Giuditta Bicchi. Danza nel DNA

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La danza fa parte del suo dna. Che sia a terra o sospeso in aria, per Giuditta Bicchi l’importante è muoversi. Sempre e comunque. “Lo confesso: non ho una vita tranquilla, non sono mai ferma e faccio 4 lavori fissi…” racconta lei, 31 anni, originaria della Provincia di Prato, costantemente in cerca di progetti nuovi. Sperimentare le piace, anzi appaga quel suo desiderio di innovarsi sempre più. Le basi, d’altronde, non le mancano. Una laurea in Scienze Motorie, un master in Medicina Integrativa e un diploma in arrivo in Osteopatia ben raccontano la sua “fame” di sapere e la sua “serietà”. Due doti che le hanno permesso di far strada, di lavorare a tempo pieno nel campo dell’attività fisica declinata in molteplici sfaccettature, dalla ginnastica adatta per adulti e anziani, alla ginnastica ritmica fino ad arrivare alla danza a terra ed aerea “che ad ora è la mia principale passione”, sconfinando fino alla fotografia con le attrezzature che usa per danzare. Il risultato? Giuditta Bicchi studia da artista ma vola basso, nonostante volteggi a qualche metro d’altezza…

Abbiamo parlato di ginnastica, partiamo proprio da qui…

La ginnastica ritmica è entrata a far parte della mia vita quando avevo 8 anni, all’epoca facevo ginnastica artistica dopo scuola ma dopo aver visto un cartone animato sulla ginnastica ritmica me ne sono perdutamente innamorata e cambiai sport. Così è iniziata una avventura lunga 12 anni. Ho iniziato nella società di Prato dove ai tempi si allenava Yuri Chechi, il quale è stato un’ispirazione per me, ricordo ancora che mentre correva nel suo riscaldamento un volta mi sorrise e mi fece una carezza, non potete capire quanto mi sentii compiaciuta. Qualche anno dopo seguii la mia insegnante Giulia Spinelli, amica e una persona da cui prendere spunto. Ancora oggi sono al suo fianco nella società Arcobaleno a Prato e insegno con lei nel settore agonistico. Nonostante non abbia mai gareggiato a livelli alti, sono riuscita a portare a casa qualche campionato e trofeo, ancora oggi in camera ho le mie 21 coppe e altrettante medaglie.

Non solo atleta…

Come insegnante di ginnastica ritmica ho iniziato a 16 anni aiutando Giulia nei corsi di ginnastica di base; man mano che crescevo, cresceva anche la voglia di riuscire a dare del mio alle bambine e ragazzine con la mia stessa passione. Ho deciso di prendere il brevetto di tecnico sia di Federazione che di Uisp, e ho iniziato ad avere un gruppo tutto mio, tant’è vero che 5 delle mie allieve che hanno iniziato con me quando avevano tra gli 8 e 9 anni, adesso hanno iniziato a insegnare anche loro e anche se hanno smesso di praticare ritmica, mi hanno seguita nella scuola dove insegno danza aerea. Questa è una delle cose che mi rende orgogliosa di me stessa, che mi fa dire che sto facendo la cosa giusta. Adoro le mie bambine e, anche se insegnare non è sempre così semplice, a livello personale questa esperienza ti regala veramente tanto.

Pian piano la ginnastica ha iniziato ad assumere forma sempre nuove…

La ginnastica ritmica è sempre stato punto centrale della mia vita. Quando smisi a 21 anni mi sentivo persa, dopo 12 anni cambiare abitudini non è facile. La ritmica mi ha sempre dato tutto quello di cui avevo bisogno a livello sportivo e emotivo: fare le gare, mettersi alla prova, non è facile tenere la mente ferma per quel minuto e mezzo di esercizio. Non è come negli altri sport in cui hai la possibilità di sbagliare, nella ginnastica devi dare il massimo davanti ad una giuria pronta a vedere ogni minimo errore. L’emozione che ti prende prima di entrare in pedana è molto simile all’emozione che hai prima di salire su un palco per fare uno spettacolo, e credo sia proprio grazie a questo che mi sono innamorata della danza aerea e di tutto ciò che ne riguarda.

Ecco appunto, parliamo della danza aerea.

