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Anna Capitano, poesia nel vissuto in fotografia

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Da piccola, bastava un pantaloncino per farla sentire a disagio. Improvvisamente, gli occhi dei suoi coetanei fissavano quelle macchie biancastre, comparse all’improvviso per via degli stress emotivi vissuti durante l’infanzia. Ancor oggi, quando Anna Capitano riavvolge i ricordi, ne parla con un senso di vuoto e desolazione. “Ero diventata la mucca del gruppo” afferma parlando della sua vitiligine, una patologia della pelle che l’ha accompagnata fin da quando era bambina, che le è costata bassa autostima e troppo bullismo. Il suo riscatto, oggi che ha 45 anni, una splendido marito sposato 22 anni fa e due figli grandi, è passato anche attraverso la fotografia. Quelle macchie – che persistono sulle braccia, sull’inguine e sulle gambe – sono diventate uno strumento per raccontare alle donne che occorre piacersi andando oltre ogni pregiudizio e cattiveria. “Ero stanca di dover sempre difendermi, così la scorsa estate mentre ero in vacanza al mare, ho pensato ad un progetto che parlasse della mia patologia per poter aiutare chi soffre come me”. Detto, fatto. Improvvisamente, è bastato raccontare l’idea ad amici fotografi per vederla salire sul set da protagonista. Nulla più da nascondere con maniche lunghe e pantaloni alle caviglie.

La fotografia, forse, era nel tuo dna.

Amo la fotografia! Mi sono avvicinata alla fotografia da piccolina, fotografare un momento quindi ricordarlo attraverso un immagine mi rendeva felice e soddisfatta. Ecco perché ho pensato a questo mondo quando ho cercato un progetto che mi permettesse di liberarmi da ogni pensiero.

Cosa rappresenta oggi per te la fotografia?

Credo che la fotografia sia una delle forme d’arte più bella che possa esistere, basta saper usare bene il pulsante sulla macchinetta! Farsi fare delle foto non significa essere per forza esibizionisti, nel mio caso si è trattato di lanciare un messaggio forte: mettersi in gioco, senza paura di giudizi e confronti. Anzi a tutti suggerisco di mettersi in gioco quando c’è un obbiettivo e una reflex in zona!

Eppure, questo rapporto di fiducia col tuo corpo giunge dopo un lungo periodo complesso.

Per via della vitiligine, l’adolescenza è stato il periodo più difficile. Sono stata fortemente bullizzata dai miei coetanei, ed io, già con un carattere fragile, sono cresciuta con una bassissima autostima. Ho sempre giocato a pallacanestro e questo significava mettersi in pantaloncini corti. All’età di 12 anni avevo qualche chiletto in più, per cui ero diventata la mucca del gruppo! Purtroppo i miei genitori non sono stati in grado di capirmi, crescendo così da sola e difendendomi da tutti quelli che mi guardavano con insistenza.

Oggi le tue fotografie non devono soltanto essere “belle” da vedere.

Ultimamente sto cercando di sensibilizzare le persone che ignorano la mia patologia. Anche per questo trovo che i social siano utili. Su Facebook pubblico molto, ma non sono mai banale. Io sono una donna che si fa e si fa fare molte foto. Se andate sul mio profilo Facebook troverete molti scatti, occorre solo andare oltre l’apparenza e arrivare dritti dritti al contenuto…

Com’è stato tuffarsi nel mondo della fotografia per realizzare il tuo progetto?

Ho realizzato il servizio fotografico con Barbara Fiorenzola, una fotografa straordinaria che ha subito sposato la mia proposta. La sensibilità è donna , su questo non si discute e insieme abbiamo inseguito quegli attimi da immortalare per trasmettere le emozioni che stavo provando.

Il tuo rapporto con la vitiligine ancor oggi caratterizza la tua quotidianità.

Da adulta, ho metabolizzato la mia condizione perché nel frattempo è uscito un carattere forte… di conseguenza, ogni tanto una discussione con chi mi guarda con insistenza, me la faccio! Cosa ho imparato? Semplice: nessuno è perfetto, i nostri difetti ci caratterizzano ed è bello perché siamo tutti diversi.

Come ti piace apparire in pubblico?

Vesto spesso in modo elegante, poche volte indosso scarpe da ginnastica. Le persone che mi conoscono mi definiscono una donna con classe, elegante . Non mi sento esibizionista, sono solo una persona come tutte che vuole trasmettere gioia di vivere.

Luca Fina

CONTATTI SOCIAL
https://www.facebook.com/anna.capitano

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