Carmen Trigiante. Emozioni e sentimenti, nel segno della pittura

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Si definisce un’artista itinerante, “che cerca nell’arte il modo migliore per veicolare la sua filosofia di vita, maturata nel corso degli studi universitari, e dei tanti approfondimenti fatti per curiosità e passione”. Dal mondo del cinema a quello della pittura e della ricerca introspettiva, il passo può essere breve. Per Carmen Trigiante, oggi felicemente alla soglia dei suoi primi 40 anni, è stato quasi un passaggio naturale. Il filo conduttore rimane quello di raccontare dei contenuti, mettendo in gioco emozioni, sentimenti e fini nobili. Il risultato è che attraverso le sue opere è riuscita a descrivere il connubio fra lei e la natura, mettendo al centro argomenti “forti” che spesso vengono lasciati in secondo piano. Una scelta coraggiosa che le ha permesso di proporsi al grande pubblico con la forza dei contenuti e non “solo” con quella delle immagini. Una strategia vincente che merita di essere raccontata. Dalla “sua” Bari, Carmen Trigiante è pronta a fare strada…

Come nasce la vocazione per la pittura?

Amavo già da bambina realizzare ritratti, tanto che in uno dei primi esercizi scolastici delle scuole elementari mi cimentai in  un buffo ritratto della mia amata maestra Adele, che lo ricorda ancora con tenerezza. Era in pratica un incrocio tra la maestra ed una delle mie Barbie… con immancabili capelli biondi e occhi blu. Alle scuole medie sono stata fortunata, perché gli insegnanti di arte mi hanno voluto bene  dato davvero tanto. Non posso dire la stessa cosa delle scuole superiori, dove il mio voto in arte era un tristissimo 5 costante… Ma io mi vendicavo facendo caricature dell’adorabile prof sui banchi di scuola. Questo brutto rapporto con la docente mi ha però demotivato dal proseguire gli studi nel campo artistico, e così ho preso una laurea in Economia e Commercio; da allora mi sono poi dedicata alla mia attività di sceneggiatrice e attrice… anche se dipingere è rimasta la mia segreta passione.

Ed infatti, le tue opere sono al centro della tua ricerca artistica.

Ho iniziato a dipingere per professione dopo la mia seconda laurea in Filosofia, per cui posso dire che la mia arte nasca assolutamente dalla mia filosofia di vita, ossia una filosofia che ha a cuore un rapporto simbiotico tra l’uomo e l’ambiente, e si collochi nell’ottica didi un post-antropocentrismo, capace di superare il concetto dell’uomo al centro dell’universo, che ha arrecato i più gravi danni al nostro povero mondo. Il filo conduttore delle mie opere è un profondo rispetto per l’immensità della Natura, dei suoi colori che emergono brillanti, e per i suoi profumi, che cerco di rappresentare con i tratti materici del pennello.

Come si sviluppa questo tuo rapporto con l’arte?

Ad un certo punto della mia vita, ho sentito che lavorare nel settore dello spettacolo non faceva più per me. Giuro, amo esprimere attraverso le immagini, ed anche quelle cinematografiche, le mie idee… ma mi sono trovata nella situazione in cui farlo diventava sempre più complesso… una vera e propria corsa ad ostacoli, dove alla fine a rimetterci era solo la creatività… e di conseguenza il mio profondo equilibrio, maturato negli anni di studio di filosofia. La comprensione profonda di alcuni concetti della Filosofia Epicurea mi ha davvero tolto dagli occhi le bende attraverso le quali siamo purtroppo abituati a vedere la vita, e che ci rendono schiavi di un modus vivendi deleterio. Ho deciso di dare finalmente una svolta, e dedicarmi in totale libertà all’arte itinerante. È stato un salto nel vuoto, una enorme scommessa… ma oggi posso dire che non me ne pento affatto. La libertà è la felicità del filosofo.

Riavvolgiamo infatti il nastro, torniamo al tuo ruolo di sceneggiatrice e attrice.

Ho lavorato per molti anni a stretto contatto con una società barese di produzioni cine-televisive, la Idotea, e questa collaborazione mi ha dato tantissimo, in termini di esperienze. Sono partita anche lì da zero, e ho avuto la soddisfazione di dirigere attori come Gerardo Placido e molti altri.

Fra le tante collaborazioni, una in particolare è sotto i riflettori.

Il mio ultimo lavoro, quello a cui sono più legata, perché mi ha vista impegnata nel ruolo di regista, oltre che di attrice e sceneggiatrice… ma anche perché mi ha dato la possibilità di trattare una tematica a me molto cara: la sensibilizzazione verso il mondo degli animali. La serie web-tv si chiama Flick e Lulù, ed è ora godibile sul canale Youtube, dopo essere stata trasmessa su molte emittenti locali e circuiti nazionali. Protagonisti sono una bravissima Ludovica Pedone, di appena 8 anni, il mio cagnolino Flick, io ed il bravo Matteo Pedone, grazie al supporto morale della Lega del cane di Valenzano. Poter utilizzare il mezzo cinetelevisivo per presentare un tema cosi delicato è stata la più bella soddisfazione della mia carriera. Solo per questo, rifarei tutto da capo.

Dopo averlo vissuto, come giudichi il mondo dello spettacolo?

Dovrebbe essere uno strumento per veicolare concetti utili alla crescita sociale. Purtroppo è troppo spesso solo il palcoscenico per consentire a narcisisti ed egocentrici di mettersi in luce. Per questo preferisco l’arte di strada: autentica, immediata, passionale

Che rapporto hai con i social?

Utilizzo i social soprattutto per condividere gli appelli dei tanti cagnolini in cerca di adozione. Sono comunque presente sul web, con un sito dedicato (www.carmentrigiante.com), dove è possibile vedere le mie opere e leggere qualche notizia su di me.

Luca Fina

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