La prima volta che provai qualcosa di diverso dalla ritmica fu un anno dopo aver smesso: provai ad entrare in un corso di formazione professionale di danza, c’ era danza classica, due tipi di contemporanea, hip hop e pilates con gli attrezzi. Mi ricordo ancora le parole che usó il maestro che fece le selezioni quando mi confermò che avevo passato il test: “si direi che va bene, devo solo farti sgrassare dalla ritmica”. Lì per lì non capii che significava, ma se la ritmica mi aveva tolto qualcosa era la morbidezza nel muovere collo e testa. Nella ritmica usiamo piccoli attrezzi e ciò fa sì che la testa e gli occhi devono porre attenzione all’attrezzo che non teniamo mai fermo in mano ma devi lanciare, riprendere mentre magari stai facendo un salto e prima di riprendere l’attrezzo fai anche due capriole sotto il lancio.

Dove ti ha portata questa esperienza?

Grazie alla danza aerea ho partecipato due volte a Italia’s got talent. La prima volta 2 anni fa con “La Fura Dels Baus”, è stato un immenso onore poter partecipare con loro, è una compagnia di danza aerea spagnola che gira tutto il mondo. Eravamo 40 volontari selezionati tra ballerini e acrobati, la coreografia prevedeva un imbrago come quello di chi pratica free climbing e eravamo sospesi a 60 metri di altezza, attaccati solo da un moschettone all’altezza dell’ombelico. Era una struttura montata su una gru e la prima volta che ci hanno fatto salire ci hanno alzati fino a 80 metri. Oltretutto era una sera di metà ottobre e c’era il tramonto che dava sul rosa e tu eri appeso lassù fuori dal teatro nuovo di Firenze e vedevi tutta la bellezza di Firenze… È stata una delle emozioni più forti e belle che abbia mai provato. Potete ancora vedere la nostra performance su YouTube.

E siccome la prima volta è stata un successo…

La seconda volta ad Italia’s got talent l’ho vissuta con “Aerial Equilibre”, una compagnia di Sarzana in Liguria. A loro devo molto, è soprattutto grazie a loro che adesso trovo la mia professionalità. Sono stata selezionata tra gli studenti del loro corso di formazione, eravamo 12 e abbiamo fatto una coreografia sul tessuto a goccia doppio. La registrazione della puntata è stata fatta a Milano al teatro Arcimboldi e naturalmente non vi dico l’emozione che ho provato nel potermi esibire in un teatro cosi importante. Ci siamo posizionati per l’inizio della coreografia a sipario abbassato, ci hanno sollevati a 4 metri di altezza senza imbragatura. Ho deciso di iniziare ad occhi chiusi, volevo godermi il momento e quando hanno aperto il sipario ho sentito tutta la platea sussultare, non se lo aspettavano. In quel momento ho aperto gli occhi ed è stato bellissimo vedere tutta quella gente, si percepiva l’emozione delle persone è stato bellissimo.

Nella tua carriera hai anche strizzato l’occhio alla fotografia.

La fotografia la vivo più come un divertimento che un lavoro. Ho iniziato per gioco perché ho conosciuto dei fotografi in una discoteca che mi chiesero di posare per loro. Stare davanti ad un obiettivo non è sempre facile, soprattutto, da parte mia per il carattere che ho, devo sentirmi in confort con il fotografo e ci deve essere empatia.

In compenso, lo spettacolo sta per diventare il tuo mondo.

Non mi sento in grado di giudicarlo, amo tutto ciò che ne fa parte, dall’arrivare sul posto dello show e respirarne l’aria, il momento in cui ti devi ambientare, al conoscere sempre persone nuove sia dello staff che del pubblico, al vedere di essere riusciti a trasmettere ciò che hai dentro. Sono emozioni forti e non saprei come descriverle…

Una carriera breve… ma già con un aneddoto.

Lo scorso 26 dicembre ho avuto uno spettacolo con la tribute band di Celebrity Stars. Eravamo a Bibione per “Un mare di feste” e vennero a vedermi i miei genitori. Ignari di cosa spesso accade post spettacolo, ero a parlare con loro e si ferma una coppia che inizia subito a farci i complimenti per lo show, apprezzamenti alla voce della cantante, a me come ballerina e appena gli presento i miei genitori l’uomo se ne esce con “vi invidio, vorrei anche io una figlia cosi”. Sentirsi dire queste cose, vedere gli occhi brillare dei miei genitori, è stata una delle soddisfazioni piu belle che abbia provato. È grazie al sostegno che mi danno le persone che io mi faccio forza e cerco d fare sempre di più. Vivo di emozioni, non credo di poterne fare a meno..

Cos’altro bolle in pentola in questo 2020?

