiunque avesse conosciuto il bambino. Non al protagonista dell’omonimo romanzo di Benjamin Constant (la motivazione addotta da Vincent) avrebbero pensato tutti ma, ovviamente, al dittatore austriaco, primo artefice degli orrori provocati dal Terzo Reich.
Tutto ciò avviene alla presenza di Claude (Davide Lorino), un altro comune amico d’infanzia, e di Elisabeth stessa; entrambi vivono con iniziale distacco la questione fra i due, ma sono poco a poco trascinati nella mischia dopo l’arrivo di Anna (Gisella Szaniszlò), compagna di Vincent e futura madre del piccolo “Adolphe”.
La piccola crepa si estende: i saldi principi di Pierre vengono messi a dura prova dalla logica stringente e arguta del cognato e l’uomo risponde colpo su colpo alle provocazioni lanciando accuse a destra e a manca, contagiando gli altri in un vortice di botta e risposta godibilissimo che sembra infinito, perché se ogni punto di svolta appare definitivo, esso è subito dopo sostituito da un altro e da un altro ancora, con un moto ondoso in costante aumento.
Ognuno infatti possiede, com’è ovvio, una propria personale zona buia, una intima sensibilità o una pazienza illimitata che, quando è scoperta o viene spinta al limite estremo, deflagra.
Di tale possibilità, presi dall’abituale reciproca modalità competitiva, né Vincent né Pierre tengono conto. Nessuno dei due infatti è capace di uscire dalle abituali ed epidermiche prese di posizione, delle quali sono inconsapevoli prigionieri, per guardare con onestà alla sostanza che sta loro attorno.
I colpi che riceveranno da chi per tutta la vita ne ha sopportato e sostenuto l’individualistica vitalità saranno fortissimi, risultato di innumerevoli e ripetute ferite curate sì, ma mai dimenticate.
Il già efficacissimo tessuto drammaturgico degli autori, Matthieu Delaporte e Alexandre de La Patellière, grazie all’adattamento realizzato da Fausto Paravidino per la versione italiana si arricchisce di ulteriori coordinate, puntuali e incisive.
Le prénom è un giocattolo, un delicato meccanismo a orologeria, capace di funzionare soltanto se ogni suo elemento si integra perfettamente con gli altri e sa inserirsi al momento giusto, non un momento prima, non un attimo dopo e il serrato scambio di battute non può fare a meno di perfetti tempi di respiro, poiché in tal caso il senso ultimo non arriverebbe a segno.
Gli interpreti di questa bella messinscena mostrano la giusta e necessaria sensibilità per ottenere il massimo da questo intelligente testo dotato di numerose e profonde tracce nascoste in un paesaggio leggero e divertente.
È anche un intelligente e sofisticato gioco di specchi, in cui alcuni personaggi, messi con evidenza in prima fila, fanno da schermo a chi è veramente il centro dell’intera azione, a chi nella vicenda sta ai margini, tollera, lascia andare, si tiene in disparte rispetto all’esuberanza degli altri, di quelli che sentono il bisogno fisico di competere, mai soddisfatti di quel che accade intorno, o del ruolo che sembra loro inadeguato rispetto a ciò che meriterebbero.
Paola Pini
Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Sala Assicurazioni Generali
dal 27 al 31 marzo 2019
Le Prénom (Cena tra amici)
di Matthieu Delaporte e Alexandre de La Patellière
versione italiana di Fausto Paravidino
regia di Antonio Zavatteri
con Alessia Giuliani, Alberto Giusta, Davide Lorino, Aldo Ottobrino, Gisella Szaniszlò
scene e costumi di Laura Benzi
luci di Sandro Sussi
produzione Teatro Stabile di Verona
Personaggi /Interpreti (in ordine di apparizione)
Elisabeth Garaud-Larchet – Alessia Giuliani
Pierre Garaud, suo marito – Alberto Giusta
Claude Garirnol, amico di infanzia di Elisabeth – Davide Lorino
Vincent Larchet, fratello di Elisabeth, amico di infanzia di Pierre – Aldo Ottobrino
Anna Caravati, compagna di Vincent – Gisella Szaniszlò