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“Gli illegali” e quel senso di giustizia tante volte dimenticato

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Da alcuni anni due sono i generi “letterari” che vanno più di moda: il giornalismo di inchiesta e i thriller. Gli illegali di Piernicola Silvis, nelle librerie dal 10 ottobre, è uno tra questi.

Al centro della storia c’è l’assassinio di un ex prefetto in pensione ambientato in una Napoli dei giorni nostri. L’indagine viene affidata a Renzo Bruni, poliziotto che i lettori più fedeli a Silvis, hanno incontrato e imparato a conoscere nei suoi precedenti romanzi, Formicae e La lupa. Affiancato dalla sua squadra di sempre questa volta Bruni avrà a che fare con dei nemici molto potenti affiliati alla magistratura, all’avvocatura e alle più alte cariche dello Stato, oltre che alla camorra. Più a fondo andrà nell’indagine per scoprire chi si nasconde dietro queste maschere di servitori integerrimi della legge e della giustizia, più si troverà invischiato in un letamaio di gente senza scrupoli, senza dignità e senza pudore.

Qualcuno penserà: personaggi triti e ritriti che pullulano nei thriller… e allora perché leggere questo romanzo?

Sarebbe riduttivo affermare perché è avvincente – tutti i thriller recano con sé la suspence – meno riduttivo affermare che la differenza con gli altri romanzi sta nella caratterizzazione e descrizione dei personaggi. Ne Gli illegali molti sono i protagonisti, il titolo ne costituisce la premessa e suggerisce al lettore il tipo di persone coinvolte nel plot. Sono soggetti di cui chiunque ha (o dovrebbe avere) la massima fiducia e che incarnano gli ideali di giustizia, verità, etica e civiltà. Il primo è un prefetto, il secondo un avvocato e il terzo un magistrato.

E non è finita qui.

Attorno a questi soggetti ruotano la camorra e la politica, il sesso e la droga, ma la minuzia con cui vengono descritti, sotto il profilo psicologico, rende il romanzo particolare nel suo genere.

Forse perché l’autore, durante l’arco della sua carriera, ne ha visti tanti di loro sfilare davanti agli occhi, e conosce perfettamente con chi ha a che fare. Per chi invece ne ha solo sentito parlare in televisione, alla radio o sui giornali, non immagina nemmeno il quantitativo di marciume che si cela dietro queste persone; sì, appunto, lo immagina ma talvolta l’immaginazione non è mai abbastanza e la realtà dei fatti va ben oltre ciò che si può immaginare.

Per questo Gli illegali è un thriller spiazzante e drammatico. Drammatico per chi sceglie di restare dalla parte giusta, drammatico per tutti quelli che hanno una coscienza, drammatico per chi sopravvive e per chi resta.

Alla fine della storia gli artefici diventeranno le vittime e le vere vittime tali resteranno. Ci sarà sempre il tizio di turno che la farà franca, ovvero l’ ”intoccabile”, e la speranza che anche costui prima o poi inciampi nella fossa.

Il romanzo si legge in tre giorni, lo stile è asciutto e il linguaggio adoperato consente una lettura molto fluida nonostante la trama sia ben intessuta.

Definire poi letteratura thriller dell’età contemporanea ce ne vuole. Non sono romanzi di Edgar Allan Poe, George Simenon o Arthur Conan Doyle ma ad ogni tempo il suo autore, e non è detto che anch’essi, più in là con gli anni, non diventino dei classici.

Costanza Carla Iannacone

Gli illegali
Piernicola Silvis
Edizioni SEM 2019
Pagine 430, euro 19,00

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