Di progetti ne ho tanti! I miei obiettivi sono sicuramente diplomarmi in osteopatia sperando di farlo entro i 6 anni scolastici, poi una volta diplomata vorrei specializzarmi e quindi seguire determinati corsi post diploma e nel mentre già lavorare. Ma io non posso non ballare, non posso non vivere di emozioni come ho già detto e quindi oltre a questo vorrei riuscire a rimanere nel mondo dello spettacolo il più possibile sia con la band che con la danza aerea, magari entrare a far parte di qualche compagnia di danza aerea e una volta che il mio fisico non me lo concederà più, fare l’osteopata proprio di quella compagnia. Sarebbe un sogno, poi vorrei continuare a insegnare nella scuola dove già insegno a Prato alla “Heart and Soul”. Non mi fermo un attimo, come si suol dire… “dormirò quando so morta”.

Anche sui social Giuditta Bicchi non passa inosservata.

Io e i social abbiamo un rapporto di amore e odio. Credo che sia un ottimo aiuto per farsi conoscere sia in Italia che all’estero soprattutto a livello professionale. Infatti Instagram lo uso soprattutto per postare foto e video delle performance e dei vari lavori che faccio. Mi piacerebbe riuscire a sfruttare di più il social ma ho altri obiettivi che mi portano a sfruttare il tempo in maniera diversa. Se volete seguirmi su Instagram sono @aerial_gie e su Facebook Giuditta Didic Bicchi.

Che immagine di te vuoi veicolare?

Preferisco usare i social a livello lavorativo, quindi ciò che vorrei che si percepisca è la passione che metto nell’allenarmi e nel fare gli spettacoli. Posto quasi tutti i giorni una foto o un video, dedico quei 5 minuti al giorno per lasciare un impronta di me nel “mondo”. Mi piace condividere ciò che faccio e confrontarmi con gli altri artisti o performer di Instagram. Spesso, siccome mi alleno da sola nella danza aerea, prendo inspirazione da video di artisti che seguo cercando poi di riprodurre ciò che mi è piaciuto di più. Se c’è qualcosa che mi può infastidire dei social è l’abuso.

Che persona sei nel quotidiano?

Non credo di essere una ragazza esibizionista, anzi al di fuori degli spettacoli e della danza aerea, credo di essere una ragazza molto semplice. Mi piace scherzare, cerco di essere sempre positiva è difficile levarmi il sorriso dalla faccia. Sono molto rispettosa, e ho avuto un’educazione impeccabile per questo tra le poche cose che pretendo nelle varie relazioni sia di amicizia che di lavoro che in amore sono il rispetto e l’educazione perché credo siano i valori principali per la convivenza nel mondo. Essendo spesso in palestra durante la settimana sono spesso in tuta, di tutti i tipi ma in tuta. Il fine settimana dipende, non ho una vita cosi “social” se non ho spettacoli, vado vicino a casa al circolo e mi ritrovo con la mia cerchia di amici a chiacchiera, magari giochiamo a carte o a biliardo e di conseguenza a meno che non decidiamo di andare in centro o fare un qualcosa di diverso, il mio abbigliamento è molto easy.. Stivaletto, leggins, una bella maglietta, un po di trucco e via. Mi piace comunque rivestirmi, sentirmi più donna, i miei stivali preferiti sono quelli di camoscio neri alti fino al ginocchio che mi piace mettere cn i vestitini fino a sopra al ginocchio e magari una calza pizzata.. ma ripeto, adoro anche stare comoda quindi le mie vans vintage che adoro sono quasi sempre la prima scelta.

Che rapporto hai col tuo corpo?

Fisicamente ho un bel rapporto con il mio corpo, non mi lamento ma se proprio devo trovare qualche difetto direi i piedi perché essendo stata ginnasta e adesso ballerina sono piedi direi con una storia. A livello caratteriale invece, sinceramente sto passando un periodo di cambiamento e alcuni aspetti che ritenevo dei pregi sembra che sfocino nel difetto. Molti amici mi dicono che sono troppo buona e che mi fido troppo delle persone, cerco sempre il positivo e il buono anche dove non c’è. Sono una ragazza paziente, accomodante con le persone e piuttosto che far del male a chi mi sta vicino, faccio del “male” a me stessa. Oltre al ballo direi che la musica spesso mi salva da malesseri e situazioni difficili da sostenere, sono dell’opinione che ognuno dovrebbe potersi rifugiare nella musica, io ho degli artisti e canzoni per ogni mio mood, per esempio adoro ascoltare i Placebo quando devo staccare e ho bisogno di sfogarmi, loro sono come lo xanax per me.

Luca Fina

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